“Musica e poesia mi hanno aiutato”
È attraverso un microfono che passano le parole e gli stati d’animo di Luca Ditadi, in arte Oside, bolzanino classe ’98 che ha trovato nel rap il suo modo di fare musica, esprimendosi in versi e lasciando trasportare l’ascoltatore in melodie incalzanti. Preferisce non delinearsi in un unico genere, potendo così sperimentare nuovi modi di scrivere e fare musica, ma Oside, in passato, ha trovato proprio nel genere rap la giusta combinazione tra musica e scrittura, due grandi passioni che ora, nel settembre 2022, si concretizzano prendendo la forma di un EP, dal titolo “Broken”, che contiene 5 tracce tutte collegate da un filo rosso: “una compagna di viaggio tanto invisibile quanto pericolosa”.
Il problema che Luca Ditadi si è trovato ad affrontare non viene specificato esplicitamente in nessuna traccia del suo nuovo EP, ma già dal titolo si può intuire che si tratti di una problematica che “lascia i propri segni”.
Bolzano è una città dove, se si desidera, si riesce a entrare nel mondo della musica e, in particolare, quello del rap.
“La scrittura, la musica e il microfono mi sono serviti per affrontare un momento buio della mia vita caratterizzato dalla depressione, un tema delicato e personale che, nel mio progetto, ho voluto rappresentare e descrivere. Le melodie, però, possono arrivare a molte persone, anche a coloro che stanno vivendo momenti della vita completamente diversi dai miei” spiega Oside.
“Già da ragazzo ho trovato nel genere rap l’opportunità di unire due mie grandi passioni, poi coltivate con il tempo: la scrittura e la musica. Bolzano è una città dove, se si desidera, si riesce a entrare nel mondo della musica e, in particolare, quello del rap. Personalmente, però – continua Oside – voglio spingermi oltre un singolo genere musicale, senza essere etichettato esclusivamente come rapper. In questo EP, infatti, si percepiscono generi diversi tra le 5 tracce, ma sono tutte collegate tra loro e racchiudono molte cose.”
Quello scritto e cantato da Oside è un percorso di crescita progressivo che parte con una presa di consapevolezza nella prima canzone e trova il proprio punto d’arrivo nell’ultima, 5 brani che si toccano concettualmente e descrivono episodi e stati d’animo dell’artista con diversi snodi riconoscibili già dai titoli: “Il rumore della pioggia”, “La canzone che non ti ho dedicato”, “Il mondo addosso in una notte a caso”, “Un paio di cose belle” e “Sporco (senza Dio)”.
“Inizialmente realizzo dove mi trovo e che cosa stia attraversando. Successivamente cerco di muovermi andando in un’altra direzione, trovando, così, in ‘un paio di cose belle’ (questo il titolo della quarta canzone) l’ispirazione per focalizzarmi su ciò che mi fa stare meglio, il bello che mi circonda” conclude Oside.
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