Politik | Gastkommentar

Turismo, finiremo come le Canarie?

Sabato 60.000 persone in piazza per protestare contro "l'assalto" alle isole. Residenti furiosi per la difficoltà a trovare alloggi a prezzi equi e costo della vita. Ricorda qualcosa?
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Foto: Ansa Il Post
  • Scrive il Post: Sabato alle isole Canarie ci sono state grandi proteste contro i danni provocati dal turismo di massa, in particolare per quanto riguarda le difficoltà dei residenti a trovare alloggi a prezzi equi a causa del mercato delle seconde case. Secondo la stima della delegazione del governo nazionale spagnolo nell’arcipelago, circa 57mila persone hanno partecipato alle manifestazioni organizzate a Santa Cruz de Tenerife, Las Palmas de Gran Canaria, Arrecife (Lanzarote), Puerto del Rosario (Fuerteventura), Valverde (El Hierro), San Sebastián de La Gomera e Santa Cruz de la Palma.

    Dopo aver letto il servizio Ansa sulle proteste alle Canarie contro gli eccessi dello sviluppo turistico, è venuto quasi automatico collegarlo a quanto sta accadendo anche qui in AltoAdige/Südtirol. Sicuramente il turismo è stato uno dei più importanti fattori di sviluppo dell’economia locale, che ha permesso di trasformare abbastanza rapidamente una terra povera ed arretrata in un modello di sviluppo a livello europeo. Ma è proprio questa crescita continua e senza limiti che ci sta portando a doverci confrontare anche con le sue conseguenze indesiderate e incontrollate. Un modello sino ad ora vincente, che si è poi replicato in altri ambiti economici, per cui possiamo oggi constatare come potenti lobby determino le scelte generali, arrivando a condizionare e talvolta surrogare in toto la funzione di mediazione nel superiore interesse pubblico che dovrebbe essere in capo alla politica. 

    E’ prospettiva pericolosa, quando gli interessi privati e quindi particolari si antepongono a quelli pubblici, perché  mette in tensione quella rete di rapporti sociali che regge il vivere in comunità. Per cui credo che la politica, oltre a ragionare di un nuovo Statuto che possa garantire o addirittura dilatare ambiti di autonomia, debba iniziare a preoccuparsi di delineare un nuovo modello cui tendere per la nostra comunità, non solo in termini meramente economici, ma anche di equità sociale e di comune sviluppo culturale. Un modello per il prossimo futuro, che dovrà essere condiviso e condivisibile da tutte le componenti sociali, anche superando vecchie logiche di specificazione etnica. Una sfida non più rimandabile, innanzitutto dalla politica, ma anche da quella società civile che spesso si trova o si considera più avanzata.

  • Chi è

    Paolo Berloffa, imprenditore, figlio di Alcide - il padre "italiano" del Pacchetto - è ex consigliere comunale della Margherita e attento osservatore degli sviluppi dell'autonomia.