Gesellschaft | Sanità

“Un antidoto al precariato”

Per il segretario altoatesino della Cgil Ebner le assunzioni di medici senza il bilinguismo annunciate da Schael sono una soluzione accettabile. Anche se non nuova.
medico
Foto: upi

Thomas Schael, direttore dell’azienda sanitaria locale, aveva reso noto intorno alla metà di gennaio misure “contenitive” per arginare la carenza del personale medico in Alto Adige: precettazione di sei mesi per i camici bianchi attivi in tutti i reparti della Provincia e contratti a tempo determinato per coloro che sono sprovvisti del patentino di bilinguismo per tutti gli ambiti specialistici dove si riscontrano le maggiori criticità ovvero Ginecologia, Dermatologia, Anestesia, Oculistica, Pediatria e Medicina d’urgenza. Proprio in tema di bilinguismo, oltre al sindacato Anaao che ha chiesto che la deroga venga estesa a tutto il personale precario, anche la Cgil prende ora posizione: “Il diritto dei cittadini all’uso della propria madrelingua è un diritto fondamentale. Eppure a volte ci si trova di fronte ad esigenze che impongono soluzioni straordinarie, soluzioni che in questo caso rappresentano un antidoto al precariato. La salute dei cittadini è una questione di assoluta priorità”, afferma il segretario generale della Cgil-Agb, Alfred Ebner, il quale ricorda che tale proposta era stata avanzata dalla stessa Cgil altoatesina nel 2008.

Allora il sindacato si era dichiarato fortemente contrario ad assunzioni di medici attraverso la somministrazione di lavoro, una modalità che non avrebbe comunque influito sull’uso della lingua, ma che avrebbe comportato ulteriori costi di gestione del personale. “La nostra proposta – prosegue Ebner - prevedeva già allora l’obbligo per chi assunto a tempo determinato e senza patentino di frequentare percorsi di formazione linguistica, anche a tappe intermedie. Questo metodo doveva poi aprire alla possibilità di partecipare ai concorsi. La nostra soluzione è stata ignorata e all’epoca era stata definita come non percorribile. Si è infatti preferito andare avanti come prima, lasciando una situazione di precariato all’interno della sanità pubblica”. E ancora: “Per il sindacato l’utilizzo del sistema della precettazione dovrebbe comunque essere limitato nel tempo, perché di fatto costituisce un escamotage per superare alcuni vincoli legislativi che andrebbero affrontati diversamente”.