Politik | Bolzano

“Ho scritto alla sceriffa”

Il sindaco Caramaschi torna sulla questione senzatetto “concentrati nel capoluogo”: “Inviata lettera alle assessore Mair e Pamer. Sulla distribuzione si muove qualcosa”.
Caramaschi e Konder
Foto: SALTO/Val
  • Il sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi, torna a parlare della questione senzatetto nel capoluogo. E manda un messaggio chiaro alla Provincia: “Senza voler far polemica, ma avevo scritto una lettera d’intesa con il Presidente Arno Kompatscher che invitava i presidenti delle Comunità comprensoriali a farsi carico di trovare dei posti per i senzatetto per l'emergenza freddo — sostiene il primo cittadino — Noi abbiamo attualmente 1200 persone sulla città di Bolzano, perché Bolzano è attrattiva non solo per i turisti ma anche per il senzatetto, pare. Ma il problema è soprattutto quando finirà l'emergenza freddo e me li troverò per la città, concentrati su Bolzano per una certa volontà politica. Perciò avevo già polemizzato con l’ex assessora Waltraud Deeg”, ricorda il sindaco, “Bolzano dovrebbe avere solo 450 persone: una cifra sostenibile, compatibile con la città e la qualità degli interventi di assistenza”.

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    Dieci giorni fa Caramaschi ha ripreso la stessa lettera e l'ha inviata “alla ‘sceriffa’ Ulli Mair, così titolano i giornali, e anche all'assessora all'attività sociale Rosmarie Pamer. Ora attendo risposta. Se non rispondono, chiederò al prefetto la convocazione del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica per affrontare la tematica della distribuzione: chiaramente dovranno partecipare anche le rappresentanti della Provincia per affrontare questa tematica che, continuo a dirlo, può trovare la giusta soluzione se viene ripartita e ciascuno si fa carico” spiega ancora il sindaco. D’altronde “i numeri non sono grandi, se distribuiti rendono possibile una maggiore integrazione ed educazione, meno problematiche di convivenza e quindi è possibile anche che partecipino allo sviluppo locale, facendo dei corsi di manodopera a seconda dei settori di cui abbiamo bisogno”.

    Qualcosa comunque si sta muovendo, prosegue Caramaschi, “da alcuni comprensori c'è una certa disponibilità, a Merano, Sarentino, Bressanone”. È una questione di sicurezza? “La concentrazione, cioè il numero troppo elevato crea problemi nel calcolo delle probabilità. Più sono elevati i numeri, più si verificano fatti incompatibili con il vivere civile. Senza traslare tutte le colpe di ciò che non va su queste persone”, precisa il primo cittadino, che sull’esercito in città conclude: “Avere delle divise in più è sempre il segno di una presenza che ha una sua dignità e quindi incute maggior rispetto e comportamenti più consoni al normale vivere civile”.