Gesellschaft | Lavoro ed economia

La lobby che non c'è

Salari, prezzi, pensioni, assistenza, sanità, casa: problemi che toccano sempre più i lavoratori altoatesini.
Ai quali manca, però, una forte rappresentanza unitaria.
Hinweis: Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.

Molti lamentano che siano le lobby a determinare le decisioni politiche in provincia di Bolzano. Essi intendono le lobby degli albergatori, degli industriali, degli artigiani, dei commercianti le quali sono ben organizzate e riescono spesso ad eleggere i loro rappresentanti nel Consiglio e nella Giunta provinciale. Ancor più criticata è la lobby dei contadini – il Bauernbund – che, con la sua compattezza, peserebbe eccessivamente sulle scelte della Politica. Se, come pare verosimile, si va sempre più verso una democrazia delle lobby, allora diventa ancora più evidente lo squilibrio verso una parte importante della società come quella del lavoro, dei lavoratori e delle lavoratrici. La rappresentanza degli interessi dei lavoratori conta poco nel panorama della vita sociale ed economica provinciale. Il motivo principale di questa minore rilevanza è il frazionamento. Il numero delle sigle sindacali è molto alto e ciò non consente al mondo del lavoro di poter esprimere una identità chiara e riconoscibile. Inoltre le tante sigle faticano a trovare intese unitarie e si presentano il più delle volte divise, se non addirittura in conflitto tra loro. Di fronte alle altre categorie organizzate, i lavoratori contano poco. In provincia di Bolzano la situazione è particolarmente critica per la presenza di numerosi sindacati autonomi di categoria e, oltre alle tradizionali confederazioni “nazionali”, anche la presenza di un sindacato etnico locale, riconosciuto però per legge. Il guaio è grosso perché proprio adesso servirebbe una decisa azione unitaria sul tema dell’aumento delle retribuzioni con una forte contrattazione locale. Forse anche le altre lobby se lo aspettano, ma quella dei lavoratori è una lobby che non c’è e non la si intravvede nemmeno in un futuro immediato. Troppe le occasioni perse negli ultimi decenni per costruire questo soggetto così importante per l’equità dei rapporti economici e per gli stessi rapporti democratici all’interno dell’Autonomia. Sono tante le mancate scelte sul modello di riferimento per il sindacalismo altoatesino – conflittuale/collaborativo/cogestionale, nazionale/locale, etnico/plurietnico, istituzionale/movimentista – tante da aver determinato il suo indebolimento e la sua scarsa rilevanza nel dialogo sociale. Ci rimane un panorama fatto di poche grandi lobby economiche, da una parte, ed il mosaico delle tante sigle sindacali poco incisive, dall’altra, ai margini. Un brutto vedere, ma soprattutto un mancato giusto riconoscimento e valorizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici. Loro non hanno lobby.
(www.albertostenico.it)