Legittima difesa perché?
Sono 289 gli omicidi volontari consumati a scopo di furto o rapina censiti dall'ISTAT. Ma non nel 2017, che è l'ultimo dato disponibile: questo dato è la somma di quelli registrati negli ultimi 12 anni, tra il 2006 e il 2017. Nel 2012, anno record, rappresentavano l'8 per cento del totale degli omicidi; nel 2017, sono stati appena il 5 per cento, 16 su 368 (nello stesso anno, invece, ben 123 donne sono state assassinate, l'80,5% delle quali da una persona conosciuta).
Eppure il ministro dell'Interno e vice-presidente del Consiglio Matteo Salvini domenica pomeriggio è tornato a parlare della legge sulla cosiddetta legittima difesa in tv. Nel salotto di Barbara D'Urso su Canale 5 (qui) ha affermato: “[Il provvedimento, già votato dalla Camera e che ora deve andare in aula al Senato] sarà legge entro dieci giorni, e non è il far west come dicono a sinistra, ma un diritto di normalità". Perché, ha continuato Salvini, sancisce "il diritto a difendersi se ti entra uno armato o mascherato a casa, nel negozio, in farmacia o nel ristorante", perché di fronte a queste aggressioni "ho il diritto di difendere i miei figli senza passare cinque anni in Tribunale”. Giù applausi.
Il servizio studi della Camera dei Deputati, nel dossier di presentazione del provvedimento "Modifiche al codice penale in materia di legittima difesa A.C. 1309-A", traduce così Matteo Salvini: "In relazione alla fattispecie della legittima difesa domiciliare, la modifica consiste nella specificazione che si considera 'sempre' sussistente il rapporto di proporzionalità tra la difesa e l'offesa". La legittima difesa domiciliare è quella che autorizza al "ricorso a un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo' per la difesa legittima della 'propria o altrui incolumità' o dei 'beni propri o altrui'". La modifica introdotta dalla legge, quindi, considera "'sempre in stato di legittima difesa' chi, all'interno del domicilio e nei luoghi ad esso equiparati, respinge l'intrusione da parte di una o più persone 'posta in essere con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica'" scrive il servizio studi della Camera.
Non è il far west? La riforma tenta di cancellare la possibilità per la giurisprudenza di punire l'aggredito per eccesso di legittima difesa, cosa che è accaduta, ad esempio, quando le risultanze processuali hanno reso evidente "che non sussisteva un 'pericolo di aggressione' e la vittima, dandosi alla fuga, aveva in sostanza desistito dal suo iniziale intento aggressivo".
Matteo Salvini da Barbara D'Urso ha ribadito: "Sulla legittima difesa c’è l’accordo" con il M5S, e ha aggiunto che a lui "piacerà anche togliere, perché è una follia, la possibilità di stabilire un risarcimento danni a carico degli aggrediti, le vittime, pensionati, tabaccai, ai parenti del povero rapinatore ferito" o ucciso.
Non è il far west? La riforma tenta di cancellare la possibilità per la giurisprudenza di punire l'aggredito per eccesso di legittima difesa
"Non sta né in cielo né in terra - ha affermato Salvini -. Fare il rapinatore è un mestiere pericoloso".
Venerdì 15 marzo sull'Avvenire è arrivata a Salvini una risposta "dal cielo", con un editoriale di Mario Cozzoli, professore di Teologia morale nella Pontificia Università Lateranense: "Il nuovo testo di legge sulla 'legittima difesa' - scrive Cozzoli - pone serie problematicità, se letto alla luce dell’insegnamento della Chiesa. Insegnamento appartenente peraltro alla sapienza etica dell’umanità, che la Chiesa fa proprio, approfondisce e trasmette". E ancora: "la legge approvata oggettivamente dà luogo a una deriva arbitraria ed emotivistica della legittima difesa. Arbitraria per annullamento o allentamento delle «rigorose condizioni» di legittimità del ricorso alla forza difensiva".
"Per la nuova legge l’alterazione emotiva basta a giustificare e rendere impunibile la violenza difensiva - conclude Cozzoli -. È così mollata la corda della legittimità dell’uso della forza nella difesa e allargata la strada della giustizia fai-da-te. Certo non va sminuita e trascurata l’esasperazione dei cittadini di fronte ai reati di più diretto 'allarme sociale'. La risposta in uno Stato di diritto però non viene da un allargamento o da uno strappo delle maglie della legittima difesa. Viene da una legalità preventiva e punitiva del crimine secondo diritto e giustizia. Legalità che dà sicurezze e certezze ai cittadini, piuttosto che indurli ad armarsi e farsi giustizia da sé".