ALTO ADIGE COME IL SIKKIM?
Dapprima questo documentario sulla ZDF , mi ha molto incuriosito, poi sono andato alla ricerca di maggiori informazioni (basta digitare “organic Sikkim ZDF”su “qwant”) - e la storia è venuta fuori.
Tutto inizia (o per lo meno quasi tutto), nella famiglia e nella cultura dell’attuale primo ministro del Sikkim, Pawan Kumar Chamling. Grazie a lui, l’Assemblea legislativa locale, nel 2003, approvava una storica dichiarzione, nella quale si prospettava di proclamare lo Stato “total organic State” e si prevedevano anche misure concrete per la sua realizzazione; tra le altre, nei testi scolastici deve essere riservato uno spazio apposito per la divulgazione dell’agricoltura biologica. (http://www.sikkimorganicmission.gov.in/towards-organic-sikkim/historical-declaration/)
Da allora, un passo alla volta, si è proceduto con raziocinio e determinazione su questa strada, fino ad arrivare al 2016 quando il Sikkim è stato proclamato primo stato dell’India (e del mondo), completamente “bio”. Con 66.000 contadini che non usano né concimi chimici ne insetticidi o pesticidi. Il paese è anche diventato autosufficiente nella produzione di ortaggi.
L’uso di sostanze chimiche in agricoltura è vietato e severamente punito. E’ vietata l’importazione di prodotti ortofrutticoli “convenzionali”. (https://thelogicalindian.com/news/organic-farmers-monthly-pension/)
Il pensiero corre subito alla nostra terra; che bello sarebbe vivere in un territorio libero da sostanze pericolose per la salute. Ne guadagnerebbero tutti. Prima i residenti, cioè tutti noi, poi gli agricoltori che realizzerebbero dei prezzi superiori per i prodotti biologici, poi il turismo che potrebbe “vendere” l’immagine di un territorio qualitativamente più interessante. Si attiverebbe un circolo virtuoso con tutti vincitori.
Ma il percorso non è semplice, privo di problemi e di costi; la transizione da agricoltura convenzionale ad agricoltura biologica ha dei tempi di anni. La produzione cala drasticamente e gli agricoltori si trovano a dover fronteggiare, per due / tre anni (?) una notevole diminuzione degli introiti. E’ un percorso che negli anni è stato fatto da valorosi pionieri e che ultimamente pare essere stato scelto da numerosi altri contadini, ma ancora è troppo poco. Occorre uno sforzo gigantesco da parte di tutti; solo con l’impegno collettivo, convinto e continuativo, si può raggiungere lo scopo di avere un Sudtirolo “organic land”. Gli agricoltori devono essere sostenuti economicamente nel periodo transitorio (di anni) affinché le perdite siano sopportabili e non siano solo loro a dover pagare per tutti.
Grazie al Sikkim una speranza c’è.