Gesellschaft | Sanità

Promossi, ma con riserva

Studio sulla valutazione dei sistemi sanitari regionali, alta la qualità in Alto Adige ma costi ancora troppo elevati. Stocker: “Ci aspettano importanti sfide”.

Si chiama “Studio bersaglio” ed è un sistema di valutazione della performance dei sistemi sanitari che fornisce una modalità di misurazione, confronto e rappresentazione delle realtà regionali in modo da individuare i vari punti di forza e debolezza. Il sistema è stato attivato nel 2008 con la collaborazione di quattro regioni: Toscana, Liguria, Piemonte ed Umbria, attualmente le regioni coinvolte sono 14, fra queste anche il Trentino-Alto Adige. “Una valutazione fatta su base volontaria, e dunque non imposta dal Ministero, da quelle strutture che vogliono confrontarsi coraggiosamente su certi indicatori (200, ndr) al fine di evitare l’autoreferenzialità e capire dove poter migliorare”, ad affermarlo Sabina Nuti, responsabile dell’Istituto per il management e la salute dell’Università Sant’Anna di Pisa che ha presentato i risultati dello studio - che saranno pubblicati in versione cartacea e sul sito web dell’Istituto - insieme all’assessora Martha Stocker, e alla coordinatrice dell’Istituto epidemiologico provinciale Carla Melani.

“Grazie a questo strumento (l’Alto Adige ha preso parte al progetto nel 2010, ndr) siamo in grado di valutare la performance del nostro sistema sanitario e del lavoro svolto dalla nostra Azienda sanitaria, confrontandoci non solo sui diversi stili di vita ma anche sull’ospedalizzazione”, ha spiegato Stocker aggiungendo che la Provincia di Bolzano “gode di ottima salute” ma che permangono alcune sfide che verranno affrontate con la riforma sanitaria. Si indagano, nel report, la capacità di perseguimento degli orientamenti regionali, la valutazione sanitaria, la valutazione esterna, quella economico finanziaria e l’efficienza operativa. In quanto alla valutazione della salute della popolazione l’andamento dei relativi indicatori non viene attribuita al management aziendale e il miglioramento registrato oggi è, in molti casi, dovuto alle scelte effettuate nel passato, motivo per cui la valutazione viene inserita fuori dal bersaglio.

In sintesi per quanto riguarda gli stili di vita, nell’attività di valutazione e programmazione delle Aziende sanitarie Bolzano evidenzia risultati sostanzialmente buoni tranne che per il consumo di alcol, ancora elevato. Le cause di morte più frequenti in Provincia sono quelle connesse alle malattie del sistema circolatorio e per tumore. Critico, inoltre, resta il numero di suicidi che sono più ricorrenti rispetto alle altre regioni.

Particolare attenzione va riservata al livello di copertura vaccinale, basso rispetto alle altre regioni, il basso uso di farmaci generici, l’alto ricorso all’ospedalizzazione (la Provincia ha il tasso più elevato del Network, Brunico e Bressanone in testa), l’alta variabilità tra i vai comprensori sanitari per quanto riguarda la chirurgia e l’alto costo sanitario pro capite. Confermata l’ottima organizzazione dei processi ospedalieri per quanto riguarda il consumo di antibiotici e la chirurgia del femore. Buoni i tempi di attesa per quanto riguarda la chirurgia oncologica e brevi, in media, i tempi d’attesa nel Pronto soccorso. Critiche sono giunte tuttavia sui tempi di attesa al Pronto soccorso di Bolzano, in particolare per gli anziani, che spesso devono aspettare dalla mattina fino alla sera prima di essere assistiti. “Un problema frequente anche in altre regioni - risponde Nuti - occorre, in questo senso, attivare maggiori servizi territoriali per non gravare, ove possibile, sui pronto soccorso”.

Quello della Provincia di Bolzano, conclude Melani, “è un sistema ben funzionante con punte di eccellenza, ma i suoi costi sono ancora eccessivamente elevati ed è ancora troppo concentrato sull’ospedalizzazione”.