Chronik | Scuola

Clil esperimento con tante incognite

Trilinguismo e difficoltà organizzative. Una metodologia che dovrebbe modificare tempi e risorse nella scuola trentina

Nicola Zuin è portavoce del sindacato Sgst (Stati generali della scuola trentina)-Fenalt e sta terminando la specializzazione per poter insegnare filosofia in inglese con modalità Clil (Content and Language Integrated Learning). Per ora è stato velocemente bandito un concorso per 160 posti  nelle scuole materne ed elementari, perché «incombeva la scadenza – spiega Zuin - di finanziamento del bando europeo».
In un post su Facebook Manuela Bottamedi (Patt) annuncia che entro un paio di mesi la Giunta provinciale emetterà un regolamento attuativo sul Clil, ma Zuin sottolinea come non vi sia ancora nulla di concreto.

«Il Clil vero – come scrive Bottamedi - è prima di tutto un metodo che rinnova profondamente la didattica tradizionale e attiva competenze cognitive, relazionali ed emozionali molto ampie (attraverso ad esempio cooperative learning, peer to peer, public speaking)». Zuin ha seguito appunto il corso di specializzazione, ma è convinto che sia difficile la modalità Clil in classi numerose e con il monte ore attuale per i docenti. «Insegno storia e filosofia – spiega Zuin – ed il mio orario settimanale è passato da 6 ore a 4 ore, che sono però da 50 minuti. Come farei a proporre lo stesso programma con modalità Clil nello stesso tempo di insegnamento?». Mancherebbero inoltre le collaborazioni con gli insegnanti di lingua straniera.
Le perplessità di Zuin nascono anche dal fatto che «spesso il trilinguismo venga giocato in maniera molto ideologica» e che «non vi sia un dialogo reale con il mondo della scuola». Nonostante Manuela Bottamedi ricordi degli incontri organizzati il 14 novembre a Riva del Garda, il 16 febbraio a Levico, il 13 marzo a Trento.

L'aggiramento delle graduatorie
Il Clil porterebbe anche a dei problemi al già complesso sistema di reclutamento degli insegnanti, introducendo un canale temporaneo di reclutamento a tempo determinato di insegnanti madrelingua. «Un duplice problema – spiega Zuin – visto che i madrelingua supererebbero chi già è in graduatoria. Inoltre con quali contratti e con quale anzianità di servizio verrebbero inquadrati?». Un'alterazione in quelle che sono le regole di reclutamento, che getterebbe benzina sul fuoco della rabbia di tanti precari che si vedono cambiare le possibilità di accesso ad una stabilizzazione un po' come cambia il tasso di umidità dell'aria. Dai precari di terza fascia fino all'ultima recente doccia fredda per chi ha seguito un Pas, percorso abilitante speciale.

Clil è anche un rischio
Inoltre, secondo Zuin, non viene mai richiamato «il rischio che ha il Clil, visto che non è supportato da statistiche a livelli superiori. L'efficacia non è dimostrata».
Una sperimentazione innovativa, ma quindi anche una scommessa, che per chi lavora nel mondo della scuola dovrebbe essere accompagnata da più risorse ed una diversa organizzazione dell'offerta didattica.