Sprar, il progetto senza casa
L’iniziativa, oggi si può dire, non è nata sotto una buona stella. E le ultime novità circa il progetto di accoglienza di venti minori migranti, 15 maschi e 5 femmine, a Bolzano, nell’ambito del programma statale Sprar, confermerebbero tale percezione. Il Comune di Bolzano ha incassato il rifiuto del proprietario dell’immobile di via Roma, ex sede Assb, dove si era pensato di ospitare i giovani, e sta provando a cercare alternative. “Ci vorrà un lasso di tempo, altrimenti prenderemo atto che non si può fare” afferma l’assessore alle politiche sociali Juri Andriollo, che non si dà per vinto e corregge “il ritiro” annunciato dal consigliere dei Socialisti Claudio Della Ratta. La speranza intanto nel “buon cuore” dei bolzanini, magari in una concessione a titolo gratuito. Si vedrà.
Per ora non ci ritiriamo. Ma ci vorrà un lasso di tempo ulteriore, altrimenti prenderemo atto che non si può fare (Juri Andriollo)
Le tappe della vicenda
Una nuova sorpresa, in negativo, per il progetto annunciato due anni fa. Nel giugno 2017 il Comune di Bolzano aveva deciso di aderire al protocollo statale per richiedenti asilo e rifugiati, definito “elemento di civiltà e accoglienza”. Per farlo, l’amministrazione ha pensato ad un’iniziativa specifica rivolta ai minori non accompagnati, allo scopo di assistere una delle componenti più fragili dell’immigrazione, ma anche con l’obiettivo interessato di dimostrare alla Provincia il proprio impegno e sollecitare la ridistribuzione negli altri municipi dei profughi ospitati.
Un anno e mezzo fa il primo, grosso, intoppo. Il progetto per i minori non accompagnati si è incagliato a Roma, per questioni burocratiche.
Via Roma, il proprietario ha altre mire
Risolte le lungaggini, l’amministrazione si è orientata sugli aspetti pratici. “Il progetto di Assb - fai i conti Della Ratta -, prevedeva un costo annuo pari a 511 mila euro per 20 minori, 15 maschi e 5 femmine (25.550 euro annui a persona per tre anni). Nonostante la cifra sia impressionante, è più bassa rispetto al costo di un minore in comunità (circa 30 mila euro annui)”. Riguardo alla sede, “si voleva utilizzare l’immobile ex sede Assb in via Roma” continua il consigliere, dato che “il contratto scade tra tre anni, quindi coinciderebbe con quello del progetto Sprar”. Il parere sfavorevole del proprietario e la difficoltà, in uno spazio temporale ristretto, di reperire un’alternativa avrebbero fatto propendere la giunta a inserire nell’ordine del giorno del prossimo incontro “il ritiro del progetto”.
Non è semplice trovare una collocazione in una città con un patrimonio immobiliare prezioso come Bolzano. Ma continuiamo a cercare alternative. Speriamo in un gesto di bontà, altrimenti rinunceremo (Juri Andriollo)
Andriollo nega l’ultimo passaggio, ma conferma il rifiuto posto perché il proprietario, un trentino. In una città dalle grandi opportunità immobiliari quale Bolzano è presumibile che i possibili utilizzi residenziali o commerciali di uno spazio siano ritenuti più vantaggiosi rispetto all’affitto che avrebbe pagato il Comune per l’accoglienza, 70.000 euro l’anno. “Non è vero che abbiamo deciso di rinunciare” precisa l’assessore. “Ci sarà senz’altro un ritardo, visto che non è semplice trovare una collocazione in una città con un patrimonio immobiliare prezioso come Bolzano”.
Appello alla solidarietà
L’ipotesi della gara è sfavorita per l’allungamento eccessivo dei tempi. Piuttosto, si fa affidamento sulla solidarietà cittadina. “Questa città è capace di gesti di solidarietà che hanno dell’incredibile. Se una buon’anima vorrà darci una concessione a titolo gratuito, sarebbe indubbiamente ben accetta. E se non troveremo nulla - conclude - prenderemo atto che non ci sono le condizioni per attuare il progetto”.