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Chiesta la riapertura del caso Lorenzi

Il consigliere del CSM Carbone chiede di indagare sulla morte della sciatrice Matilde Lorenzi in Val Senales, accusando la Procura di Bolzano di "indagini incomplete".
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Foto: Ski Forum
  • Il consigliere del CSM Ernesto Carbone ha depositato oggi (25 novembre) la richiesta di riaprire la pratica sulla morte di Matilde Lorenzi, la sciatrice azzurra morta mentre si allenava sulla pista Grawand G1 del ghiacciaio della Val Senales. Lo scopo di Carbone è fare luce sulla completezza delle indagini svolte dalla Procura di Bolzano che ha chiuso il caso entro le 24 ore dalla morte della diciannovenne, non ravvisando alcune responsabilità penale. 

    Secondo la richiesta di Carbone, riportata da ANSA: "La Procura di Bolzano ha provveduto a chiudere le indagini in modo sbrigativo, nel giro di poche ore, non ravvisando alcuna responsabilità penale nella vicenda, che, invece, come si apprende da fonti di stampa, presenta numerosi aspetti poco chiari. Innanzi tutto, le indagini sono state chiuse sulla base di un rapporto dei carabinieri nel quale si dichiara che la pista era dotata di protezioni: tuttavia, da fotografie scattate dall'alto immediatamente dopo I'incidente, è facilmente riscontrabile che, nel luogo in cui la sciatrice si trovava adagiata nel dirupo a seguito della caduta, mancavano reti di protezione a dividere la pista di allenamento dal fuori pista non battuto". 

    "Perché la Procura non ha condotto alcun accertamento in merito a responsabilità legate alla posizione e alle caratteristiche del tracciato sul quale gli atleti si stavano allenando?", si chiede il consigliere del Csm, fsegnalando che "tra le porte pit esterne e il bordo pista la distanza era minima e che le condizioni di sicurezza erano del tutto inadeguate per l'allenamento degli atleti". Carbone sottolinea inoltre che "sul corpo della ragazza non è stata eseguita I'autopsia, per indagare su quali siano state, veramente, le cause del decesso" e "non è stato accertato se l'atleta sia morta a causa della caduta sulla pista, oppure per la caduta dopo il conseguente volo fuori pista". 

    "La pista non è stata chiusa e posta sotto sequestro, al fine di espletare le indagini del caso e per la messa in sicurezza, ma é stata lasciata aperta e fruibile agli sciatori, col pericolo che potessero verificarsi altri incidenti", fa notare in conclusione il consigliere.