Gesellschaft | Lavoro

Giovani in fuga, il mercato invecchia

Il 16% della classe 1993/94 è emigrato prima dei 30 anni, nel 1983 era il 6%. Un occupato su tre ha più di 50 anni. Lo Jugendring: "Subito misure contro il carovita".
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Foto: Pexels
  • L’Alto Adige invecchia sempre più rapidamente, questo è ancora più evidente nel mercato del lavoro in cui il 33,5% degli occupati ha più di 50 anni. Preoccupa anche la percentuale di giovani che lasciano l'Alto Adige, i giovani emigrati prima dei 30 anni sono aumentati del 10% nell'ultimo decennio, le principali destinazioni sono i paesi tedescofoni. Questi dati richiedono misure urgenti secondo Tanja Rainer, presidentessa il Südtiroler Jugendring (SJR), la federazione delle associazioni giovanili in Alto Adige.

    SALTO: Che tipo di persone emigrano? 

    Non sono solo laureati, anche artigiani, infermiere, idraulici vanno via perché la vita costa tanto, non ci sono appartamenti in affitto ed anche il discorso famiglia e lavoro è più gestibile all’estero. Attualmente sono più di 1700 persone, neanche il 20% torna e questa è una cosa molto grave per la nostra provincia. 

    Quali interventi dovrebbe adottare la Provincia? 

    L’intervento fondamentale, che come Jugendring discutiamo da più di dieci anni, riguarda l'affitto. La Provincia dovrebbe mettere a disposizione degli appartamenti a prezzi calmierati per i giovani. Non bisognerebbe pagare oltre un terzo del proprio stipendio in affitto, in Alto Adige però oramai si spende tra il 40-50% della propria paga per l'alloggio. Tante ditte cercano dipendenti però se con lo stipendio si riesce a malapena a pagare affitto o mutuo la gente rinuncia, per questo è fondamentale che la Provincia, tramite IPES, si attivi in questo senso. È anche importante creare opportunità per conciliare famiglia e lavoro, in certi comuni non esistono strutture di supporto alla famiglia, come nidi ed asili. 

  • Il presidente Kompatscher con la delegazione del Südtiroler Jugendring: Tanja Rainer, a destra del presidente in giacca rossa, è la presidentessa di Südtiroler Jugendring (SJR), la federazione delle associazioni giovanili in Alto Adige. Foto: ASP/Michele Bolognini

    Il 16% della classe 1993/94 è emigrato prima dei 30 anni, con Vienna e Innsbruck come destinazioni principali, seguite da Monaco, Zurigo e Berlino. Dieci anni prima, la cifra per la classe 1983/84 era del 6%. Quali sono i motivi dietro questo fenomeno?

    Oltre ai motivi di cui ho già parlato noi di Südtiroler Jugendring abbiamo da tempo richiamato l'attenzione sul fatto che i salari e gli stipendi in Alto Adige siano troppo bassi rispetto al costo della vita elevato, con gravi conseguenze soprattutto per i giovani e la classe media. Questo problema riguarda anche le tasse sul lavoro che in Italia sono alte in confronto al resto dell'Europa. Quando la gioventù va via, il paese non ha futuro.  

  • Fino a vent'anni fa l'Alto Adige non aveva questi problemi, la natalità era alta e l’invecchiamento della popolazione era meno incisivo, cosa è cambiato? 

    Penso che sia un problema legato al ricambio generazionale. Molti vanno in pensione ma manca proprio la gioventù a sostituirli.  La società rispetto a vent’anni fa è profondamente cambiata, la situazione odierna in Alto Adige e in Italia è ancora più grave perché la competitività sul mercato del lavoro in tutta Europa è aumentata. 

    Secondo lei ci sono dei modi per incentivare il ritorno o l'arrivo in Alto Adige per i giovani? 

    Mi sembra che siamo già attrattivi, abbiamo un paio di ditte molto innovative come la Alpitronic, c’è poi l’EURAC, l’Università, il Noi Techpark. Ho amici che attualmente risiedono all'estero, che ricevono delle offerte di lavoro buonissime per tornare, ma che, a causa dei costi, rinunciano. Per comprare un appartamento e fare una famiglia servono soldi e con questi costi di vita e con questo mercato immobiliare molti decidono di restare fuori dall’Alto Adige. 

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rheticus rheticus Mi., 20.12.2023 - 13:49

Conosco direttamente o indirettamente parecchi giovani, quasi tutti laureati, che lavorano all'estero; nessuno di questi lo fa per carenza di alloggi.
Semplicemente c'è molta voglia di esperienze "esterne" e c'è meno attaccamento al proprio focolare

Mi., 20.12.2023 - 13:49 Permalink