L’ingarbugliato caso Benko

Si avvicina l’ora x del voto sul megaprogetto di Benko in consiglio comunale e, prevedibilmente, si alza di pari passo il volume delle voci favorevoli e contrarie. La sempre agguerrita Maria Teresa Fortini (Movimento 5 stelle), su Facebook, parla di “catastrofe sotto ogni punto di vista”:
Guido Margheri definisce a sua volta il progetto Benko un “pessimo affare”. Secondo il numero uno della sezione locale di Sel il riuso dei 47 ettari dell’Areale ferroviario sarebbe il vero progetto strategico per Bolzano. Per quanto riguarda la viabilità, poi, Margheri denuncia, nell'ambito dell'operazione del miliardario austriaco, la mancanza di una seria analisi dei flussi di traffico che rischiano di mettere in sofferenza permanente un'area nevralgica della città.
“Le funzioni previste dal progetto Benko sono espressione di vecchie logiche appiattite sulla grande distribuzione commerciale e sulla rendita immobiliare, la cui attuale presenza in Città è largamente sovradimensionata con gravi squilibri e fenomeni di desertificazione dei quartieri residenziali in atto e in aperto contrasto con le esigenze della Città in termini di sviluppo sostenibile, in particolare, in relazione al turismo ecocompatibile legato alle attività congressuali e alle iniziative culturali.”
Questo un altro punto a sfavore del PRU del quadrante della stazione evidenziato dall’esponente di Sel che parla anche di “privatizzazione di spazi pubblici importanti” e di “edificazione di una parte significativa dell'attuale parco della Stazione”. Sotto processo, inoltre, l’articolo 55 quinquies della Legge Urbanistica Provinciale, che avrebbe portato a privilegiare gli interessi privati su quelli della città, secondo Margheri, che avverte: “il Consiglio Comunale si trova di fronte ad un semplice prendere o lasciare senza che vi sia stato alcun vero processo partecipativo”.
Paladino del progetto Benko, invece, Enrico Lillo (Forza Italia), secondo cui lo stato di degrado in cui versa la città può “essere estirpato solo con un’opera di trasformazione radicale e di innovazione anche nell’aspetto burocratico della partecipazione del privato nella cosa pubblica”. Un progetto che, una volta realizzato, diventerebbe “uno dei motori portanti per l’economia cittadina”. Il PRU di via Alto Adige è - dice Lillo - l’investimento perfetto per Bolzano, un investimento che rischia di saltare per colpa di persone che non sono “in grado di guardare oltre la propria punta del naso. Persone irresponsabili che si trovano nel posto sbagliato nel momento sbagliato la cui decisione, potrebbe influire negativamente e irrimediabilmente sul futuro non solo della nostra città ma di tutto l’Alto Adige, allontanando, con idee retrograde e ancorate a stereotipi economici e sociali ormai cancellati in quasi tutto il mondo, i possibili investitori privati”.
“La vera rivoluzione - conclude in una nota il coordinatore regionale di FI - non consiste nel dire sempre no per partito preso, ma nell’immettere nella società e nella politica uno spirito nuovo, nelle forme di sempre”.