Politik | SALTO change

È il sistema economico che non funziona

Alla serata inaugurale della serie start.klar all’UFO di Brunico, la politologa austriaca Natascha Strobl e il pedagogista Thomas Kobler hanno discusso delle radici sociali dell’estremismo di destra e della necessità di una democrazia più giusta.
Startklar im UFO
Foto: Simonetta Nardin, SALTO
  • SALTO change im Oktober

    „Die Demokratie und die Gefahr von rechts“ lautet das Thema von SALTO change im Oktober: 

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  • È giusto difendere lo stato di diritto, ma non bisogna dimenticare che, in questo momento, è il sistema economico a non funzionare. E una difesa della democrazia deve passare anche attraverso la messa in discussione di un modello economico che produce vincitori e vinti. È questo uno dei messaggi centrali emersi nella serata inaugurale della serie start.klar che si è tenuta mercoledì 22 ottobre all’UFO di Brunico sul tema “Democrazia in pericolo”, moderata da Markus Lobis. A questo link si può rivedere l'incontro.

    La politologa e studiosa di estremismo di destra austriaca Natascha Strobl ha invitato il pubblico a interrogarsi sulle ragioni che spingono tanti cittadini dei paesi occidentali verso la destra radicale. “Bisogna chiedersi se si tratti davvero di ideologia" – ha osservato – "o piuttosto del fatto che si vive la propria vita di corsa, ci si può permettere sempre meno, mentre i prezzi aumentano sempre di più.”

     

     “Continuare a sostenere che questo sia il migliore dei mondi possibili è un errore grave."

     

    Per Strobl, è necessario riconoscere che alcune cose non funzionano: “Continuare a sostenere che questo sia il migliore dei mondi possibili è un errore grave, anche strategico. Non sono la democrazia o lo Stato di diritto a non funzionare, ma il sistema economico, che non garantisce più i segni di benessere tradizionali – la casa, l’auto, le vacanze – e lascia spazio alla frustrazione. Ma quella frustrazione va riconosciuta come legittima, non negata.” 

     

    “La maggior parte desidera semplicemente vivere con dignità ed essere lasciata in pace.”

     

    L’obiettivo, ha aggiunto, è riportare la discussione sulle condizioni materiali e sociali della vita quotidiana: “Quando si parla con le persone lontano dalle guerre culturali, emerge che la maggior parte desidera semplicemente vivere con dignità ed essere lasciata in pace.”

    Nella prima parte del suo intervento la politologa ha parlato della definizione di fascismo. La parola, ha detto viene usata "troppo spesso come sinonimo di estremismo di destra, di nazionalsocialismo, di tutto ciò che non ci piace o che non ci sta bene in un determinato momento - questo è un  un uso completamente errato", come sarebbe anche errato considerarlo un fenomeno del XX secolo e basta. 

    Il fascismo è innazitutto di un'ideologia - quella dell'ultranazionalismo palingenetico, nella definizione di Roger Griffin, come idea della rinascita, della resurrezione del popolo, della nazione, della cultura e della razza. "Ma il fascismo è soprattutto una pratica collettiva di violenza che può assumere la forma di una folla, di un movimento, di un partito o di uno Stato" e, nella nostra fase storica, anche violenza digitale.  

     

    "Il fascismo diventa invece accettabile dalla maggioranza quando il presente democratico viene percepito come degno di essere distrutto."

     

    "Il fascismo è sempre una reazione a qualcosa, non cade semplicemente dal cielo, non è semplicemente lì perché le persone decidono da un giorno all'altro di essere fasciste. Il fascismo diventa invece accettabile dalla maggioranza quando il presente democratico viene percepito come intollerabile e quindi degno di essere distrutto", ha concluso. 

    Alla serata ha partecipato anche Thomas Koblerpedagogo sociale e responsabile della programmazione all’Ost-West-Club di Merano, che ha tracciato un quadro dell’estremismo di destra in Alto Adige. Kobler ha ricordato come aver assistito già da ragazzo a episodi di radicalismo tra i suoi coetanei lo ha spinto a occuparsi di educazione politica e di prevenzione della radicalizzazione. Negli ultimi anni, ha spiegato, nelle scuole si notano segnali preoccupanti: “Alcuni insegnanti mi hanno segnalato con grande preoccupazione il ritorno di simboli e linguaggi dell’estrema destra. È un tema di cui in Alto Adige si parla troppo poco.” 

     

    “In Alto Adige, purtroppo, manca una ricerca sistematica sul tema dell’estremismo di destra.”

     

    Il pedagogo ha rivolto un appello diretto alle istituzioni locali e al mondo accademico: “In Alto Adige, purtroppo, manca una ricerca sistematica sul tema dell’estremismo di destra. Non abbiamo un archivio antifascista e quasi nessun confronto strutturato nelle scuole. Anche l’Università di Bolzano, in particolare la sede di Bressanone, dovrebbe assumersi un ruolo più attivo – soprattutto nei corsi di pedagogia e lavoro sociale, dove si formano persone che lavoreranno con gruppi vulnerabili, come rifugiati o senzatetto. Serve una formazione adeguata e consapevole su questi temi.

    Kobler ha aggiunto che anche la politica locale dovrebbe impegnarsi con maggiore convinzione nel sostenere l’educazione civica e la cultura democratica: “Non si tratta solo di contrastare l’estremismo di destra, ma di fornire ai giovani gli strumenti per comprendere la società in cui vivono e costruirne una migliore."

  • Le speranze di Strobl e Kobler

    Natascha Strobl ha voluto concludere l’incontro con una nota di fiducia: “Non credo nel difendere lo status quo, ma nel credere che il futuro possa essere migliore del presente. Il futuro deve essere migliore del presente: tutto il resto significherebbe che abbiamo rinunciato. Vale la pena lottare per questo futuro migliore.”

    Anche Kobler ha condiviso una prospettiva positiva: “Solo se molte persone potranno partecipare pienamente alla vita sociale, potremo tornare ad avere una visione costruttiva della società e del futuro.”