Chronik | Coronavirus

Alto Adige: torna la zona rossa, a metà

Bar-ristoranti chiusi, negozi aperti. Per non perdere i ristori la Provincia si arrende alla classificazione nazionale e europea. “Mettete le FF2 sui bus”. Incognita sci.
Kompatscher, Achammer
Foto: ASP/Fabio Brucculeri

L’autonomia altoatesina sul contrasto al coronavirus fa meglio rispetto alle altre regioni d’Italia e persino d’Europa. Ma deve “arrendersi” alla classificazione nazionale (la zona rossa) e a quella analoga a livello comunitario (zona rosso scuro) per due motivi: il rischio dell’impugnazione da Roma e soprattutto la paura di perdere i ristori per le aziende. È il messaggio di Arno Kompatscher, che al termine della lunga seduta di giunta ha annunciato la nuova ordinanza in arrivo (giovedì la firma, da domenica 31 in vigore). Torna la zona rossa, anche se “a metà”: bar e ristoranti saranno chiusi tutto il giorno, aperti negozi e servizi alla persona, cioè parrucchieri e estetisti. Per le scuole non sono state annunciate misure, salvo lo screening per 25mila studenti delle superiori (anche per salvaguardare la ripresa delle lezioni in presenza).

Nel frattempo, l’Alto Adige continuerà a lottare presso il governo e Bruxelles per vedersi riconosciuta la propria “strategia vincente”, quella basata sull’alto numero di tamponi. Che però non è ancora valorizzata né dai criteri nazionali né da quelli Ue, che “non considerano il numero di tamponi per centomila abitanti ma solo i positivi”. “Lotteremo per avere questo riconoscimento” aggiunge il governatore. C’è poi la promessa condivisa con Philipp Achammer su nuovi, decisi aiuti economici per le aziende. Riguardo allo sci, il protocollo per aprire gli impianti è stato definitivamente approvato, ma “per ora resta lettera morta” causa diffusione del contagio.

 

Non perdere i ristori

 

La provincia autonoma di Bolzano - argomenta il Landeshauptmann - con successo ha seguito una strategia che si è discostata a livello nazionale e da tante regioni europee. Abbiamo fatto molti più test e tamponi, incluso il test di massa. Questo ci ha permesso di aprire diverse attività economiche tutelando allo stesso tempo il sistema sanitario”. La “bontà” della strategia altoatesina però si scontra con i criteri decisi ad altri livelli istituzionali. Il ministero della salute ha inserito Bolzano tra le zone rosse, la Ue lo ha fatto nella zona “rosso scuro”. Discostarsi da tali valutazioni apre a contenziosi legali e soprattutto economici.

L’Alto Adige fa meglio di altri, in Italia e Europa. Ma in attesa di vedere riconosciuta la nostra strategia non possiamo perdere i ristori (Arno Kompatscher)

“C’è il tema delle impugnazioni e dell’esclusione dai ristori - continua il presidente -. Questo rischio non lo possiamo correre. Pertanto, anche considerato che la situazione epidemiologica non è cambiata molto dal 7 gennaio, abbiamo deciso di introdurre misure più severe da domenica. Bar e ristoranti rimarranno chiusi tutto il giorno e nell’ordinanza inseriremo una raccomandazione, di portare la FF2 nelle situazioni a rischio, con più persone all’interno di locali chiusi o nel trasporto pubblico”. Nei fatti è un dietrofront, l’ennesimo che segue una precedente fuga in avanti. L’ordinanza avrà effetto per due settimane e trova il plauso della Cgil/Agb (“Bene le misure per evitare la zona rosso scuro”).

Raccomandiamo l’utilizzo delle mascherine FFP2 nei locali chiusi affollati e su autobus e treni

Allo stesso tempo Bolzano lotterà per vedersi riconosciuta una modifica dei criteri, compreso quelli europei che secondo il governatore penalizzano l’Alto Adige: “È ovvio che noi trovando tanti positivi grazie ai tamponi, siamo penalizzati”.

 

 

Screening alle superiori e aiuti economici

 

Achammer si è soffermato sia sui prossimi screening che sugli aiuti straordinari rispetto alle risorse già mobilitate dal bilancio provinciale approvato. “Abbiamo dato l’ok allo screening nelle scuole superiori, dove sappiamo che l’incidenza è più elevate rispetto ad elementari e medie” dice l’assessore, competente su sviluppo economico ma anche sull’istruzione di lingua tedesca. Il traguardo fissato è 25mila giovani da testare.

Screening, nelle scuole superiori testeremo 25mila giovani (Philipp Achammer)

Sugli aiuti economici, destinati alle aziende locali stremate per un’emergenza che non sembra finire, la giunta promette che “arriveranno con certezza”. Tre i pilastri individuati del pacchetto. Primo, gli aiuti diretti alle imprese. Secondo, le misure erogate tramite banche e cooperative di garanzia. Terzo, “un programma congiunturale di investimenti nei settori di importanza strategica per l’Alto Adige”. Il totale delle risorse includerà le disponibilità finanziarie che saranno negoziate con il governo centrale. “Daremo garanzie anche ai precari, penso ai lavoratori stagionali in difficoltà in un momento in cui la stagione invernale non c’è”, conclude Achammer.

Aiuteremo le nostre aziende con nuove risorse. Anche i precari e gli stazionali del turismo invernale

La beffa - forse prevedibile - è che le regole per far riaprire gli impianti da sci ci sono, le ha approvate infine la conferenza Stato-Regioni. “Ma sono lettera morta, dato che la diffusione del contagio non consente la riapertura” puntualizza Kompatscher. La speranza è per la data del 15 febbraio, ma si vedrà.