Chronik | Trentatre anni fa, sembra oggi...

Conventio ad excludendum

Io ancora non l'ho capito: ma perché il presidente della Repubblica che abbiamo adesso non li fa, certi discorsi? O, che è lo stesso: ma perché non possiamo avere un presidente come Pertini, anche oggi? E così, per consolarmi un po', mi riascolto le parole del discorso di fine anno 1980. I tempi bui del berlusconismo erano ancora lungi da venire. Anzi: chi se la sarebbe immaginata, una roba così? E chi se lo sarebbe immaginato, che migliaia di elettori, nel pieno delle loro facoltà mentali, si dicessero disposti a difendere i politici "disonesti e corrotti"?
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Foto: @ Oswald Stimpfl

"Io sono orgoglioso di appartenere al popolo italiano. Ripeto: il popolo italiano non si considera superiore ad altri popoli; ma non è nemmeno inferiore agli altri popoli. E bisogna essere degni del popolo italiano.

Non è degno del popolo italiano colui che compie atti di disonestà: i corrotti e i disonesti sono indegni di appartenere al popolo italiano. E devono essere colpiti, senza alcuna considerazione. Guai se qualcuno, per amicizia, per solidarietà di partito, dovesse sostenere questi corrotti e difenderli. In questo caso la solidarietà di amicizia e di partito diventa complicità e omertà.

Deve essere dato, ripeto, il bando a questi disonesti e corrotti. Che offendono il popolo italiano. Offendono i milioni e milioni di italiani che pur di vivere onesti impongono gravi sacrifici a se stessi e alle loro famiglie.

Io credo quindi al popolo italiano, e sono orgoglioso di essere italiano."

[Sandro Pertini, parole dal discorso del 31.12.1980]