Sport | L'incontro

"Bisoli? Un esempio"

Andrea Mitri, ex calciatore e autore di "Poco sesso, niente droga e qualche gol" a Bolzano su invito di Excelsior. "Il coach del Südtirol tra i pochi senza procuratore".
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Foto: P.Florio

Si è tenuta lunedì 18 settembre alla biblioteca civica di Bolzano la terza conferenza del ciclo “I grandi narratori dello sport raccontano il fair play” organizzata dal G.S. Excelsior, con ospite Andrea Mitri. L’intervista di circa un’ora e mezza, condotta da Massimo Antonino (direttore sportivo del G.S. Excelsior), ha visto come protagonista l’ex calciatore professionista e attuale attore e scrittore Andrea Mitri. Il terzo e ultimo incontro del ciclo “I grandi narratori dello sport raccontano il fair play” si è svolto presso la biblioteca civica di Bolzano. Presente anche il presidente del G.S. Excelsior Mirco Marchiodi e buona parte della squadra bolzanina diventata famosa per lo sport vissuto innanzitutto all’insegna del fair play.

L’intervista ha portato il pubblico negli anni Ottanta e Novanta attraverso alcuni aneddoti raccontati nel libro di Mitri “Poco sesso, niente droga e qualche gol”. Con questo titolo l’autore ha voluto ironizzare sulla figura del calciatore, la cui vita viene sempre vista come straordinaria, piena di divertimento e stravaganza, mentre non è questa la realtà per la maggior parte dei giocatori. Infatti nel libro il calciatore viene descritto più dal punto di vista emotivo e meno celebrativo.

Andrea Mitri, nato a Saronno nel 1958, ha giocato professionalmente in serie B e serie C dal ‘77 all’89, cominciando nella Triestina e continuando con Ternana, Monza, Cavese, Pistoiese, Rondinella e Latina e concludendo la sua carriera a Tempio Pausania. Vanta anche tre anni di tesseramento al G.S. Excelsior, con cui ha giocato tre partite. Al termine della carriera di calciatore si è dato alla scrittura e al teatro, pubblicando quattro libri, e ha anche allenato diverse squadre tra cui le giovanili di Siena, Fiorentina e Empoli.

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In biblioteca Un momento dell'incontro che si è tenuto nella Biblioteca civica di Bolzano (Foto Paolo Florio)

 

Mitri comincia raccontando il suo percorso per giungere alla carriera professionale nel calcio. Negli anni ‘70 non c’erano le scuole calcio, i ragazzi giocavano negli oratori o nei ricreatori, e gli scout calcistici giravano per la città per scovare giovani talenti, e si cominciava a giocare più o meno seriamente a quattordici anni. Ed è esattamente così che Mitri giunse nella sua prima squadra, la Triestina. Nel capitolo “non soccombente” affronta il tema del fair play raccontando un episodio avvenuto quando Andrea giocava a Latina. Nella partita contro il Trapani si trovò a marcare un ragazzo brasiliano, Pita, che si buttava spesso a terra e simulava. All’ennesima sceneggiata Mitri gli diede una ginocchiata sulla schiena mandandolo fuori dal campo in barella. Mitri usa questo esempio negativo per dire che in campo, con l’ansia e la tensione addosso, il pubblico che grida, è difficile mantenere sempre la calma e la sportività. Secondo lui, dopo i novanta minuti si dovrebbero dimenticare le tensioni della partita. Andrea ha parlato anche dei suoi trascorsi all’Excelsior, affermando che ognuno dovrebbe provare un’esperienza simile perché si impara il rispetto per tutti e si gioca per divertimento, rimanendo comunque seri, giocando un campionato ufficiale e allenandosi regolarmente.

Mitri ha raccontato anche del periodo trascorso assieme a Pierpaolo Bisoli, attuale allenatore dell’F.C. Südtirol, con cui ha giocato insieme nella Pistoiese dall‘84 all’86, elogiandolo anche perché è riuscito ad allenare in categorie importanti senza avere un procuratore, cosa molto difficile al giorno d’oggi. L’incontro si è concluso con la recita di un gustosissimo spezzone del monologo “Fuorigioco di rientro”, in cui Mitri ha sfoderato insospettabili doti da attore consumato. Alla domanda se ci sia una differenza tra il fair play nel calcio di ieri e quello di oggi, Mitri sostiene che una volta in campo la situazione era peggio, perché c’erano più provocazioni e piccoli gesti antisportivi. Oggi invece sono le tifoserie ad essere molto peggiorate, con scontri pesanti, offese e insulti. Il mondo del calcio non è particolarmente vicino al fair play insomma. Con le dovute eccezioni, ovviamente.