“E adesso riaprite”
Dato il risultato di partecipazione dello screening di massa ora commercianti, artigiani e albergatori chiedono di alleggerire le misure anti-Covid per poter ripartire con le proprie attività. Di riaperture si parlerà nello specifico durante la seduta odierna della giunta provinciale, intanto ieri il presidente Arno Kompatscher, ha anticipato che il secondo lockdown sarà mitigato in due fasi dal 30 novembre e dal 7 dicembre.
“Anche se questi test sono stati solo un’istantanea - dice Manfred Pinzger, presidente della Hgv, l’associazione degli albergatori - possono servire come base per consentire un graduale allentamento delle misure restrittive sul piano sociale ed economico e per contribuire a far uscire al più presto l’Alto Adige dalla zona rossa”. La richiesta è inoltre quella di far riaprire anche bar e ristoranti ricordando che questi esercizi hanno investito molto durante il primo lockdown nella sicurezza dei propri clienti “e sono stati di nuovo i primi a dover chiudere”.
Accende i riflettori sulla propria categoria anche Monika Lardschneider, presidente del gruppo cura del corpo e servizi di lvh.apa-Confartigianato: “La salute dei cittadini deve essere naturalmente messa al primo posto e proprio per questo siamo stati molto pazienti nonostante la nostra sia stata in entrambi i casi la prima categoria costretta a chiudere i propri studi e i propri saloni. A questo punto ci attendiamo però una decisione positiva a breve termine in riferimento all’opportunità di poter riprendere il nostro lavoro”. Rincara la dose il presidente di lvh.apa Martin Haller secondo cui la soluzione più adeguata è quella di un’apertura strutturata e graduale.
Sul fronte degli artigiani si fa sentire Claudio Corrarati, presidente della Cna, che trova opportuno riaprire già in questa settimana tutte le attività economiche chiuse per l’emergenza sanitaria e “attualmente scoperte dai ristori statali, in assenza peraltro di misure compensative provinciali”. La riapertura graduale dal 30 novembre, alla scadenza dell’ordinanza in vigore, per tutte le attività artigianali con laboratorio e negozio di vendita, dai centri estetici agli artigiani artistici, dalle gastronomie ai cantieri, “sembra assolutamente sostenibile”, dice Corrarati.
Con le cifre attuali, che individuano meno dell’1,% di contagiati rispetto a oltre 343mila test effettuati - argomenta il rappresentante degli artigiani - “riteniamo possano esserci le condizioni perché un parrucchiere, un estetista, un titolare di gastronomia, un negoziante o un ristoratore - peraltro dotati di protezioni e rispettando il distanziamento, gli ingressi contingentati o su prenotazione, la sanificazione periodica - possano riaprire con fiducia, applicando i protocolli di sicurezza”.
Poi l’invito a prepararsi adeguatamente a una eventuale terza ondata, prospettata per i primi mesi del 2021, “attivando da subito automatismi per erogare ristori mirati alle aziende chiuse con il metodo delle zone rosse, arancioni e gialle, basati sui cali di fatturati e non sui codici Ateco, in modo da coprire le filiere e non singoli settori, ed organizzando al meglio il sistema sanitario in modo da reggere ad ogni possibile nuova ondata”, così il numero della Cna.