L'autodeterminazione degli altri
Il giardino degli altri è sempre più autodeterminista del nostro? Potrebbe essere questo il motto – un motto psicologico – scritto nella mente dei nostri connazionali inclini a vedere l'Italia come una gabbia dei popoli. Ed ecco così spiegata la passione per tutti quei contesti in cui – senza necessariamente scomodare una più approfondita analisi delle circostanze specifiche – l'affermazione del principio e della pratica della “Selbstbestimmung” promette di raccogliere qualche effettivo successo.
Come noto, il prossimo 18 settembre circa cinque milioni di scozzesi si recheranno alle urne per sancire (in caso di affermazione delle istanze nazionali) la propria indipendenza dal Regno Unito. Un responso particolarmente atteso anche dai patrioti locali, visto che, ai loro occhi, potrebbe trattarsi di un precedente in base al quale verificare se l'Europa sia benevolmente incline a sostenere un processo di progressiva dissoluzione di alcune unità statuali attualmente esistenti.
Ecco allora l'azione “Solidarity with Scotland”, sposata dal movimento Süd-Tiroler Freiheit (che condivide assieme al Scottish National Party l'appartenza al raggruppamento EFA presente al Parlamento europeo). L'azione consiste nell'invito, esteso a tutti i simpatizzanti, a farsi una foto con la bandiera scozzese o anche semplicemente con un cartello recante la scritta “Yes” da inviare al movimento. Le immagini – che dovrebbero arrivare da tutto il mondo, raccolte da tutti i movimenti e gli individui indipendentisti del globo - saranno poi convogliate sul sito e la pagina facebook che pubblicizza il "Sì" al referendum scozzese.