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“Emozioni incredibili”

Dopo due anni di alti e bassi, Matteo Bianchi conquista due ori e un bronzo agli Europei Under 23 di ciclismo su pista. Carico di gioia guarda alle Olimpiadi del 2024.
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Foto: UEC

Vive a Laives, conosce il ciclismo quasi per caso e, dopo un momento di prestazioni atletiche non al massimo, riesce a conquistare due ori e un bronzo a squadre agli Europei Under 23 di ciclismo su pista. Matteo Bianchi, classe 2001, appena rientrato da Anadia, in Portogallo, guarda ora speranzoso ai mondiali Elite di ottobre e alle Olimpiadi di Parigi 2024, studia economia e, per caricarsi, prima delle gare ascolta musica Hardstyle.

 

 

Salto.bz: Un bronzo a squadre, poi un oro arrivato dal chilometro da fermo, infine, ancora un altro oro con il keirin. Tre medaglie. Lo avresti mai detto? Che emozioni hai provato in Portogallo?

Matteo Bianchi: Il bronzo a squadre ha entusiasmato tutto il team. Nel chilometro da fermo partivo quart’ultimo e temevo l’ultimo atleta: il germanico Anton Höhne. Durante la gara guardavo gli intertempi, lui sarebbe stato in prima posizione ma, ad un certo punto, si è piantato e sono riuscito a vincere. Sono esploso dalla gioia. A differenza dell’oro nel keirin, molto più inaspettato, le emozioni di questa gara le ho sentite tutte, soprattutto dopo due anni difficili…

Il passaggio da Juniores a l'Under 23 è stato caratterizzato da alti e bassi. Intorno a me c'era tanta confusione.

Da che periodo arrivi?

Ho avuto una bella stagione da Juniores, ma il passaggio tra questa categoria e l’Under 23 è stato caratterizzato da diversi alti e bassi. Non avevo un metodo di allenamento efficace e, intorno a me, c’era tanta confusione. Ora corro su strada con la Campana imballaggi Geo&Tex Trentino e sono seguito da Alessandro Coden, mentre su pista mi alleno con lo Staff della Nazionale. Quest’anno ho ritrovato la giusta condizione e questo risultato è la conferma del lavoro fatto.

Ma come ti sei avvicinato al ciclismo e, in particolare, al mondo della pista?

Prima praticavo sci a livello agonistico; durante i mesi di pausa, però, era necessario fare attività presciistica e quindi ho iniziato ad andare in bici. Successivamente sono entrato in una società e la cosa ha preso piede. L’avvicinamento alla pista è arrivato grazie al Centro pista di Bolzano che mi ha dato l’opportunità di allenarmi settimanalmente nei velodromi di Mori e Pescantina.

Ed ora, invece, quanto ti alleni e, soprattutto, dove? Visto che non c’è un velodromo in Alto Adige…

Normalmente vado due volte a settimana al velodromo di Montichiari. Poi, chiaramente, mi alleno su strada e in palestra, ma il tutto varia a seconda delle gare in programma.

 

Non sarebbe più comodo avere un luogo di allenamento vicino a casa? Magari così si avvicinerebbero anche più persone a questa disciplina.

Sicuramente sarebbe una bella opportunità. Ma noi, come atleti, dobbiamo impegnarci a raggiungere dei risultati sportivi. Con la costruzione di una struttura, senz’altro la pista avrebbe più risonanza e come luogo, l’Alto Adige, sarebbe in una posizione ottimale: arriverebbero atleti sia dall’Austria che da altre regioni d’Italia.

Prossimi appuntamenti su pista?

Ora, insieme a Ivan Quaranta - coordinatore del settore velocità della Nazionale - dobbiamo definire come affrontare al meglio i mondiali Elite che si terranno ad ottobre, un mese abbastanza scomodo per arrivare totalmente in forma. A febbraio, infatti, inizieranno le qualificazioni per le Olimpiadi di Parigi 2024. Mi aspettano due anni davvero tosti…