Cosa c’è nel libro sul “Masken-Skandal”
“Questo libro non è un’indagine parallela. Il nostro approccio allo scandalo sulle mascherine è meramente giornalistico, politico, etico. E, perché no, morale. Non tutto ciò che è inopportuno politicamente o dal punto di vista etico-morale, è rilevante penalmente. In questo libro abbiamo raccontato uno scandalo, saranno i lettori a dover trarre le proprie conclusioni”. Così si conclude “Das Geschäft mit dem Angst”, “Business con la paura”, il nuovo libro-inchiesta di Christoph Franceschini e Arthur Oberhofer. Seicento pagine sul “Masken-Skandal” (lo “scandalo delle mascherine”) nelle quali gli autori scandagliano, a partire dagli atti dell’indagine dei NAS, 10mila pagine di documenti, chat Whatsapp e soprattutto centinaia di ore d’intercettazioni telefoniche. Al momento sono 7 le procure in 3 diversi paesi che indagano sul “caso mascherine cinesi”.
Fare del bene, fare del male
Era il 6 aprile 2020 quando Salto.bz, con l’articolo "Vernichtendes Gutachten”, rivelò l’esito negativo di due test (condotti a marzo rispettivamente dall’istituto di certificazione tedesco “DEKRA” e, in Austria, dall’Amt für Rüstung und Wehrtechnik) sulla qualità delle mascherine e dei dispositivi di protezione importati dalla Cina su iniziativa della società di articoli sportivi Oberalp della famiglia Oberrauch, che offrì al Sudtirolo il proprio supporto nelle prime settimane della pandemia da Covid-19. Attraverso un ponte aereo con Vienna, dove le autorità avevano richiesto i controlli, l’Asl aveva ricevuto la fornitura di mascherine per un valore di oltre 9 milioni di euro, una cifra ottenuta secondo gli autori con una conversione favorevole del prezzo dall’euro al dollaro.
Il libro documenta nei minimi dettagli le conversazioni tra i dirigenti della sanità altoatesina e i vertici della Oberalp, preoccupati per quanto potesse accadere se i due pareri negativi fossero venuti alla luce. L’esito del test fatto in Germania rivelava che uno dei due tipi di mascherine “si sposta con semplici movimenti della bocca” mentre entrambe “hanno una permeabilità di oltre il 71%”. Nel primo capitolo sono raccolte le chiamate intercorse tra l’allora assessore provinciale alla sanità Thomas Widmann, il direttore generale dell’Azienda Sanitaria Florian Zerzer, il CEO di Oberalp Christoph Engl e il primario (allora alla guida della Taskforce-Covid) Marc Kaufmann: è qui che emerge ad esempio una conversazione tra Zerzer e Kaufmann in cui il primario domanda se fosse possibile danneggiare („Kann man dem nicht wehtun?“, “non gli si può fare del male?”) il giornalista intenzionato a far uscire la notizia — ovvero lo stesso Franceschini.
Con l’esclamazione “Lasst uns Corona rocken!” (“let’s rock Corona!”) si concludeva una mail, inviata in quel periodo da Engl ai propri collaboratori. Secondo gli autori del libro, emergerebbe il quadro di un’operazione moralmente “senza scrupoli”, dove si tennero nascosti all’opinione pubblica i risultati dei test senza troppo badare ai buoni propositi sanitari. Da un lato la Oberalp, in accordo con il Ministero della Difesa austriaco, avrebbe proseguito la distribuzione in Austria delle mascherine “bocciate”, mentre dall’altra si susseguivano i tentativi dell’Asl altoatesina di mettere in regola le mascherine già acquistate. Nel libro emerge tra le altre cose anche come Thomas Widmann cercò di mobilitare dei profili fake per commentare gli articoli di Salto.bz sullo scandalo mascherine.
Il ruolo di Zerzer
A marzo 2022 Zerzer firmò l’autocertificazione trasmessa all’INAIL dove si affermava che i dispositivi “rispondono ai requisiti essenziali di salute richiesti dalla normativa europea”, ma di tutta risposta l’INAIL il 7 aprile dispose il divieto di immettere in commercio il materiale in quanto la valutazione tecnica dei prodotti non era sufficiente e i prodotti non avevano il marchio CE. Zerzer insistette, chiedendo una validazione straordinaria che l’INAIL non rilasciò in quanto il materiale “non è conforme alle norme vigenti”. Dalle indagini dei NAS emerge che Zerzer non avrebbe informato d’un parere negativo ricevuto dall’INAIL nemmeno Marco Cappello, giurista al vertice dell’ufficio legale dell’Azienda sanitaria.
Zerzer avrebbe inoltre esercitato pressioni in svariate altre occasioni: dalla richiesta di cancellare dai server dell’Asl la mail contenente il parere negativo austriaco dell’Amt für Rüstung und Wehrtechnik (girata per errore a diversi funzionari della sanità altoatesina), alla presunta minaccia rivolta alla direttrice d'ufficio Sophie Biamino di toglierle l'incarico se non avesse firmato l'ordine dei dispositivi di protezione (che la dipendente Asl riteneva sbagliato firmare) e infine la richiesta al commissario straordinario nazionale Domenico Arcuri affinché desse il via libera all’acquisto da parte della Protezione Civile altoatesina di un altro carico da 25 milioni di euro di dispositivi importati dalla Oberalp. Ci sarà anche un successivo tentativo, sempre con il commissario Arcuri, di far acquistare alla Protezione civile nazionale 750mila tute asettiche. Arcuri però risponderà picche (“siamo matti?”), e così (citando la Procura) “per consentire a Oberalp di vendere le tute asettiche e avere il rimborso delle somme anticipate” verrà indetto un bando di gara provinciale per la fornitura di camici e tute per un totale di 71 milioni di euro. L’inchiesta è, al momento, ancora aperta.
Le prime reazioni
A libro uscito sono arrivate anche le prime reazioni. Oberalp attende di leggere la pubblicazione, ma Heiner Oberrauch sostiene a Rai Südtirol che i contenuti del libro sarebbero “un'assurdità assoluta”. “Ci si trovava in una situazione di emergenza mondiale”, aggiunge, “l'unico interesse era quello di aiutare la popolazione”, non il profitto. Molte posizioni, inoltre, sono state archiviate dalla Procura. Florian Zerzer fa sapere al Corriere dell’Alto Adige che non lo leggerà “perché ho tanto da fare” e ribadisce di “aver fatto la cosa giusta perché non c’erano alternative. Anche se erano difettose, quelle mascherine hanno protetto il nostro personale e quindi rifarei tutto”.
Skandalpresse in bester Bild
Skandalpresse in bester Bild-Qualität.
Antwort auf Skandalpresse in bester Bild von Dietmar Nußbaumer
Haben Sie den Artikel nicht
Haben Sie den Artikel nicht gelesen oder nicht verstanden? Oder lassen Sie sich als Bürger einfach gern auf den Kopf sch...en?
Antwort auf Skandalpresse in bester Bild von Dietmar Nußbaumer
Warum? Vertragen sie die
Warum? Vertragen sie die Wahrheiten nicht? Zum Glück gibt es diese beiden hervorragenden Journalisten,die auch " aufdecken" nicht " vertuschen"
Wo ist da die große
Wo ist da die große Enthüllung!?
Antwort auf Wo ist da die große von Winny Felderer
Lesen Sie das Buch,dann sind
Lesen Sie das Buch,dann sind sie schlauer.
In attesa che i quotidiani
In attesa che i quotidiani "Dolomiten" e "'Alto Adige" forniscano una informazione "obiettiva" della questione - (HA DA VENIR ?)
Verbleibe in Erwartung einer "objektiven" Berichterstattung der Tageszeitungen "Dolomiten" und "Alto Adige" - (wer Ohren hat zu hören, der höre !)
Antwort auf In attesa che i quotidiani von alfred frei
....wer Ohren hat zum hören
....wer Ohren hat zum hören dem hat man in früheren Zeiten, wenn er nicht hören wollte, die Ohren lang gezogen (ENA)