Natale
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Gesellschaft | Finferli e nuvole

Monobanco e Nientenatale

Ovvero: il gusto per lo psicodramma dei media italiani.

I media italiani amano lo psicodramma. D'altronde l'antenato nobile, il melodramma, è nato in Italia. In Toscana, nel '600.

In giugno è partito lo psicodramma numero1: Il monobanco. Ogni giornale, ogni Tg, ogni blog, ogni Tv: ogni giorno una puntata.

Sostituire tutto. Costruire banchi singoli. Ordinare banchi singoli. Traportare banchi singoli. Preferire la rotellina nei banchi singoli.

Rimuovere banchi doppi. Stoccare banchi doppi. Smaltire banchi doppi.

Ce la faremo? Siamo in ritardo. Le ditte non ci stanno dietro. È a rischio l'anno scolastico.

Poi in settembre si è visto che si poteva fare anche altrimenti. Si potevano creare nuovi spazi (corridoi, container, palestre...) usando i banchi vecchi. Si sono visti scolari seduti alle estremità del banco. A destra e a sinistra, di fianco. Scomodi, è vero, ma abbondantemente rispettosi del metro di distanza. Alcuni istituti hanno segato i banchi lunghi a metà, dotandoli di nuove gambe.

Dal ministero è poi arrivata un'ordinanza che consentiva meno di un metro a patto di indossare la mascherina.

Hanno iniziato a girare immagini di scuole francesi e tedesche. I vecchi banchi doppi con un solo alunno dietro. Metà classe a scuola, metà a casa. La settimana dopo viceversa. Oppure una metà dei banchi in aula e una metà in palestra.

Decine di milioni risparmiati. Tonnellate di rifiuti risparmiate. Migliaia di Tir risparmiati.

Nel liceo dove insegno i monobanchi ci sono da anni. Quelli con la rotellina. Odiati da tutti. Scomodissimi. Piccoli. Senza ripiano per i libri. Con gli studenti tutti quanti ogni anno a chiedere di cambiarli. Mai fatto, per mancanza di soldi.

Che botta di fortuna!!

Con l'inizio dell'anno scolastico, in settembre, lo psicodramma si è concluso. Nessuno ha mai più sentito parlare de Il monobanco.

Ed è stato un paio di settimane più tardi, con la seconda ondata covid, che ha preso il via lo psicodramma numero 2: Nientenatale.

Ci sarà il Natale? Si farà il Natale? Riusciremo a salvare il Natale? Ci sarà il cenone? I ristoranti ci accoglieranno? Potrò invitare i venti ospiti dell'anno scorso? I consuoceri? La ragazza di mio figlio? La bisnonna del nipote? La cuginetta di Franchino? I parenti di Afragola? Il bracco del Toni?

Ordinare uno o due cotechini? Quante lenticchie? E i tortellini di Valeggio?

Con l'inizio dell'anno scolastico, in settembre, lo psicodramma si è concluso. Nessuno ha mai più sentito parlare de Il monobanco. Ed è stato un paio di settimane più tardi, con la seconda ondata covid, che ha preso il via lo psicodramma numero 2: Nientenatale.

Porcaccia miseria: per un anno eravamo riusciti a evitare i mercatini. A fermare i torpedoni. A migliorare l'aria. Niente Potschn di feltro e pezze di speck.

Per un anno.

Chiudiamo gli occhi e immaginiamo.

Il Lungopassirio senza i Moon Boot dei milanesi. La Rienza senza le pellicce romane. Piazza Walther senza i Moncler dei veneziani.

Solo Walther, in piazza. Noi e lui. Lui sopra e noi sotto, a brindare col Glühwein nel termos.

Per un anno ci si poteva accontentare così. Con qualche rinuncia. Con qualche pensiero per chi sta davvero male. Poi, con il vaccino, si recuperava il Natale. Magari già in febbraio, assieme al Carnevale.

E invece no.

Un altro mese di psicodramma.

Giornali, Tg, blog, Tv.

Nientenatale, l'ultima puntata, andrà in onda alle ore 24 del 25 dicembre.