Politik | riforma urbanistica

Espropri, cade la soglia dei 5 anni

I Verdi ottengono il sì di Kompatscher sulla norma per gli insediamenti "strategici" delle imprese. Edilizia agevolata, resta il 40%. La discussione prosegue a giugno.
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Foto: AA5stelle

Se ne riparla nella prossima seduta. L’esame in consiglio provinciale a Bolzano del disegno di legge Territorio e paesaggio, la riforma urbanistica, è aggiornato alla settimana dal 5 all’8 giugno. Intanto si è arrivati all’approvazione dell’articolo 27 del ddl che ha infiammato il dibattito politico altoatesino nelle ultime settimane. La discussione con le minoranze ha portato ad alcune modifiche del testo.

 

Espropri prima dei 5 anni

Riccardo Dello Sbarba (Verdi), uno dei più attivi in Aula, ha incassato il sì di Arno Kompatscher sull’emendamento relativo all’articolo 27, dedicato “all’acquisizione di aree nelle zone produttive e insediamento delle imprese”. Per l’esproprio, ha detto il governatore, “a determinate condizioni, con obiettivo di favorire la politica economico-occupazionale” non sarà più necessario aspettare 5 anni. Il dispositivo di Dello Sbarba condiviso in Aula era analogo nel contenuto a quelli di Roland Tinkhauser (Die Freiheitlichen) e Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit). 

Nella versione originaria, poi modificata, la norma diceva che "gli immobili situati in una zona produttiva possono essere espropriati se essi restano inutilizzati o inedificati per più di 5 anni a partire dall’individuazione della zona produttiva", al fine di "conseguire interessi di natura sovraordinata connessi alla gestione del territorio, "impedire la dispersione edilizia", "realizzare insediamenti con priorità strategica o per conseguire gli obiettivi di politica economica o occupazionale", infine "consentire che le aree siano utilizzate nel complesso in modo organico". 

 

Resta il 40% per l'edilizia agevolata

La giunta ha tenuto duro su altri punti. Riguardo all’articolo 24, sulla “zona mista”, Riccardo Dello Sbarba (Gruppo Verde) ha spiegato che i suoi emendamenti erano volti a difendere il sistema attuale dell’edilizia agevolata e ha chiesto che nella quota del 60% prevista al comma 2 fossero inseriti tutti gli edifici non solo le nuove costruzioni. Dal consigliere inoltre è arrivata la richiesta di garantire che il 60% delle zone di nuova destinazione venissero dedicate all’edilizia abitativa agevolata, sostituendo con questa percentuale il 40% previsto al comma 2 bis. 

Alla fine niente da fare. Sono stati accolti solo gli emendamenti di maggioranza, fra qui quello dell’assessore per la riduzione della densità minima a 1,50. “Come richiesto – ha spiegato – dai Comuni che ritenevano eccessiva la quota di 1,60”.

Per l’articolo 25, sul centro storico, Paul Köllensperger (5 Stelle) non ha ottenuto che venissero concessi bonus energetici di cubatura. Tamara Oberhofer (Die Freiheitlichen) ha invece suggerito di prevedere una volumetria residenziale inferiore a quella definita nell’articolo 24 nel caso “fosse comprovato che non sussiste fabbisogno abitativo”. L’emendamento è stato approvato e l’articolo approvato con 21 sì e 9 astensioni.

 

Attività agricole escluse dalle zone produttive

Nella trattazione dell’articolo 26 relativo alla “zona produttiva” è intervenuto Kompatscher. Il presidente della giunta ha chiarito che con la nuova dicitura alcune attività, tra cui quella agricola, sono escluse, e che spetta ai Comuni decidere le attività ammesse nella zona produttiva, soprattutto quando questa è molto vicina alla zona residenziale. Per questo, ha sottolineato, la dicitura dell’articolo è vaga. L’articolo è stato approvato con 19 sì, 3 no, 8 astensioni. Approvati solo gli emendamenti del Landeshauptmann che escludevano dalla zona produttiva l’attività agricola in senso stretto, davano facoltà alla Provincia di individuare zone produttive in casi circoscritti e disciplinavano gli alloggi di servizio.

Prossimo appuntamento a giugno.