Anticorruzione: quante le posizioni da “sanare”?
“Inconferibilità e incompatibilità degli incarichi dirigenziali”. Il decreto è stato approvato dal governo Monti, in una delle sue ultime sedute (21 marzo). Serve ad attuare la legge 190 del 2012, meglio nota col nome di “anticorruzione”. La norma stabilisce quando gli incarichi dirigenziali e amministrativi di vertice non possono essere conferiti o sono incompatibili con altre posizioni (ad esempio in società controllate, inhouse e simili). Il provvedimento del Governo, pubblicato il 19 aprile, ha una ricaduta immediata anche in provincia di Bolzano.
Le conseguenze pratiche non sono ancora del tutto chiare. Non per nulla, con una nota del 20 giugno, gli uffici della Regione hanno chiesto lumi alla Commissione Indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche (CiVIT), presso l’Autorità nazionale anticorruzione.
Mentre si stanno raccogliendo ulteriori elementi, la Direzione generale della Provincia (il 6 giugno) ha diramato una circolare che impone ai dirigenti pubblici di autocertificare la propria posizione. La Ripartizione Finanze della Provincia (cui fanno capo le varie società) si è messa all’opera per stilare una lista dei possibili casi di incompatibilità. L’elenco, ancora riservato, è ora sottoposto al vaglio del Direttore generale. “I casi sono molto meno di quanto sembrava in un primo tempo”, sostengono alla Ripartizione Finanze. “Stiamo verificando persona per persona. Da Roma, inoltre, devono ancora spiegare se la norma si applica da subito o solo man mano che gli organi sociali arrivano a scadenza”.
Nel frattempo, per l’appunto, le cariche scadute vengono rinnovate secondo un’interpretazione restrittiva della norma. “Per evitare problemi successivamente”. È il caso di Flavio Ruffini che lascia la presidenza di CasaClima a Stefano Fattor (che presiede anche Eco Center). “A CasaClima – dice Fattor – era scaduto il ciclo amministrativo del presidente e l’assemblea dei soci (la Provincia) ha fatto le nuove nomine. Ruffini non poteva essere riconfermato, in base al decreto Monti, in quanto dirigente provinciale”.
Si sono fatti anche altri nomi. Secondo i Verdi, che hanno presentato una specifica interrogazione in Consiglio provinciale, “l’incompatibilità riguarda diverse posizioni, a partire da quella del presidente Durnwalder nei Cda della Laimburg e di Castel Tirolo”. È tutto da vedere. Per ora, in seguito alle nuove norme, Eros Magnago, direttore della ripartizione Finanze della Provincia, ha lasciato la presidenza di Informatica Alto Adige (SIAG Spa) a Paolo Berlanda. Cambio della guardia anche al Business Location Südtirol Alto Adige (BLS), presieduto finora da Martha Gärber, dirigente dell’Ufficio provinciale dell’Industria. Sarà sostituita dall’ex senatrice Helga Thaler Ausserhofer.
In questi stessi giorni si registrano interventi anche ai vertici della fondazione Vital (promozione di salute e benessere) dove la presidenza è stata assunta da Christian Wiedermann, primario di Medicina interna a Bolzano, al posto di Florian Zerzer, direttore del Dipartimento alla Sanità e Politiche Sociali, e ad Alto Adige Marketing (SMG), dove il primo compito del nuovo Cda sarà quello di nominare il presidente che andrà a sostituire Reinhold Marsoner, direttore della Fiera di Bolzano.
Per quanto riguarda la società Hospital Parking, controllata interamente dalla Provincia, il presidente del Cda Mauro Marchi non dovrebbe correre rischi, essendo un semplice consigliere comunale. Tuttavia, dice Marchi, “per togliere qualsiasi dubbio e non mettere in difficoltà la società, al prossimo Cda metterò il tema all’ordine del giorno e sentirò le valutazioni del collegio sindacale”.
Engelbert Schaller dirige la ripartizione Personale della Provincia: “Il nostro orientamento – dice – è già adesso quello di evitare di collocare i dirigenti provinciali ai vertici delle società controllate. Indipendentemente dal decreto Monti”.
L’“anticorruzione”, è ovvio, non riguarda solo la Provincia, ma pure i Comuni e altri enti, ognuno dei quali dovrà avere al suo interno un “responsabile della prevenzione della corruzione”. È un ruolo assai delicato. Oltre a segnalare le situazioni controverse, il responsabile avrà il compito di proporre all’organo di indirizzo politico un “piano triennale di prevenzione della corruzione”.