Gesellschaft | Antimafia

“L'Alto Adige non è impermeabile alle mafie”

Intervista con Anna Canepa, sostituto procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia giunta a Bolzano in occasione della giornata nazionale contro la mafia

Anna Canepa, sostituto procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia a Roma, nonché Segretario Generale di Magistratura Democratica ha partecipato, oggi, alla giornata nazionale contro la mafia organizzata a Bolzano dall'"Associazione Cristallo", "Libera", l'"Associazione Nomi e Numeri contro le mafie" in collaborazione con la sezione Trentino Alto Adige dell'Associazione Nazionale Magistrati. Per l'occasione è stato proposto alle scuole lo spettacolo Paolo Borsellino. Essendo Stato scritto ed interpretato da Ruggero Cappuccio e si è svolta una camminata per la legalità che, partita dal Teatro Cristallo è arrivata al Tribunale.

Abbiamo raggiunto Anna Canepa poche ore prima dell'incontro con gli studenti per fare il punto sulla lotta alle mafie in un contesto come quello attuale.

Dottoressa Canepa, la crisi economica quella politica e lo sfilacciamento del tessuto sociale italiano sembrano lasciare ampi spazi alle attività criminali mafiose.  E' una sensazione errata?
"Purtroppo no, la criminalità organizzata ha grandi disponibilità di denaro e quindi vive la crisi come un'occasione di rilancio sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista della penetrazione nel tessuto sociale. Dal mio osservatorio privilegiato, posso sottolineare che quello che emerge dalle indagini, ad esempio, in Lombardia non è tranquillizzante. Milano e dintorni appaiono come un laboratorio di colonizzazione con grandi possibilità di investimento per la criminalità organizzata”.

L'Alto Adige può sentirsi al riparo da queste pratiche?
“Nessuno può pensare di vivere in un territorio impenetrabile alle associazioni mafiose. Le mafie hanno attraversato gli oceani e superato molte frontiere, l'idea di essere impermeabili alle infiltrazioni della criminalità organizzata è pericolosa come dimostra l'esempio della Liguria dove sono stati commissariati alcuni Comuni per infiltrazioni mafiose. Un territorio come quello altoatesino ha meno problemi di altri, ma non deve sentirsi immune, anzi, deve tenere alta la guardia . E' molto difficile comprendere da dove proviene il denaro degli investitori, le indagini patrimoniali sono molto complicate, in particolar modo nei territori non tradizionalmente mafiosi”.

Il sequestro dei beni ai mafiosi sembrava un'arma efficace, ma i risultati non sembrano all'altezza delle aspettative.
“La questione dei beni sequestrati alle mafie è complessa. Perché le attività sequestrate vanno rivitalizzate, mentre quando passano dalle mani della criminalità a quelle dello Stato troppo spesso muoiono. Occorre invece trovare il modo di renderle produttive ma per farlo servono manager capaci. Non va dimenticato che spesso si trattava di attività economiche che venivano utilizzate per penetrare un territorio e riciclare denaro, non per rendere dal punto di vista puramente economico. La soluzione non è quindi semplice, ma è evidente che occorre superare il mero significato simbolico del sequestro dei beni mafiosi e la scelta della legalità deve diventare vincente e non perdente. Qualcuno sostiene che piuttosto che essere disoccupati è meglio essere occupati con la mafia e questo è un ragionamento inaccettabile che non deve passare”.

Da decenni la magistratura si trova a colmare  lacune della politica, possiamo guardare al futuro con un po' più di ottimismo?
Il problema è più generale. Non si può fare il grave errore di delegare problemi strutturali, come quelli legati alle mafie, solo all'attività giudiziaria che arriva per ultima. La magistratura si attiva quando insorge la patologia mentre la prevenzione riguarda tutti i livelli della società. Per questo sono positive le iniziative con gli studenti come quella di oggi a Bolzano. Le zone grigie sono molteplici e quindi serve la collaborazione di tutti, dei cittadini, degli studenti e ovviamente della politica. Personalmente, comunque, rimango ottimista, altrimenti farei un altro mestiere”.