Kultur | Fuori dal mondo?

Insegnare a Bolzano: fuori dal mondo?

Sulla difficoltà a farsi riconoscere come insegnanti titoli professionali e linguistici fuori dalla Provincia di Bolzano
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  • Kafka, qui, era di casa. Sarà per questo.

    Sulla difficoltà a farsi riconoscere come insegnanti titoli professionali e linguistici fuori dalla Provincia di Bolzano riporto questa lettera del 2013. Ma finalmente bisognerebbe fare chiarezza.

    A tutt' oggi titoli - ad es.  i Patentini di Bilinguismo - non sempre vengono riconosciuti fuori Provincia. Per i malcapitati significa: stress, dispendio di soldi e di tempo. 

     

    Lettera al Corriere della Sera.

    12 ottobre 2013 - 15:03

    Lettere alla Nuvola – La mia odissea per insegnare tedesco a Bolzano

    di Marco Bettoni

    Sono un professore che ha insegnato per 17 anni a Bolzano, città di frontiera. Ho scelto (dato il mio curriculum di famiglia, mia nonna paterna era austriaca) la materia di Tedesco. Non lo avessi mai fatto.

    Molti non sanno che a Bolzano il Tedesco ha una classe di insegnamento diversa dal resto d’Italia. Una classe che esiste solo e unicamente a Bolzano. Nemmeno a Trento, per capirci, esiste quella stessa classe concorsuale. La materia si chiama, infatti, Tedesco 2 Lingua.

    In Italia invece la materia simile è Tedesco e Civiltà Straniera. Ma è anche logico, visto che in Alto Adige correttamente vige il bilinguismo.

    Dopo 16 anni e stanco di concorsi che non arrivano, mi rivolgo all’Austria scrivendo una mail e chiedendo il riconoscimento dei miei 16 anni di insegnamento del Tedesco in una Provincia tanto speciale e autonoma (per inciso: a Bolzano non si può insegnare il tedesco senza prima superare il cosiddetto patentino di bilinguismo, un esame specifico di accertamento della conoscenza della lingua tedesca e italiana).

    In meno di un mese il Ministero federale austriaco mi risponde, con la massima cortesia, e mi invia (per posta raccomandata, in Italia) ben tre titoli: la laurea austriaca in Tedesco (sulla base della mia laurea italiana, opportunamente tradotta e da me inviata con tutti i documenti di rito) e l’Abilitazione all’insegnamento del Tedesco.

    Motivazione: 16 anni di insegnamento – mi scrivono – effettuati in Alto Adige e a Bolzano, secondo noi austriaci equivalgono pienamente al Tirocinio di 1 anno che viene richiesto ai giovani insegnanti d’Austria per entrare in ruolo. Ne consegue che, da parte del Ministero federale di Vienna /Austria, io sono oggi abilitato in Tedesco.

    Infine, terzo documento: un attestato che dichiara che ai sensi della normativa europea posso fare valere questa abilitazione anche in Italia (la legge è la 36 del 2005).

    Felice per questo insperato esito (anche rapido, tutto sommato) di un faticoso percorso di studi e di ricerca (ho non pochi titoli, diverse borse di studio, avendo anche insegnato e vissuto più di 10 anni in Germania, fin dal 1982), mi reco alla Intendenza di Bolzano con la mia “nuova” laurea e l’abilitazione.

    Chiedo ovviamente lo scioglimento della riserva per il mio ruolo, ma…. Ma…. dopo alcuni giorni mi arriva una lettera di un funzionario italiano dell’Ufficio Insegnanti di Bolzano che mi dice che loro quella abilitazione al Tedesco, rilasciata dall’Austria, non possono accettarla. Perché non è una abilitazione “italiana”.

    Ribatto ma la materia che io insegno e il luogo dove la insegno sono segnatamente e specificamente legati al mondo tedesco, ed anzi austriaco in particolare. Obietto poi la madrelingua, il patentino di bilinguismo, la mia laurea in Germanistica con lode, adesso l’abilitazione, oltre ai 16 anni consecutivi di docenza…..

    Piccola annotazione, oltre tutto: spiego bene che tutto questo accade a Bolzano! unica provincia di lingua tedesca in Italia. ….

    Capisco cioè se avessi insegnato italiano o matematica o storia e filosofia, allora è chiaro che l’abilitazione avrebbe avuto ragione di venire prima “riconosciuta” dallo Stato italiano…. Ma qui, stiamo parlando di una materia e di una classe di concorso (la 096 A, Tedesco Seconda Lingua appunto) che esiste SOLO e UNICAMENTE a Bolzano!!! In nessuna altra parte del globo e dell’orbis terrarum…..

    Morale: da 2 anni attendo disperatamente tra lettere, carte e rifiuti (in burocratese parlando) d’ ogni specie (al Ministero scrollano le spalle, ne sanno poco o niente… di Bolzano poi….). Aspetto e ancora aspetto (dopo due anni) per avere una soluzione all’incredibile caso.

    Ve lo assicuro: c’è da mettersi le mani nei capelli. Ci si sforza di sorridere e di andare avanti. Ma se si guarda bene, c’è di che andare di corsa ad acquistare un biglietto per le Americhe.

    E alla fine, forse questa mia tragica esperienza dimostra una cosa. Che persino a Bolzano, città da sempre fra le prime quando si parla di qualità di vita, la burocrazia è ancora quella di cui parlava, ai primi del secolo, un certo Kafka.