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“I rifugi non sono hotel”

Il Rifugio Corno del Renon ha trovato il nuovo gestore e quello di Oltradige compie 110 anni. Zanella (CAI): “Tanti i turisti; serve educazione e rispetto per l’ambiente”
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Foto: rifugiooltradigealroen.it

Se, da una parte, i rifugi privati diventano sempre più grandi e confortevoli, i rifugi CAI e AVS cercano di mantenere la loro essenza originale, di essere luoghi si sosta e protezione, senza offrire eccessivi comfort. Proprio questa settimana il CAI, dopo solo un mese di ricerca, ha trovato il nuovo gestore per il Rifugio Corno del Renon e, un altro rifugio del club, il Rifugio Oltradige festeggia i suoi 110 anni. Il Presidente del Club Alpino Italiano Alto Adige, Carlo Alberto Zanella, ribadisce alcuni concetti fondamentali per la vita in montagna: “I rifugi non sono hotel. Le nostre montagne sono invase da turisti e i rifugi sono limitati, così come i servizi che possono offrire. Bisogna accontentarsi dei servizi disponibili. Alcuni rifugi privati stanno costruendo strutture simili a hotel. Ecco, sarebbe giusto che si descrivessero come Malghe o Alberghi e non usassero la parola 'rifugio'. Un rifugio è un luogo di protezione. Anche se i posti letto sono tutti prenotati, come sta avvenendo in questo periodo, un rifugista non può mandare via delle persone se, ad esempio, fuori c’è un temporale. Quindi può capitare, come decenni fa, che si dorma per terra. Sono rifugi, appunto”.

Carlo Alberto Zanella, monti Sibillini
Carlo Alberto Zanella​​​​​​​ (CAI): "La Provincia aiuta i nostri rifugi e spero continui a farlo, perché sono i biglietti da visita delle nostre montagne. Sono i custodi del territorio".

 

Proprio in occasione della nuova gestione del Corno del Renon, Zanella racconta: “La situazione ora è ottimale, abbiamo trovato il nuovo gestore che già in passato aveva lavorato nello stesso luogo. La gestione di un rifugio non è per tutti: è necessaria una preparazione e delle esperienze specifiche”. I nuovi gestori partiranno in inverno con lo skibar, per poi proseguire la propria attività durante i mesi estivi del prossimo anno. “La Provincia aiuta i nostri rifugi e spero continui a farlo, perché sono i biglietti da visita delle nostre montagne. Sono i custodi del territorio, e anche i turisti devono riuscire a capirlo”, conclude Zanella.

Esemplare, in queste circostanze, è la storia di Martina Bordignon e Andrea Minotti, giovane coppia che da 5 anni si è presa il compito di gestire il Rifugio Oltradige che, proprio questo sabato (26 agosto) festeggerà i suoi 110 anni. “Ci piaceva l’idea di allontanarci dalla civiltà, immergendoci nella natura”, racconta Martina Bordignon. “Ora siamo molto soddisfatti della scelta intrapresa, anche se all’inizio è stato un po’ un salto nel buio, non sapevamo cosa ci aspettasse”. Per loro, la stagione estiva non è partita nel migliore dei modi, anche se agosto sta dando i suoi frutti. “Tutto dipenderà dal meteo di settembre e ottobre: se è bel tempo, la stagione durerà di più”, continua Martina. “Poi da novembre andremo in vacanza e svolgeremo qualche lavoretto. Poi si tornerà a preparare il rifugio per la prossima stagione”.

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Martina Bordignon e Andrea Minotti: i giovani gestori del Rifugio Oltradige (Foto: rifugiooltradigealroen.it)

Molte persone abbandonano i rifiuti, buttano i mozziconi di sigaretta per terra e pretendono di lasciare le bottiglie di plastica al rifugio

Sulla stessa linea del Presidente Zanella, Bordignon sottolinea: “I finanziamenti provinciali ci sono, anche se è sotto gli occhi di tutti che alcuni rifugi diventano dei veri e propri alberghi. L’Oltradige ha 110 anni, è un rifugio storico ed è giusto che rimanga tale, ma tra il rifacimento del tetto, la corrente e l’acqua, di lavori da fare ne abbiamo anche qui; quindi forse, nel nostro piccolo, crediamo che i fondi potrebbero essere distribuiti meglio”.

E sul comportamento dei turisti, racconta: “Ci siamo accorti che non c'è molta cura per le cose degli altri. Molte persone abbandonano i rifiuti, buttano i mozziconi di sigaretta per terra e pretendono di lasciare le bottiglie di plastica al rifugio. A noi costa portare a valle l'immondizia, a loro che l’hanno portata su non costa riportarla giù. Bisogna fare ancora tanta educazione ambientale, perché noi possiamo continuare a pulire i sentieri, ma non è detto che si riesca sempre a tirare su tutto e magari qualcosa finisce anche in bocca agli animali”.