Pfiati Dibba
Alessandro Di Battista, deputato del Movimento 5 Stelle dal 2013, ha annunciato ieri la decisione di non ricandidarsi per un secondo mandato in Parlamento alle prossime elezioni, nella primavera 2018. Una scelta personale, in alcun modo dettata da scontri con il fondatore Beppe Grillo (“un esempio”) o il candidato premier e vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (“un fratello”) né tantomeno dalla volontà di lasciare il Movimento: “È una mia seconda pelle, lo sosterrò sempre ma al di fuori dei palazzi istituzionali”. Il parlamentare 39enne cresciuto a Roma – noto per i suoi interventi infuocati in piazza e a Montecitorio, i tour elettorali in sella a una motocicletta, le memorie di viaggio da cooperante in Sudamerica e le (superate) difficoltà con il congiuntivo – tornerà ad andare “un po' in giro nel mondo” e a scrivere. “Non sono sorpreso, era nell'aria da tempo – spiega a Salto.bz Paul Köllensperger, consigliere provinciale del M5S a Bolzano – non aveva intenzione di fare della politica una professione. La nascita del figlio ha accelerato la decisione. La carriera politica non era il suo mondo, viaggiare è un'attività poco compatibile con la politica. Dispiace, ma sono certo che continuerà a sostenerci”.
Di Battista non aveva mai nascosto l'intenzione di fare un solo mandato da parlamentare: “Non faccio un'altra legislatura, non voglio perdere gli anni migliori” disse lo scorso anno ai piedi del Catinaccio, in Trentino, quando salì sulle Dolomiti per il suo tour “Costituzione coast to coast”. E lì recitò a memoria la poesia A Silvia di Giacomo Leopardi: “Io gli studi leggiadri / talor lasciando e le sudate carte / ove il tempo mio primo / e di me si spendea la miglior parte”. Il deputato pentastellato parlò di fronte a centinaia di simpatizzanti: “Generalmente quando prendo la parola alla Camera, vedo Brunetta e Boldrini, oggi vedo la Marmolada! Siamo in tantissimi qui in alta quota sulle Dolomiti, a parlare di democrazia, di Costituzione, ed è una meraviglia vedere cittadini così partecipi, così informati, così desiderosi di diritti e sovranità. Lo dico a tutti i cittadini: informatevi. Hanno paura che i cittadini s'informino e vadano oltre i bei titoli delle leggi renziane, come nei contratti”.
Diritto alla terra, nonviolenza & carbonara
Già nel 2013, l'altoatesino Gustav Hofer e Luca Ragazzi nel documentario What is left? diedero spazio al Dibba-pensiero sulla politica e sul suo futuro personale. “Noi stiamo provando a costruire la democrazia diretta – spiegò Di Battista intervistato da Ragazzi – attenzione però: noi siamo sicuri che con un livello informativo decente nessun italiano potrebbe mai pensare che la pena di morte sia una soluzione. Oggi sono nella Commissione Affari esteri, ritengo che stia lavorando bene anche se posso fare di più, e poi tornerò a fare lo scrittore. Come altri miei colleghi, mica lavoriamo da soli, ma con l'intelligenza collettiva della rete. Ci vuole del tempo, il popolo italiano è lobotomizzato da vent'anni di Berlusconi”.
“In Sudtirolo il mio riferimento era Alexander Langer – chiosava Gustav Hofer, orfano di un partito verde – per il quale essere ambientalista non significava solo usare la bici, ma cambiare modo in cui viviamo. Nel programma dei 5 Stelle ci sono cose importanti per l'ecologia e l'ambiente, ma non potrei mai votare chi dice no all'Europa”. “Ma se la sinistra è quella che ho visto negli ultimi vent'anni, allora io non sono di sinistra – replicò Di Battista – perché non hanno fatto niente. Poi io ho fatto le battaglie in Latinoamerica per i diritti indigeni, considero il diritto alla terra un diritto inalienabile, credo che la terra debba appartenere a chi la lavora, credo che le fabbriche in parte debbano appartenere agli operai. Questo è di sinistra? Boh, secondo me è logico. Noi siamo idealisti, la nonviolenza è un nostro ideale, un nostro valore. È di sinistra, Gandhi era di sinistra? Boh. Qualsiasi cosa fa l'essere umano non è perfetta, a parte la carbonara”. Come dargli torto.