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Degrado urbanistico o disagio sociale?

Parte 4 della serie di articoli “Pro e contro Benko”: la “sottile” linea rossa fra concezioni di decoro politicizzate e stato delle cose.

Una soluzione a portata di urna - Pro Benko

Bolzanini defraudati di un pezzo di città allo sbando, infrequentabile per chi si avventura nel parco di fronte allo scalo ferroviario - ostaggio di delinquenti, tossici, spacciatori, ubriachi, immigrati - o nei pressi della stazione delle autocorriere. Colpa di un Comune lassista, eppure non tutto è perduto, la “cavalleria” può ancora giungere in soccorso. La riqualificazione del capoluogo altoatesino, insistono a perdifiato i fautori del “sì” al progetto Benko, passa anche per la lotta al degrado. “Facendo due passi in stazione uno si domanda se è sceso a Bolzano o a Beirut”, ebbe a dire il leader della Lega Nord Matteo Salvini in visita a Bolzano il 5 maggio scorso in vista della campagna elettorale per le amministrative. “Come nel Bronx di New York”, così descrisse l’area della stazione delle autocorriere Anna Pitarelli, portabandiera dell'associazione Zukunft Bozen - Bolzano domani. Il piano proposto dal magnate austriaco René Benko è l’unica possibilità, secondo Piero Plebani del Comitato riqualificazione Bolzano, per contrastare il declino assoluto di una parte importante del capoluogo: “L’indotto per la città si può stimare in oltre 70 milioni di euro che il Comune potrebbe utilizzare per risanare la situazione negli altri quartieri, oltre a prevedere strutture diurne per i senzatetto”.

Sicurezza, un punto di vista - Pro Benko

Il tema del degrado, va da sé, fa il paio con quello della sicurezza. Una proposta, in questo senso, è stata avanzata dalla Lega Nord locale: una pattuglia fissa a presidio nei pressi della zona antistante la stazione ferroviaria, “un buon mezzo come deterrente alle attività criminose che lì si annidano e soprattutto un ottimo mezzo per far sentir sicura la cittadinanza ed i molti pendolari che frequentano il giardino e la piazza”. Nel mirino, dunque, gli ultimi, che colonizzano il parco della stazione facendone zona di bivacco per eccellenza, senza disdegnare anche le aree limitrofe, piazza Magnago - dove ha sede il consiglio provinciale - compresa. Esortazioni come “riappropriamoci di/riprendiamoci Bolzano” diventano il codice linguistico da utilizzare di fronte a una città assediata dal degrado. Per tutto il resto c'è l'esercito.

Fraintendimento o speculazione? - Contro Benko

Degrado urbanistico, questo sconosciuto. C'è una presunta confusione di fondo, dicono i contrari: la mancanza di diversificazione, da parte dei favorevoli al progetto del tycoon austriaco, fra due concetti non speculari: ovvero il degrado urbanistico sopracitato, dovuto a una carenza di cura e di manutenzione preventiva, e il degrado sociale che compete alle politiche sociali, appunto, e per cui il progetto Benko non prevede di fatto soluzioni. A dirla con l’architetto Luigi Scolari la dislocazione in zona di numerose strutture dei servizi sociali e assistenziali, è una concausa della concentrazione, anche nel parco della stazione, di persone emarginate con potenziali problemi di tipo sociale. La localizzazione di specifiche destinazioni d’uso problematiche e di poli di attrazione nei luoghi sbagliati sono causa di disequilibrio tra le sue parti: alcune vengono valorizzate, altre penalizzate.

Sicurezza, un punto di vista - Contro Benko

La realizzazione di un centro commerciale, di abitazioni di lusso, di uffici e di un albergo, non sortirà - avverte Scolari - alcun effetto di rigenerazione sociale, piuttosto sposterà il problema sulle aree limitrofe meno presidiate. Sulla stessa linea la collega, nonché ex portavoce dei Verdi a Bolzano, Marialaura Lorenzini secondo cui l’area in questione non è afflitta da degrado ma va semplicemente “sistemata” perché è stata volutamente trascurata. Curioso, secondo Lorenzini, che “altre zone cittadine con palazzi abbandonati da anni, come via Piave o via dei Conciapelli, non vengano mai nominate”. Tutta l'attenzione è rivolta allo stato di degrado dello storico parco della stazione, insiste il comitato QuasiCentrum, “sarà per giustificare il progetto di edificazione sul parco? Si tratta di uno spazio di proprietà comunale che insiste sullo stesso comparto, ma che stranamente non è stato compreso nel progetto di riqualificazione urbanistica”. La motivazione addotta del degrado è sufficiente privare la città di una parte del parco?

I problemi di sicurezza e ordine pubblico si risolvono con una strategia combinata tra interventi sociali e sanitari in modo da favorire l’integrazione e non isolamento e separazione. Lo afferma Peter Koler, direttore del Forum Prevenzione, secondo cui non è sufficiente solo un maggiore impiego delle forze dell’ordine. “In assenza di una simile strategia, anche il contestato progetto urbanistico per il centro commerciale non servirà a nulla, al massimo - insiste sulla questione anche Koler - sposterà i problemi in altri quartieri della città”. Potenzialmente a Rencio e in piazza Verdi, profetizza Alberto Filippi, esponente del Movimento 5 Stelle e già presidente del CTCU. “Resta da chiarire: chi ci sta? - si chiede infine il direttore del Forum Prevenzione - Chi vorrà lavorare insieme per la costruzione di una strategia operativa che permetta di realizzare una sinergia tra servizi sociali e sanitari, quando si tratta di coloro che non sono facilmente raggiungibili? Chi darà un supporto a livello politico? Chi a livello mediatico?”.