La paura dell’Alto Adige: gli omicidi
Nonostante le paure individuali e collettive migliora in Italia il benessere soggettivo. Il confronto fatto dall’Istat nella settima edizione del rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) indica un progresso nel periodo 2010-2018. I numerosi indicatori divisi in 12 ambiti, dalla salute all’ambiente, mostrano il segno più in tutte le aree del Paese, sebbene la crescita sia maggiore al nord. In questo trend, le province di Bolzano e Trento si confermano con i livelli più alti di appagamento, ma ad esempio in Alto Adige le voci “sicurezza-omicidi” e “innovazione e creatività” crollano sotto la media italiana e del settentrione. Attenzione anche ai giovani: due milioni di italiani tra i 18 e i 34 anni sono in condizioni di sofferenza.
Indagine sul benessere
Oltre il 50% del totale dei circa 110 indicatori per cui è possibile il confronto registra un miglioramento in tutte le aree del Paese, con valori più elevati al nord Italia (59,3%) e più bassi al centro (50,9%). Lo dice l’istituto nazionale di statistica che estende lo sguardo anche alla quota degli indicatori in peggioramento: in questo ambito si rafforza la posizione favorevole del nord dove tale quota tocca il minino (14,8%) mentre il valore massimo si raggiunge al centro (26,9%).
Le province autonome di Bolzano e Trento, prosegue l’Istat, si confermano quelle con i livelli più alti di benessere. I più bassi si registrano invece in Calabria e in Sicilia. Liguria, Lombardia, Marche e Molise mostrano i progressi più accentuati mentre la Puglia evidenzia il peggioramento più accentuato.
Riguardo all’Alto Adige, il territorio vanta livelli superiori per gran parte degli ambiti, soddisfazione per la vita, occupazione, paesaggio e patrimonio culturale, salute, reddito e disuguaglianza, ambiente, relazioni sociali, qualità dei servizi, istruzione, reati predatori (furti, rapine). Tuttavia, è vistosamente sotto per omicidi - dato peggiorato nel confronto 2017-2018, come indica il rosso nella griglia - e ancora di più per innovazione, ricerca e creatività.
In Trentino il cerchio è maggiormente omogeneo. Ci sono meno eccellenze e criticità meno accentuate - l’indicatore sugli omicidi è uguale a quello nazionale e si va sotto solo per reddito e disuguaglianza.
Il disagio dei giovani
A fare scalpore a livello nazionale è l’allarme sui giovani. Nel 2018, precisa l’Istat, il 18,7% della fascia di popolazione tra i 18 e i 34 anni (quasi 2 milioni di persone) risulta multi-deprivato, cioè deprivato in due o più dimensioni del benessere. La condizione giovanile nel complesso è peggiorata: la flessione rispetto al 2012 ha riguardato la dimensione relativa alla coesione sociale, che include le relazioni sociali e la partecipazione politica (da 17,6% nel 2012 a 24,9%), e le caratteristiche del territorio in cui si vive (da 12,9% a 15,7%).