Politik | A22

Date a Zaia quel che è del Brennero

La concessione dell’A22 potrebbe finire in mano al Veneto grazie a un emendamento leghista al Decreto semplificazioni. E ora Fugatti deve scegliere: la Regione o la Lega?
Fugatti, Zaia
Foto: Maurizio Fugatti

Un articolo di Domenico Sartori, pubblicato sull’Adige lo scorso 22 luglio, ha svelato il losco intento: durante una seduta notturna alla Camera, la Lega è riuscita a far approvare un emendamento al Decreto semplificazioni che dà il via libera alla Cav, la società veneta di gestione autostradale compartecipata dalla Regione Veneto e da Anas, di allargare il proprio campo di azione anche alle regioni di confine. Questo significa che l’A22, la cui concessione - scaduta dal 2014 e che deve essere rinnovata entro il 31 luglio - potrebbe finire nell’alveolo della Serenissima, andando a coronare il sogno proibito di Luca Zaia, governatore del Veneto, che da anni brama un grande "Polo autostradale del NordEst" che possa gestire le vie di comunicazione dell’intero territorio, compreso quello extra regionale. Non a caso il primo firmatario dell’emendamento è Alberto Stefani, deputato della Lega Salvini Premier, proveniente da Camposampiero (Padova) e fedelissimo di Zaia. Le commissioni riunite Affari costituzionali e Ambiente Territorio Lavori pubblici, hanno così approvato il comma di modifica alla legge 244 del 2007, la stessa che ha permesso di affidare alla Cav la gestione del raccordo autostradale di collegamento A4 - tronco Venezia-Trieste e del collegamento Venezia-Padova.
L’emendamento attende dunque il doppio passaggio, che appare però scontato, alla Camera e al Senato, e successivamente il consenso della controparte regionale. L’emendamento stabilisce infatti che alla società costituita da Anas e Regione Veneto può essere affidata l'attività di realizzazione e gestione, ivi comprese quelle di manutenzione ordinaria e straordinaria, di ulteriori tratte autostradali ricadenti nel territorio della regione Veneto, nonché, previa intesa tra le regioni interessate, nel territorio delle regioni limitrofe.


L’argine all'espansionismo veneto dovrebbe chiamarsi dunque Maurizio Fugatti, che in diverse occasioni si è dimostrato più che accomodante rispetto alle richieste del "vicino". Infatti, il leghista dalle origine scaligere non solo si trova alla guida della Provincia di Trento ma da due settimane è anche al timone della Regione e proprio a lui spetta l’ultima parola su questa operazione dal tempismo più che sorprendente. 

Che interesse ha la Lega trentina e il presidente Fugatti a far saltare la possibilità di ottenere la concessione dell’A22 tramite una società regionale pubblica?


Da Arno Kompatscher e dalla Giunta che presiede ancora nessun commento, mentre a prendere parola sono intanto le opposizioni. “La Lega lavora per il territorio che amministra o per i soci fuori Regione dell’Autobrennero? Fugatti è il presidente della Regione Trentino – Alto Adige o un semplice emissario di Zaia? Queste domande le avevamo poste già in dicembre e purtroppo a pensar male ogni tanto ci si azzecca - scrive in una nota il Team-K -. Che interesse ha la Lega trentina e il presidente Fugatti a far saltare la possibilità di ottenere la concessione dell’A22 tramite una società regionale pubblica? Perché perdere dai 70 agli 80 milioni annui di dividendi; un tesoretto di centinaia di milioni accantonati per opere infrastrutturali destinate a mitigare le esternalità negative su ambiente e salute causate dal traffico; la possibilità di attuare provvedimenti per spostare il traffico su rotaia (che solo una società pubblica territoriale potrebbe implementare, certo non una società privata o fuori regione)? Queste domande sorgono spontanee assistendo ai tentennamenti di Fugatti”. 
“Se le notizie riportate dalla stampa trovassero davvero riscontro - conclude Paul Köllensperger, l’ex grillino e consigliere provinciale del Team-K - si tratterebbe di un danno enorme per i cittadini e la Regione. Perdere il controllo pubblico dell’A22 imporrebbe le dimissioni di Fugatti e anzi, Kompatscher dovrebbe riflettere se far saltare la Giunta subito, considerate le inquietanti premesse”.