Gesellschaft | L’evento

“La ricerca non è solo per i cervelloni”

Parola del prof. Borgianni. Intervista al docente unibz sull’imminente Festival “Science Live”, la tecnologia eye-tracking e l’importanza della divulgazione scientifica.
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Foto: © unibz

You do not really understand something unless you can explain it to your grandmother” (“Non hai veramente capito qualcosa finché non sei in grado di spiegarla a tua nonna”), la celebre affermazione attribuita ad Albert Einstein restituisce appieno il senso dell’iniziativa promossa dalla Libera Università di Bolzano: “Science Live. Get Curious!” è infatti il Festival della divulgazione scientifica che mira a rendere la scienza accessibile e auspicabilmente suscitare passione per essa.

L’evento si terrà venerdì 6 ottobre dalle 16 alle 22 nel campus in centro città a Bolzano. Otto isole, 30 stazioni interattive per avvicinarsi al mondo della scienza e della ricerca confrontandosi con gli addetti ai lavori. Tra questi anche Yuri Borgianni, docente di Reverse Engineering e Rapid Prototyping all’unibz, che al Festival illustrerà la tecnologia dell’eye tracking.
 

Prof. Borgianni, cosa ci riserverà il Festival “Science Live. Get Curious!”?

Si tratta di un’iniziativa rilevante - e lo è ancor di più dopo anni di chiusure e distanziamento causa pandemia di Covid-19 - per mettere in comunicazione il mondo universitario, e in generale quello della ricerca, con la cittadinanza. Ci aspettiamo un’ampia affluenza di pubblico a cui poter rivelare quali sono le nostre attività e il loro impatto sulla vita delle persone.

Uno sguardo ravvicinato, insomma, sulle ricerche portate avanti nelle cinque Facoltà dell’unibz.

Tutta l’organizzazione dell’evento, fra isole, stazioni e laboratori, è pensata proprio per poter mostrare la complessità e la vastità degli argomenti e delle discipline trattate presso la Libera Università di Bolzano. Si potrà passare dall’informatica e dalla programmazione all’ingegneria, all’economia e al management, fino al marketing e alle scienze sociali. Sul territorio del resto ci sono ricercatori e docenti con una comprovata rilevanza a livello nazionale e internazionale che potranno disquisire su un’ampia gamma di tematiche.

Ci aspettiamo un’ampia affluenza di pubblico a cui poter rivelare quali sono le nostre attività e il loro impatto sulla vita delle persone

Il Festival è aperto a un pubblico di tutte le età, la sfida allora è anche quella di rendere la materia il più possibile fruibile.

Trasmettere conoscenza a un pubblico eterogeneo per età è una peculiarità significativa di Science Live. Quando parlo con i miei dottorandi e i miei collaboratori, soprattutto con coloro che muovono i primi passi nell’ambito della ricerca, dico loro che, benché trattino argomenti complessi, devono essere in grado di comunicare quanto meglio possibile e in parole semplici cosa stanno facendo e per quale motivo. In maniera molto diretta chiedo al mio interlocutore: “Se tua madre o tua nonna o tuo cugino ti chiedesse perché sei all’università, perché fai ricerca e di cosa ti stai occupando, che diresti?”. Una domanda che all’apparenza può sembrare estremamente semplice ma a cui non è affatto facile rispondere.
Anche noi professori e ricercatori quindi ci mettiamo alla prova durante questo evento e sicuramente il contatto con la cittadinanza ci aiuterà a capire quali sono i termini adatti che dobbiamo utilizzare per descrivere le nostre attività e per rendere più fruibili e interessanti i risultati di ciò che stiamo portando avanti all’interno dell’ateneo accademico.

Science Live
La scienza dal vivo per grandi e piccini al Festival di unibz

 

Lo scopo dell’iniziativa del resto è diffondere la cultura scientifica. La ricerca di una forma attraente di comunicazione è un’esigenza cruciale della divulgazione.

È un’esigenza fondamentale su vari livelli. Innanzitutto sono lieto che il Science Live porti nel nome la frase “Get curious”, “siate curiosi”, poiché rende giustizia a un concetto, e cioè che il mondo della ricerca non è fatto solo per i cervelloni ma dal mio punto di vista dovrebbe attrarre soprattutto chi è curioso e ha voglia di scoprire cose nuove. È chiaro che c’è una parte del nostro lavoro che è più difficile da comunicare al cittadino ordinario, tuttavia dobbiamo tenere ben presente che ogni volta che affrontiamo un tema di ricerca, complesso o meno che sia, alla fine della catena troviamo sempre, in maniera più o meno indiretta, un essere umano e le sue esigenze. È nostro compito dunque seguire uno sviluppo che sia a misura d’uomo e al contempo saper comunicare con chiarezza i risultati che raggiungiamo.

Nella stazione di sua competenza si parlerà di eye tracking, di che si tratta?

In sostanza l’eye tracking - in italiano “tracciamento oculare” - è una tecnologia che permette di capire cosa sta guardando una persona e come. Un esempio pratico: in questo momento mi trovo di fronte a una finestra, ho davanti a me una serie di edifici, un parcheggio per le bici, un cortile. Se utilizzassi su di me uno strumento di eye tracking questo sarebbe in grado di captare la posizione dei miei occhi, e in particolare di alcune loro parti, e comunicarmi se sto guardando una bicicletta o una finestra di un edificio. Non solo: saprebbe “dirmi” se sto guardando a quel determinato oggetto con attenzione oppure se lo sto facendo in maniera sommaria. In pratica sono strumenti per registrare il comportamento visivo di una persona.

Dobbiamo tenere ben presente che ogni volta che affrontiamo un tema di ricerca, complesso o meno che sia, alla fine della catena troviamo sempre, in maniera più o meno indiretta, un essere umano e le sue esigenze

Quali sono le applicazioni del tracciamento oculare?

I campi di applicazione dell’eye tracking sono molteplici, in primis l’ambito medico e poi, man mano che la tecnologia si è sviluppata, è stata utilizzata anche in altri settori e tra i più svariati: si va dal marketing al turismo, allo sport, alla psicologia. Per quanto ci riguarda all’unibz usiamo questa tecnologia nella cornice ingegneristica, concentrandoci in particolare sullo sviluppo dei prodotti e della loro progettazione. Si tratta di una tecnologia che non è ignota nel mondo della ricerca, al contrario invece forse non è particolarmente nota al grande pubblico ma è ciò che potremo verificare anche al Science Live, testando il livello di sorpresa delle persone di fronte a questo tipo di strumenti.

E nell'ambito del Festival, a livello pratico, cosa potranno sperimentare di questa tecnologia gli avventori? 

Proveremo a creare situazioni diverse tra loro: organizzeremo giochi per bambini per dimostrare la capacità dello strumento e faremo dei test per gli adulti, pronti ad approfondire e rivelare uno spaccato delle attività sperimentali che svolgiamo anche con il supporto dell’eye tracking. Parleremo degli aspetti più legati allo sviluppo, alla progettazione, alla manipolazione, all’interazione e alla percezione del prodotto che sono per noi un ambito di ricerca importante.