“La politica non ci ignori”
Lab:Bz fa proseliti. Il gruppo, composto fra gli altri da Alfred Frei, Margot Wittig e Christoph Mayr Fingerle, guarda oltre il perimetro del capoluogo bolzanino coinvolgendo anche Bressanone e Merano, creando una piattaforma più larga denominata Lab+ - un think tank di idee per sviluppare sinergie e proposte comuni - presentata oggi, 20 settembre, nella sede di via dei Portici a Bolzano. L’obiettivo, sempre quello: inseguire quel “salto qualitativo - a dirla con Frei - nel processo decisionale e nel confronto fra il potere politico, la burocrazia, l’apparato pubblico e le lobby dei poteri più o meno forti”.
La partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica è il leitmotiv, “in Sudtirolo la valenza della pianificazione urbanistica acquista ancora più rilevanza nella ricomposizione degli interessi fra le città e il territorio provinciale”, sottolinea Frei che aggiunge: “Occorre sempre più mettere al centro la qualità della vita e non la prevalenza, si perdoni la semplificazione, della logica dei centri commerciali e dei deal immobiliari tipo Gries ‘Village’”. Ma che l’intera vicenda Benko, con il recupero del progetto in zona Cesarini, non sia stato digerito dalla squadra non è un mistero per nessuno, “è venuta a mancare la fiducia - afferma l’architetto Mayr Fingerle -, e la nuova amministrazione deve riconquistarla”. L’appello alla politica è quello di concepire una cultura nuova e nuovi equilibri nella determinazione dell’utilizzo degli spazi pubblici in modo da far partecipare la società civile nel processo riformatore. Un confronto, ad esempio, viene richiesto sulla legge urbanistica provinciale.
Le costole del nuovo Lab+ saranno, oltre a Lab:Bz, PAM Merano e brix.lab, a quest’ultimo lavorerà l’architetto Walter Colombi secondo cui pratica e sperimentazione nella partecipazione sono un valore aggiunto. “È necessario individuare le esigenze di uno specifico luogo utilizzandone il ‘patrimonio conoscitivo locale’”, spiega Colombi. Condizioni necessarie per una partecipazione concreta sono un’ampia e tempestiva informazione, chiosa l'architetto; “è compito delle istituzioni mettere a disposizione i mezzi partecipando al processo delegando per le istanze istituzionali propri rappresentanti. I delegati rappresentano, pertanto, un’istituzione che accetta di confrontarsi allo stesso livello. L’istituzione che promuove il processo partecipato dovrebbe avere il coraggio di accettare come vincolanti i risultati scaturiti dal lavoro partecipativo”.
Per quel che riguarda Bolzano, l’architetta Wittig annuncia che sarà avviata una collaborazione con la Facoltà di Design e Arti dell’Università di Bolzano e che diverse organizzazioni, come BZheartbeat, For You, In corso, Store again, Confesercenti - HDS e vari consigli di quartiere collaboreranno con il laboratorio cittadino Lab:Bz. Concretamente il gruppo intende avanzare proposte sul Piano di mobilità provinciale; per ovviare al problema del traffico di Bolzano - dove si riversa anche quello delle zone limitrofe -, e guadagnarci anche in salute riducendo l’inquinamento atmosferico, per esempio, Provincia e Comune - dicono - devono impegnarsi per mettere a disposizione degli spazi in periferia per i parcheggi e arginare così il flusso di pendolari, privilegiando il trasporto pubblico che dovrebbe essere in grado di offrire interconnessioni con il tram, il metrobus e le stazioni ferroviarie di Castel Firmiano, Ponte Gardena, Ora e la funivia di San Genesio.
Il Piano di mobilità deve inoltre includere il nuovo tracciato ferroviario per Merano con gli scali intorno a Bolzano (presso l’ospedale, per esempio), tenendo conto, peraltro, che le Ferrovie dello Stato hanno dato il disco verde al finanziamento del terzo binario dalla stazione di Bolzano fino al bivio Merano-Ora. Oppure ancora: la funivia del Virgolo, così frequentemente nominata nel dibattito pubblico, come alternativa sostitutiva alla costruzione di strade dovrebbe essere inclusa, secondo Lab:bz, nel Piano di mobilità come soluzione a lungo termine. “Bisogna chiedersi quale visione vogliamo avere per questa città - riassume infine Mayr Fingerle - come desideriamo che venga plasmata Bolzano da qui ai prossimi 5 o 10 anni, occorre avere lungimiranza nel progettare e in questo processo vogliamo essere legittimamente dei partner di dialogo per la politica”.