“Con il Punk facciamo luce sui diritti”
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Piace giocare con le parole, ai membri del gruppo Punk “Pankhurst”. Tanto è vero che il nome dato alla band non solo richiama al genere musicale della band, ma anche a un tema ben specifico, quello dei diritto. La famiglia Pankhurst, infatti, si trova nei libri di storia per aver guidato il movimento delle suffragette nel Regno Unito, aiutando le donne a ottenere il diritto di voto. E così, il gruppo di Ferrara che suonerà domani, sabato 23 marzo 2024, all’EST di Brunico, ha racchiuso in un nome sia il proprio modo di fare musica che la propria sensibilità politica. L’iniziativa, nata grazie al gruppo del Centro Giovani Diverkstatt, coinvolgerà anche la band bolzanina “Tusabes”.
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Nei nostri testi facciamo luce sui diritti delle persone. Parliamo di tortura, di violenza domestica, di pace.
salto.music: Arrivate da Ferrara. Raccontateci di voi, del vostro passato musicale. Quando nascete come gruppo e cosa avete pubblicato?
Pankhurst: Innanzitutto per noi è un grande piacere poter suonare a Brunico. Giriamo abbastanza l’Italia e spesso veniamo richiamati negli stessi club dove abbiamo già suonato, quindi chissà, magari ritorneremo anche qui. Siamo una band nata nel 2019, e che quindi ha subito molto le chiusure dei locali durante la pandemia. E su questo, lasciateci dire che abbiamo sempre preferito i club alle birrerie, perché la musica viene considerata di più, e quindi è più facile apprezzarla.
Noi abbiamo pubblicato “The Vote”, il nostro primo EP, nel settembre 2019. A luglio 2021 siamo usciti con il secondo EP “On The Border”, che contiene “No One Wanna Read Tolstoj”, di cui abbiamo fatto un video musicale. L’8 marzo 2023 abbiamo pubblicato con l’etichetta Sheratan records “Out Of The Kingdom", che era stato già anticipato da due video singoli: “Watch Him Bleed” e “Taking Me Home”.salto.music: Nei vostri testi portate avanti anche una visione politica?
Pankhurst: Sicuramente ci occupiamo di diritti delle persone. Parliamo di tortura, di violenza domestica, abbiamo scritto pezzi sulla pace. Utilizziamo metafore e non vogliamo essere aggressivi. Insomma, facciamo riflettere senza scandalizzare chi ci ascolta.salto.music: Avete pubblicato un singolo dal titolo “Walk Like A White Cop”?
Pankhurst: Sì, in realtà è la cover di “Walk Like An Egyptian” delle Bangles, un gruppo degli anni ’80. Abbiamo cambiato un po’ di cose e l’abbiamo fatta diventare una canzone contro il razzismo. Ci ha ispirato il caso di George Floyd.salto.music: Nei live suonate a volto scoperto, però sui social vi coprite il volto. Come mai questa scelta comunicativa?
Pankhurst: Le croci sui nostri volti sono un messaggio di solidarietà verso tutti gli oppositori politici perseguitati, torturati e uccisi nel mondo. I loro volti, tranne in alcuni casi, sono sconosciuti e quindi noi vogliamo rappresentarli tutti.salto.music: Cosa dobbiamo aspettarci per sabato?
Pankhurst: Con noi si balla e si poga. Entrambe le cose. Tutti insieme.