“Abbiate almeno il coraggio di guardare”
L'emergenza senza dimora a Bolzano sembra non voler trovare la parola fine. Le temperature del capoluogo altoatesino cominciano ad avvicinarsi allo zero e le condizioni di decine di persone ai margini più estremi della società rasentano i limiti della sopravvivenza.
Dopo la chiusura della struttura allestita in zona Fiera durante il primo lockdown - che ospitava poco meno di un centinaio di persone - molti degli ex residenti si sono ritrovati di nuovo in strada.
La struttura di Merano, nata con la funzione di alleggerire la presenza dei senza dimora nella città di Bolzano ha già manifestato in poco tempo i propri limiti: da un lato troviamo la capienza ridotta (circa 25 posti) dall’altra l’impossibilità di alcuni senzatetto di stabilirvisi a causa del proprio lavoro nel capoluogo. Sono molti infatti i lavoratori che nonostante la propria occupazione non riescono ad accedere al mercato degli affitti - tra i più alti d’Italia - e si trovano costretti a ripiegare su soluzioni di fortuna ingrossando così sempre più le fila di chi cerca riparo negli angoli più nascosti della città. Sotto i ponti, in riva al fiume, in edifici abbandonati: non serve allontanarsi di molto dal centro storico per riuscire a contare già un centinaio di persone, ma c’è anche chi decide di allontanarsi dal capoluogo e stabilirsi nei paesi limitrofi per tutelarsi dalle continue minacce di sgombero da parte delle forze dell’ordine che pattugliano la città.
Paesaggi dominati da baracche fatiscenti e persone che si lavano direttamente nel fiume assumono così i tratti della normalità altoatesina.
“Non apriremo nuovi spazi”
Sebbene all’interno dell’ordinanza 68 dell’8 novembre 2020 vi sia specificato che “per la durata dello stato di emergenza la Provincia può mettere a disposizione dei Comuni immobili o parti di immobili da destinare alla gestione di servizi per persone prive di dimora”, l’assessora provinciale alle politiche sociali Waltraud Deeg interpellata da salto.bz ha voluto far chiarezza: “Non ci saranno nuove aperture, stiamo lavorando affinché i Centri di Accoglienza Straordinaria, che non sono ancora al limite della capienza, possano accogliere e prolungare i tempi di permanenza delle persone aventi diritto. Anche il servizio della struttura di Merano con tutta probabilità verrà prorogato ma a proposito di questo - continua - ci sarà una discussione con tutti i partiti sul tema dell’abitare perché molte persone, nonostante il lavoro, non riescono a pagare un affitto”.
L’assessora tiene comunque a ribadire che la Provincia di Bolzano ha già fornito il proprio contributo per l’accoglienza dei senza dimora, ricordando sia i due milioni aggiuntivi stanziati al Comune di Bolzano, sia la gestione della struttura Lemayr, balzata alle cronache locali qualche settimana fa per la protesta, scandita dal grido “non siamo animali”, sollevata dagli ospiti a causa delle condizioni in cui versa lo stabile. Incalzata da salto.bz Deeg ammette che nonostante questo non sono state apportate migliorie né sono previste per il futuro: “La struttura è vecchia e del tutto anomala perché la competenza non è della Provincia ma del Comune. Noi l’abbiamo messa a disposizione per dare una mano ma non verrà implementata, cercheremo di chiuderla il prima possibile”.
L’interrogazione
“Come ogni anno ci stiamo avvicinando all’inverno e non abbiamo ancora una soluzione al problema dei senzatetto che provi a discostarsi dalla solita logica emergenziale” denuncia dalle file del Team K Matthias Cologna che, assieme al collega consigliere Thomas Brancaglion, ha presentato un’interrogazione scritta alla giunta comunale sulla questione, quasi un anno dopo la mozione presentata a livello provinciale che andava a proporre l'istituzione di un’agenzia di intermediazione sociale per l’accesso alla casa. “Molte di queste persone - continua Cologna - dovranno seguire un corso di formazione finanziato dall’Unione Europea. Essendo online verranno forniti dei dispositivi elettronici, ma paradossalmente non hanno nemmeno uno spazio adeguato per poter seguire le lezioni. Dal Comune pretendiamo risposte”.
“Chiamiamo senza dimora chi lo è veramente”
“Cosa intendono i consiglieri di opposizione con superamento della logica emergenziale? Torniamo alle solite frasi fatte senza capire le soluzioni proposte” replica l’assessore comunale alle politiche sociali Juri Andriollo. “In Italia e a Bolzano assistiamo all’ingresso di persone esclusivamente alla ricerca di un lavoro, quindi migranti economici, e su questo profilo non ci sono soluzioni - sostiene -, perché arrivano illegalmente”.
“Che cosa deve fare la città di Bolzano? Diventare il luogo di raccolta per tutti? (Juri Andriollo)
Per quel che riguarda l’aspetto dei lavoratori senza dimora per l’assessore si tratterebbe di una quota molto relativa del fenomeno: “Alcuni riescono a trovare casa altri no, ma bisogna dire che ci sono delle situazioni di convenienza: diverse persone vogliono rimanere nelle strutture perché non si paga nulla”.
Secondo Andriollo il numero delle persone attualmente in strada si attesterebbe tra le 80 e le 100, ma è un dato che secondo l’assessore andrebbe dibattuto: “Ho intenzione di rivedere l’intero sistema di gestione partendo da chi ha diritto di restare sul territorio. Chi non ce l’ha deve essere espulso mentre i richiedenti asilo che si trovano in attesa di entrare in una struttura non devono più essere chiamati senza dimora. Voglio adottare una terminologia corretta per definire il fenomeno - aggiunge - altrimenti tutto diventa senza fissa dimora e i costi vengono scaricati sui comuni: ribadisco che il richiedente asilo, anche se è in strada in attesa, non è un senza dimora”.
Al di là delle proposte ontologiche e di alcune riflessioni in merito alla possibile introduzione del progetto Siproimi, la questione senzatetto non sembra avere un piano di azione immediato. “Che cosa deve fare la città di Bolzano? - ribatte Andriollo - diventare il luogo di raccolta per tutti a prescindere dai numeri? È ora di governare questo processo e smettere di subirlo”.
È un invito che facciamo a chi amministra la città: venite a vedere le conseguenze che queste non-decisioni stanno provocando. Qui c’è in ballo la vita delle persone, abbiate almeno il coraggio di guardare (Bozen solidale)
“Basta minimizzare”
Sul piede di guerra i volontari di Bozen Solidale i quali affermano, in seguito ai numerosi monitoraggi del territorio, che solo nel comune di Bolzano ci sono più di 150 persone all’addiaccio: “La volontà politica è chiara. Le istituzioni minimizzano i numeri ma qui non si tratta di cifre ma di persone. E queste persone sono costrette a vivere in condizioni intollerabili. È un invito che facciamo a chi amministra la città: venite a vedere le conseguenze che queste non-decisioni stanno provocando. Qui c’è in ballo la vita delle persone, abbiate almeno il coraggio di guardare”.
Ecco, alzatevi dalle poltrone
Ecco, alzatevi dalle poltrone e andate a vedere. Non sono un esperto in politica, amministrazione o sociologia, però è sotto gli occhi di tutti che una società che si sforza di migliorare le condizioni dei più bisognosi si sviluppa e fa progressi. È forse questo che preoccupa i potenti?