Politik | Elezioni europee

"All'Ue manca un'anima sociale"

L'ex assessore comunale Luigi Gallo candidato per Pace, terra e dignità. "Stiamo sempre più scivolando verso un baratro bellicista".
Luigi Gallo
Foto: Gilberto Cavalli
  • SALTO: Luigi Gallo, cosa l’ha convinta a candidarsi per Pace, terra e dignità.

    Luigi Gallo: Quello che mi ha convinto a candidarmi per le elezioni europee nelle lista Pace Terra Dignità è la preoccupazione  per quello che sta succedendo nel quadro internazionale con l'Europa e il mondo che scivolano verso un baratro bellicista. La mia, come quella di altri, é una testimonianza infinitesimale, da particella elementare, ma che  ho sentito necessaria. La richiesta di collaborazione di una persona come Raniero La Valle, grande intellettuale pacifista, cattolico di sinistra, è stata l’occasione contingente.

    Che cosa manca all’Unione europea di oggi? Se diventasse eurodeputato su che tematiche punterebbe.

    L’Unione Europea è nata come istituzione di pace; è il superamento di secoli di guerre fra Paesi europei. Nasce come istituzione di pace e cooperazione ma oggi é su una china pericolosa, in un vicolo cieco. All’Unione europea manca un'anima sociale, manca un’anima di pace. Sempre più fortezza chiusa nei propri privilegi. I muri che sono stati aboliti internamente sono stati e vengono ricostruiti  fisicamente e legislativamente  verso il resto del mondo. Basti pensare alle politiche sull’asilo recentemente approvate da questa maggioranza popolari socialisti, non dall'estrema destra, che minano alla base il diritto di asilo in Europa. Invece che  attuare politiche  serie e lungimiranti  stanno preparando il terreno a una ulteriore  avanzata della Destra europea. All’Unione europea manca una sua autonomia politica dell'impero americano.

  • Sfida tra colombe: Nell'illustrazione realizzata per SALTO da Rocco Modugno la lotta tra due colombe. Un mese e mezzo fa i Verdi hanno fatto ricorso contro Pace, terra e dignità per l'uso della colomba nel simbolo. Foto: Rocco Modugno/SALTO
  • Veniamo a un nodo importante. Se la NATO non avesse fornito armi all’Ucraina la guerra sarebbe sì finita da un pezzo, ma l’Ucraina non sarebbe più uno stato sovrano. Anche per lei sarebbe meglio che l’ucraina diventasse una nuova Bielorussia purché la guerra finisca?

    Non si puó capire nulla di quello che sta succedendo in Ucraina con la criminale invasione russa , se ci si limita alla cronaca. In un mondo dell'immediato,  tutto è cronaca immediata. Ma è vitale avere una visione storica, una visione delle dinamiche  economiche- militari- strategiche che ci governano. Si possono avere idee diverse, ma senza una visione che vada oltre la cronaca non si capisce molto. La ferita Ucraina risale almeno a 10 anni prima dell’invasione russa del 2022. D’altronde vi erano  già stata l'annessione della Crimea da parte dei russi e conflitti violenti con repressione nel Donbass russofono .Vi era tutto il tempo per curare quella ferita, e per evitare la cancrena. Si è scelto invece da parte dei 2 blocchi in conflitto, quello Euro Atlantico e quello Russo, di sfidarsi sulla pelle degli ucraini. Oggi l'Ucraina è il campo di battaglia sanguinoso del conflitto geostrategico fra due blocchi . E’ sotto gli occhi di tutti.  Ed è quello che potrebbe succedere a tutta l'Europa se non si apre la strada del negoziato e di un accordo complessivo  che riguarda evidentemente non solo  gli ucraini e i russi ma il blocco euro atlantico della nato e il blocco russo cinese. Non bisogna essere strateghi per vedere squadernato questo sotto i nostri occhi. Viene dichiarato apertamente ormai, da entrambe le parti.

  • Luigi Gallo: è in corsa per le Europee 2024 Foto: L.Gallo

    Per le sue posizioni sull’Ucraina il movimento guidato da Michele Santoro è spesso criticato e accusato di essere filo Putin. Lei come si pone?

    Significa essere filo Putin, come strumentalmente  e volgarmente è stato rinfacciato ai pacifisti contrari al delirio bellico?  No, significa essere per la vita, significa voler salvare l’Ucraina e gli ucraini, significa voler salvare l’Europa, che è il campo di battaglia. Significa voler salvare noi stessi e i nostri figli. D'altronde a chi ci accusa di essere filoPutin e finti pacifisti, chiederei: fino a quando? Prima mandiamo miliardi di  armi, poi -come "logicamente" stanno già dicendo - i soldati, e poi? Inizieremo a scambiarci le bombe atomiche?  Abbiamo avuto purtroppo tante esperienza nella storia, ma si sa che la storia non è maestra di vita, tantomeno oggi. Il piano inclinato bellico una volta avviato può essere inarrestabile. La macchina bellica ha dinamiche sue proprie, fatte di interessi  stratosferici nella produzione delle armi, di  sistemi di potere politico e economico,  di paranoie psicologiche. Siamo nella mani di persone migliori di noi? Non credo. L’unico punto di riferimento politico ed etico che mantiene la sua lucidità profetica è il Papa di Roma con la sua denuncia della guerra e dell’industria degli armamenti. Non a caso viene poco o niente considerato dal sistema politico - mediatico 

    Se sull’Ucraina anche a sinistra le posizioni sono diversificate, sul Medio Oriente la condanna verso la reazione di Israele al 7 ottobre è quasi unanime. Su questo l’Europa cosa potrebbe fare.

    Per quanto riguarda la questione israelo palestinese e il massacro quotidiano di Gaza , anche qui bisogna con ancora maggiore evidenza avere uno sguardo storico. E’ ideologico  alla massima potenza  far partire tutto dal 7 ottobre 2023 e dalla strage terroristica esecrabile di Hamas. Azione esecrabile  senza alcuna giustificazione. Si tratta di un'altra ferita  che  ha decenni di lutti , dolore e violenze  alle sue spalle. Quello che il governo di Israele sta facendo a Gaza è sotto gli occhi di tutti, governi, organismi internazionali, mass media:  decine di migliaia di morti civili, la distruzione delle infrastrutture  che consentono una vita civile, odierna e futura, come ospedali, scuole, luoghi di culto.  Chi non vede questo sarà giudicato dalla Storia. Non si può tacere. Noi siamo per il diritto di Israele di vivere in pace e in sicurezza e siamo per il diritto del popolo palestinese a vivere in pace  e dignità con una terra  e i diritti umani e civili di cui noi europei pretendiamo di essere custodi. Siamo soprattutto con tutti quelli che, da una parte e dall'altra, rifiutano la violenza e cercano di costruire anche nella tragedia, segnali di pace. Eroi  solitari di coscienza e umanità   Anche qui questa Europa odierna rappresentata da questi politici   non ha nessun ruolo, nessuna capacità politica, nessuna autorità morale. 

    L’agenda politica del governo Meloni ha fatto capire a tutti che è ridicolo dire che non esistono più destra e sinistra. Per quanto riguarda il nostro Paese , da cosa deve ripartire  la sinistra?

    In una situazione normale avrei detto: deve ripartire dalla questione sociale, non solo dai diritti. I diritti individuali senza affrontare la questione sociale non hanno molto futuro. Gli appelli contro la destra sono esauriti, talora imbarazzanti, se la sinistra non si renderà conto  che la questione della sofferenza sociale  di ampie fasce della  popolazione è il suo terreno naturale di attività politica.   In questa situazione del quadro internazionale  invece dico che prioritariamente la sinistra  deve ripartire dalla lotta per la pace e contro la guerra. Deve ripartire dall’articolo 11 della Costituzione. Senza la pace tutto è perduto. Quindi ambiguità non sono possibili.  L'Italia ha una tradizione politica cattolica e comunista che ha fatto dei temi della pace, del negoziato, del dialogo internazionale un suo caposaldo. La sinistra dovrebbe riscoprire questa nobile tradizione dei Dossetti, dei La Pira, dei Berlinguer, dei Moro e giocare questa sua storia anche sullo scacchiere internazionale. D'altronde la Pace si fa coi "nemici",  giova ricordarlo, e servono negoziatori. Sinceramente mi importa poco della sinistra se non parla di questo .