Seceda, nuovo impianto passerà dalla VIA
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La sostituzione della storica seggiovia Catores – a uso sciistico – sul Seceda a Santa Cristina in Val Gardena, dovrà passare per la VIA. La Conferenza di servizi provinciale ha infatti deciso che il progetto dovrà essere sottoposto a una Valutazione di impatto ambientale (VIA), dopo aver constatato che l’opera può produrre effetti significativi su paesaggio, habitat e flussi turistici. Una decisione presa anche alla luce delle osservazioni presentate dal CAI Alto Adige.
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Il progetto
Il progetto, commissionato dalla società Funivie Seceda Spa, prevede la demolizione dell’attuale seggiovia biposto (risalente agli anni Settanta) e la costruzione di una nuova sei posti ad ammorsamento automatico, capace di trasportare 2.400 persone all’ora: più del doppio rispetto agli attuali 1.028 sciatori per ora. L’intervento comporta una modifica del tracciato, leggermente spostato e allungato, e la realizzazione di nuove stazioni, più grandi, con uno spazio interrato per le seggiole.
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L’allungamento della pista Catores richiede inoltre nuovi scavi e la posa di tubazioni per l’innevamento programmato, con sette nuovi pozzetti interrati. Secondo lo Studio ambientale preliminare, gli scavi totali saranno pari a 7.778,55 metri cubi e verrà abbattuta una quarantina di pini cembri connessi al transito della linea. L’area si trova a ridosso del parco naturale Puez-Odle, parte del patrimonio UNESCO delle Dolomiti.
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Le criticità individuate dal CAI
Il Club Alpino Italiano dell'Alto Adige, nelle sue osservazioni al progetto, ha espresso una posizione critica rispetto all’intervento, pur riconoscendo la necessità di rinnovare gli impianti. In particolare, il CAI sottolinea che l’operazione non costituisce un mero ammodernamento, ma un vero potenziamento, con crescita della capacità di trasporto del 233% e aumento delle superfici sciabili, con inevitabili impatti sul terreno, sulla vegetazione e sulle risorse idriche. A preoccupare il CAI è anche il contesto strategico: entro il 2027 è previsto l’ampliamento della cabinovia “Furnes–Seceda”, con incremento di portata del 295%. Ciò implica, secondo l’associazione alpinistica, un possibile aumento del traffico automobilistico verso la valle e pressione sui parcheggi, in un territorio come noto già congestionato.
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Il CAI sollecita per questo una valutazione congiunta degli impatti ambientali e dei flussi turistici e chiede un’analisi approfondita della biodiversità: nel documento tecnico del progetto individua specie protette come arnica montana e nigritella, senza tuttavia riportarne la corretta tutela nella tabella dello studio. Altro elemento sensibile riguarda l’acqua: la zona del Seceda è classificata come “situazione deficitario-critica” per disponibilità idrica secondo il Piano provinciale impianti, motivo per cui l’aumento dell’innevamento programmato richiederebbe, secondo il CAI, un’analisi quantitativa rigorosa.
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La Conferenza di servizi ha fatto proprie molte delle perplessità espresse nel parere del CAI. Nella decisione firmata lo scorso 19 novembre, gli uffici provinciali evidenziano che il progetto genera “potenziali impatti ambientali significativi”, in particolare per il paesaggio, gli habitat Natura 2000, la fauna (inclusa l’area di presenza del gallo cedrone), l’aumento delle superfici sciabili e l’innevamento artificiale. La Conferenza sottolinea inoltre che la valutazione non può essere condotta solo sul singolo impianto, ma deve includere i progetti in cumulo, con particolare riferimento alla futura cabinovia Furnes–Seceda. L’effetto combinato delle due opere rischia infatti di aumentare la pressione turistica in un’area considerata “satura”, con possibili ricadute su mobilità, paesaggio e risorse naturali.
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