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Ma che fine ha fatto la farmacogenetica?

Lanciato in pompa magna due anni fa il progetto è stato bloccato nel 2024. L'Azienda sanitaria non dà cifre. L'azienda che vinse la gara è insolvente ma la documentazione online è sparita. Il luminare Paulmichl: "Nessuna spiegazione".
zerzer mian paulmichl
Foto: Azienda sanitaria
  • Questa è la storia piuttosto assurda di un progetto di ricerca avviato due anni fa dall’Azienda sanitaria dell’Alto Adige con toni trionfalistici; della sua chiusura un anno più tardi con motivazioni mai chiarite; del muro di gomma eretto successivamente dai vertici ASL per evitare di fare chiarezza; del fallimento, avvenuto il mese scorso, dell’azienda che si era aggiudicata la gara d’appalto, un bando del quale oggi non si trova più alcuna traccia telematica (così come di nessuna delibera di assegnazione all’azienda stessa). Ed è anche la storia di una visita dei carabinieri del NAS di cui nessuno vuole dire nulla, e di una quantità di silenzi imbarazzati e, soprattutto, inspiegabili, visto che parliamo di un soggetto pubblico.

    E’ il 17 febbraio 2023: l’ASL diffonde un comunicato dai toni entusiastici e, come spesso accade, autocelebrativi. Si intitola: Medicina personalizzata nell’Azienda sanitaria dell'Alto Adige ed è nato all'interno dell'IRTS, che fa capo a Michael Mian da 4 anni Primario facente funzioni del Servizio per Innovazione, Ricerca e Insegnamento (due selezioni sono state bloccate per ragioni mai chiarite, ne scrivemmo in questo articolo)

    Poco prima si è tenuta una solenne conferenza stampa a cui ha partecipato anche il presidente della Giunta, Arno Kompatscher, in qualità di assessore alla sanità. Roba grossa, dunque, perché si scomodi lo “chef” in persona. Il Landeshauptmann, visti i grandi ritardi dell’Alto Adige nel settore dell’innovazione e della ricerca, ci tiene a metterci la faccia ogni volta che viene pronunciata la parola “ricerca”. L’’obiettivo di medio-lungo termine è fare in modo che l’economia della Provincia non sia semplicemente identificata con la combo “turismo e mele”. E qui si parla di farmacogenetica, un progetto portato avanti da Markus Paulmichl, farmacologo a Salisburgo, venostano come Florian Zerzer, allora direttore generale dell’Azienda. Il “panel” è quello delle grandi occasioni perché la disciplina oggetto dell’evento permette di “personalizzare le terapie farmacologiche in base al profilo genetico di ciascun individuo”, riducendo  l'incidenza di effetti collaterali dei farmaci, scegliendo quelli più efficaci e determinando con precisione i dosaggi necessari, prevenendo pure le reazioni avverse.

     

    "L'Alto Adige si pone così come esempio di medicina personalizzata e centrata sul paziente a livello europeo, diventando la prima regione a offrire l'analisi farmacogenetica su larga scala"

     

    Ebbene, quel giorno viene annunciato che:

    D’ora in poi, in tutti e sette gli ospedali dell'Azienda sanitaria dell'Alto Adige, le analisi farmacogenetiche saranno offerte a quei/quelle pazienti che non hanno risposto adeguatamente alla terapia farmacologica o che hanno avuto gravi effetti collaterali. L'Alto Adige si pone così come esempio di medicina personalizzata e centrata sul/sulla paziente a livello europeo, diventando la prima regione a offrire l'analisi farmacogenetica su larga scala. Partner di questo progetto è la PharmGenetix di Salisburgo, che esegue le analisi.

    Insomma, un progetto – detto senza alcuna ironia – davvero interessante e pure  importante.

    La PharmGenetix GmbH, con sede ad Anif vicino a Salisburgo, è stata fondata da Markus Paulmichl nel 2015 come spin-off dell'Università privata Paracelsus di Salisburgo. Dall’ottobre del 2019, Wolfgang Schnitzel ne è l’amministratore delegato. La società, spiega l’ASL nella nota di due anni fa, è rappresentata nei principali organismi internazionali PharmVar e CPIC. Il team del laboratorio della PharmGenetix è composto da ricercatori internazionali che fanno parte di PharmVar, CPIC & ESPT e di altri comitati. Il laboratorio, riconosciuto a livello internazionale, dispone di diverse certificazioni ISO ed è leader scientifico nella farmacogenetica CYP2D6 in tutta Europa.

  • Markus Paulmichl: un'autorità nell'ambito della farmacogenetica. Foto: LPA F. Bruccoleri
  • In un'intervista pubblicata il 9 giugno 2023 nella rivista dell’Azienda sanitaria Paulmichl spiega: “PharmGenetix è un'azienda con sede in Austria che ha vinto una gara d'appalto a livello europeo indetta dall’Azienda sanitaria e che sta portando avanti il progetto da tre mesi, con risultati sorprendenti. I dati intermedi saranno presto presentati al pubblico”.

    Come detto, degli importi e della modalità di svolgimento della gara, online non si trova nulla, l’Azienda sanitaria non dà nessuna risposta a SALTO e Paulmichl, raggiunto al telefono, dice di non saperli. Siamo in attesa che i dettagli li fornisca la stessa PharmGenetix. Su internet, comunque, si trovano, incredibilmente, i contratti stipulati con l’azienda salisburghese durante la pandemia e quindi senza gara (il contratto prevede fino a 600 test molecolari al giorno al costo di 72 euro, e cioè 43.200 euro al giorno), ma nulla dei successivi. Neppure una delibera. Niente di niente. Da informazioni raccolte da SALTO l’importo dell’appalto dovrebbe essere di 2 milioni, ma l’ASL, anche a questa precisa domanda, ha preferito non dare risposta.

    Comunque, dalla frase di Paulmichl si capisce che nei primi mesi dopo l’avvio del progetto tutto sembrava procedere benissimo e un altro articolo online testimonia che a settembre andava ancora tutto a gonfie vele. 

    La situazione improvvisamente precipita e non si sa perché. L’ASL non conferma e non smentisce, ma a fine novembre i carabinieri fanno visita all’Istituto di ricerca e prelevano documenti, ponendo alcune domande al primario Michael Mian. Poi c’è un buco temporale di alcuni mesi. Da una fonte esterna sappiamo che il Comitato per la sperimentazione clinica presieduto da Luca Sebastianelli, nella seduta del 20 marzo 2024, ratifica la chiusura del progetto per motivi amministrativi non meglio precisati (al riguardo in fondo all'articolo ospitiamo una precisazione del dottor Sebastianelli, ndr) . Nei mesi scorsi SALTO ha presentato una richiesta di accesso agli atti ma il verbale della seduta non viene fornito per ragioni di rispetto della normativa sulla privacy. In realtà l’obiettivo della richiesta era quello di capire perché il progetto è stato fermato, ma la domanda è destinata a restare (per ora) senza risposta.

     

    "Il contratto con l'azienda PharmGenetix GmbH è stato risolto da parte dell'Azienda Sanitaria dell'Alto Adige"

     

    Alle circa 20 domande poste quindi da SALTO (le vedremo in dettaglio più avanti) per fare chiarezza su questa vicenda, il direttore generale Christian Kofler, che, va specificato, ha ereditato la “grana” dal predecessore Florian Zerzer, fa solo sapere che:

    Il contratto con l'azienda PharmGenetix GmbH è stato risolto da parte dell'Azienda Sanitaria dell'Alto Adige con data 30.04.2024 quale ultimo giorno di validità. La decisione è stata presa perché la norma nazionale al momento si discosta dal contesto normativo internazionale. Per questo attualmente una collaborazione con partner internazionali risulta difficile e quindi i pazienti non potrebbero beneficare concretamente di questa collaborazione. Di conseguenza per ora il progetto è stato messo in stand by. Non appena la norma nazionale permetterà di portarlo avanti a beneficio dei pazienti, la questione sarà riesaminata.

    Il 6 e il 17 marzo 2025 SALTO ha mandato a Michael Mian e al direttore generale Christian Kofler queste domande:

    Mi conferma che nel periodo in cui il progetto farmacogenetica è stato “aperto” la spesa è stata  di 900.000 euro? Il dottor XY era stato coinvolto come consulente per la redazione del progetto. Poi ha fatto causa all'Azienda sanitaria perché il progetto si è arenato e non è stato quindi pagato per la consulenza o è stata trovata un'altra soluzione (il nome del professionista è stato tolto perché senza una risposta non ha senso farlo, ndr)? La scissione unilaterale  del contratto da parte del Sabes, motivata dal fatto che il progetto risultava "incoerente" con il contesto normativo internazionale ha avuto conseguenze economiche per l'Azienda sanitaria? Se sì quali? Ma perché è stato avviato e approvato un progetto che non rispettava le normative internazionali?  Il progetto Farmacogenetica viene portato avanti presso da due cliniche private. Alla recente presentazione a Merano erano presenti anche il Dr Zerzer e il dottor Bertoli. Queste due realtà portano avanti un progetto così costoso solo con soldi della clinica privata o anche con il sostegno dell'Azienda sanitaria?

  • Michael Mian: da anni primario Primario facente funzioni del Servizio per Innovazione, Ricerca e Insegnamento, IRTS Foto: Azienda sanitaria
  • Il 21 marzo a tutte le domande l’Azienda sanitaria risponde, con i più cordiali saluti, così:

    Si conferma il recesso dal contratto da parte dell’Azienda Sanitaria. Per quanto riguarda invece i progetti delle cliniche private non possiamo rispondere sul punto, in quanto non siamo a conoscenza del merito. Possiamo invece confermare che non vi sono finanziamenti da parte dell’Azienda sanitaria.

    La risposta inviata dalla direzione chiarisce quindi solo che l’ASL non finanzia i progetti delle due cliniche private. Già qualcosa.

    Da una ricerca effettuata online emerge poi che la PharmGenetix è stata dichiarata insolvente dal tribunale di Salisburgo il 20 febbraio 2025. Secondo quanto si legge nel rapporto i soci sono  Humanomed Dkfm. H. Eder Beteiligungen GmbH, innoQ AG, Univ.Prof.Dr. Markus Paulmichl, Schertler & Partner GmbH, DI Hermann Lutzenberger. L’azienda conta 30 dipendenti, avrebbe 100 creditori, una passività di circa 1,5 milioni, più prestiti subordinati dai soci per circa 7 milioni ed entrate per circa 917.500. Secondo la proposta di risanamento presentata "i creditori riceveranno complessivamente almeno una quota del 20% entro 24 mesi dall'accettazione della proposta di risanamento. Il risanamento dovrebbe avvenire attraverso una combinazione di apporto di fondi, conclusione di ordini con pagamento anticipato e aumento del fatturato". Contattata tramite il dottor Paulmichl, l'Azienda non ha ancora chiarito quanto la rescissione del contratto da parte dell'Asl abbia inciso sul bilancio. 

     

    "L'Alto Adige, rinunciando a questo progetto, si priva di un'opportunità unica"

     

    Markus Paulmichl oggi porta avanti il progetto di farmacogenetica presso la Melitta Klinik tutto rigorosamente "in privato". "Mi sono molto meravigliato - afferma, raggiunto telefonicamente da SALTO  - che il progetto sia stato fermato. Sarebbe stato un bene per i pazienti ed anche per le spese della sanità pubblica se il progetto fosse andato avanti. Avevamo avviato con entusiasmo un'iniziativa pionieristica in Alto Adige nel campo della medicina personalizzata, e la sua brusca interruzione rimane incomprensibile. I medici altoatesini avevano riscontrato grande soddisfazione nell'efficacia e nella rapidità delle analisi, strumenti preziosi per personalizzare le terapie e minimizzare gli effetti collaterali per i pazienti. Sistemi sanitari avanzati, come quelli di Spagna e Paesi Bassi, riconoscono il valore di tali esami, integrandoli nei servizi pubblici. L'investimento in medicina personalizzata si traduce in una riduzione sostanziale dei costi legati agli effetti avversi dei farmaci, in Austria stimati in circa 900 milioni di euro. L'Alto Adige, rinunciando a questo progetto, si priva di un'opportunità unica per migliorare la salute dei cittadini e l'efficienza del sistema sanitario".

  • Con la presente La diffido dal menzionare il Comitato Etico, Istituzione che ho l’onore di presiedere, come fonte di informazioni non ufficiali.

    Relativamente alla frase “Sappiamo per certo che il Comitato per la sperimentazione clinica presieduto da Luca Sebastianelli, nella seduta del 20 marzo 2024, pone dei dubbi sul progetto. Nei mesi scorsi SALTO ha presentato una richiesta di accesso agli atti ma il verbale non viene fornito per ragioni di rispetto della normativa sulla privacy”, chiarisco quanto segue:

    Alla Sua richiesta di accesso ai verbali, ha già ricevuto da parte mia risposta scritta. Le leggi vigenti non consentono l’accesso a tali informazioni.

    Se qualche componente del Comitato, o qualunque altra persona che abbia accesso agli atti ha potuto fornire informazioni “inufficiali” al riguardo, Le chiedo cortesemente di indicarne nome e cognome.

    Il Comitato Etico ha autorizzato lo studio menzionato dopo un attento processo di revisione, come avviene per tutti i progetti inviati per l’emissione di un parere. Nel 100% dei casi il Comitato Etico richiede modifiche più o meno sostanziali.

    Il Comitato Etico è un ente terzo rispetto a SABES, preposto alla tutela dei diritti dei soggetti inclusi nelle sperimentazioni. Tra i diritti delle persone rientra naturalmente quello del miglioramento delle cure attraverso una seria ricerca scientifica. Il progetto è stato autorizzato in quanto conforme a tali criteri.

    Gentile Dr Sebastianelli,
    dopo aver ricevuto una segnalazione ho chiesto varie volte a varie fonti ufficiali se corrispondesse al vero che il Comitato etico da lei presieduto avesse sospeso il progetto. Nelle varie non-risposte da parte dell'Azienda sanitaria non è stato specificato che il Comitato etico non ha questo potere. Io avevo chiesto l'accesso agli atti perché supponevo lo avesse. Nella sua risposta riguardante la mia richiesta di accesso agli atti lei, come ha ricordato, mi ha spiegato che non potevo avere accesso al verbale. Se la legge non lo avesse impedito - o se l'Azienda sanitaria avesse risposto compiutamente alle domande - probabilmente avrei potuto meglio comprendere e quindi spiegare la procedura. No ho mai inteso indicare il Comitato etico come fonte non ufficiale, anzi. Il "Sappiamo" l'ho utilizzato perché non mi è stata chiarita la procedura e quindi avevo dedotto che l'informazione iniziale fosse corretta. Mi spiace per il malinteso (fg).

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Oliver Hopfgartner Do., 27.03.2025 - 07:10

Es ist schon witzig. Wenn es darum geht, Leute mit massivem Druck dazu zu drängen, sich eine Substanz spritzen zu lassen, bei der nicht mal die Phase III Studien abgeschlossen sind, sagt niemand etwas. Wenn es aber um freiwillige(!) genetische Testungen geht, auf deren Grundlage man gezielter, nebenwirkungsärmer und dosisangepasst therapieren könnte, ist das plötzlich ein Problem.

So hemmt man medizinische Innovation. Genetische Analysen werden immer günstiger und solche Tests werden auch privat immer mehr nachgefragt. Man wird diesen Trend also eh nicht aufhalten können.

Zwecks ethischer Überlegungen, möchte ich folgenden Gedanken platzieren:
Die Bedenken gegenüber genetischer Tests basieren ja hauptsächlich auf der Angst vor möglichen Diskriminierungen.
Wenn ich aber jemandem einen genetischen Test vorenthalte und dadurch übersehe, dass ein Patient ein Standardmedikament nicht gut verträgt und darauf z.B. mit einem Leberschaden (denken wir z.B. ans Krankheitsbild DILI) reagiert, habe ich einem Patienten durch Unterlassung geschadet. Insofern sollte man nicht die medizinische Praxis der 90er als Referenzwert heranziehen, sondern muss die konkreten Vorteile für die Patientensicherheit und die Vorteile einer ressourcenschonenderen Pharmakotherapie für Patienten UND System mit in die Überlegungen einkalkulieren.

Diese genetischen Tests zeigen z.B. auch an, wie gut jemand Gifte wie Nikotin oder Alkohol abbauen kann, sodass man als Therapeut auch gezielter beraten kann.

Dass genetische Befunde wie alle Patientendaten mit höchster Sorgfalt zu behandeln sind, sollte eigentlich klar sein.

Do., 27.03.2025 - 07:10 Permalink