No alla guerriglia delle etichette
Caspita, ma davvero è scoppiata o sta per scoppiare una “guerriglia delle etichette”? Beh, noi non ne sentiamo il bisogno. Ancora non ci siamo ripresi dalla “grande guerra dei cartelli di montagna”. Ci si è accapigliati per mesi intorno a possibili mediazioni e compromessi, è stata persino promulgata una legge già quasi morta prima di nascere. Ma ci conosciamo. Sappiamo come vanno queste cose. In un suo brillante intervento scritto per il nostro giornale, Franz Mozzi ha disegnato la caustica fenomenologia che può incombere su qualsiasi argomento, non appena venga immesso nell’orbita dell’inesorabile reductio ad Tirolum meridionale.
Dai medicinali al Monopoli
Allora proviamo a fare chiarezza. In Alto Adige/Südtirol vige una legislazione che formalmente considera la lingua italiana e quella tedesca come “ufficiali”. Peccato che spesso non venga applicata. Nel caso delle etichette dei medicinali, per esempio, esistono prodotti messi in commercio senza che la documentazione di accompagnamento risulti di fatto disponibile nelle due lingue previste (previste da precisi decreti legislativi). È pienamente comprensibile che un fatto del genere disturbi i nostri concittadini di lingua tedesca. Ed è disdicevole che non ci siano sufficienti cittadini di lingua italiana in grado di fare pressioni affinché una tale inadempienza venga risolta.
Ma non esistono solo i medicinali. Centinaia di prodotti affollano i nostri negozi e qualcuno ovviamente viene importato anche dai vicini Paesi di lingua tedesca. Beh, si dà il caso che se questi prodotti non sono corredati da una documentazione in italiano, siano persino suscettibili di sequestro. Risale a quasi un anno fa il caso di una scatola di Monopoli (il gioco che tutti conoscono) sequestrata dalla polizia perché sprovvista delle regolamentari istruzioni in italiano. A quel punto si ebbe la sollecitazione – partita dalla Camera di commercio all’indirizzo della Giunta provinciale – affinché gli organi legislativi della provincia agissero al fine di scongiurare altri casi del genere. Sollecitazione assolutamente condivisibile. Suscettibile però di essere articolata in modo maldestro.
Evitare mosse maldestre
Il modo maldestro consisterebbe – come qualcuno sta ventilando in prossimità del solito piccolo fuoco – nel richiedere una legislazione tale da legittimare l’esistenza di etichettature monolingui. Sarebbe un classico caso per il quale il rimedio è peggio del danno (o meglio: riproporrebbe il danno, mutandolo solo di segno). Anche se in realtà esistono scarsissime probabilità di vedere promulgata una legge siffatta, e quindi questo discorso risulta in gran parte accademico, ognuno dovrebbe avvertirne come indesiderabile persino l’ipotesi.
La soluzione
Come se ne esce? Ma come se ne dovrebbe uscire in ogni caso del genere: affermando la superiorità del plurilinguismo su qualsiasi monolinguismo, residuo o di ritorno, e operando affinché le leggi – che promuovono e persino prescrivono il plurilinguismo – vengano applicate possibilmente senza eccezioni. Tutto il resto è solo stracca polemica dalla quale faremmo bene a stare il più possibile alla larga.
Ethnic games...
Siehe auch:
http://www.salto.bz/de/article/26032013/der-etiketten-streit
Bin dem dem Autor oben vollkommen einverstanden. Indem man Einsprachigkeit legalisieren würde, würde man nur einen Missstand nachträglich legalisieren, das Land ethnisch trennen und der Mehrsprachigkeit einen Bärendienst erweisen. Einmal abgesehen davon daß ich kaum davon ausgehe daß der Gesetzesvorschlag jemals über das Stadium des angedachten Entwurfs hinauskommen wird; dafür würden allein schon fehlende Mehrheiten im Landtag bzw. in der Koalition sorgen; vom Verfassungsgericht wo das Gesetz so und anders landen würde ganz zu schweigen. Aber; ist den Befürwortern dieses einsprachigen Gesetzesvorschlags überhaupt bewußt welche Botschaft sie aussenden? Da wird bei etwas Nachdenken der Eine oder Andere wohl bald erkennen welch Eigentor er sich da geschossen hat. Das übliche Ethnopingpong zwischen deutscher und italienischen Rechten wird uns kaum erspart bleiben; ist es doch deren täglich Brot und dient deren Existenzberechtigung; für die Medien ein gefundenes Fressen. Besser aber man setzt sich für gute Umsetzung der heutigen Gesetze ein und sorgt in Südtirol für mindestens zwei-/dreisprachige Etikettierung. Weil eines ist klar; der Istzustand birgt noch Misstände die man nicht kleinreden soll; sie betreffen mA in erster Linie den Arzneibereich.
Antwort auf Ethnic games... von Martin Geier
Solita inutile provocazione.
Solita inutile provocazione. Pero una cosa ci fa di nuovo presente: che é ancora una lunga marcia finché saremo in grado di accettare una frase/etichetta/cartello scritto in una sola lingua. Ma adesso c'é salto e la speranza é l'ultima a morire.