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La Lega e il fattore emotivo

Federico Giudiceandrea, presidente di Assoimprenditori Alto Adige, sul boom del Carroccio, l’inesistente sentimento anti-europeista e la psicosi dell’invasore.
Giudiceandrea, Federico
Foto: Federico Giudiceandrea

salto.bz: Giudiceandrea, cosa ci racconta il risultato del voto uscito dalle urne il 21 ottobre dal suo punto di vista?​

Federico Giudiceandrea: Il trend del voto della popolazione italiana fa emergere un dato chiaro e cioè che la gente sia ancora evidentemente spaventata dal fenomeno dell’immigrazione, che viene percepito in maniera molto forte sebbene i numeri dicano altro rispetto alla presunta invasione. Non credo invece che gli elettori altoatesini condividano queste politiche anti-europee tanto sbandierate da Salvini e i suoi, i voti vengono piuttosto convogliati sul fattore emotivo, sulla protezione dell’identità, ma la nostra è un’identità europea, quella che ci permette di crescere e competere con poli internazionali come gli Stati Uniti o la Cina. Trovo positivo che nel gruppo linguistico tedesco i toni populisti di partiti come Südtiroler Freiheit e Freiheitlichen siano stati ridimensionati, a giudicare dai consensi. Mi pare che il voto moderato si sia rafforzato.

Con la declinazione sudtirolese del voto anti-establishment.

Sì, la gente vuole il cambiamento, un sentimento che circola, indubbiamente. Eppure è singolare dal momento che siamo ai massimi storici in termini di benessere economico in Alto Adige. Non ci scordiamo che ci piazziamo al 20esimo posto come prodotto interno lordo pro-capite in Europa, abbiamo davanti a noi i più grandi centri urbani. E siamo in testa se comparati ad altre province italiane. Godiamo di ottima salute economica, insomma, abbiamo un territorio meraviglioso, eppure la gente è scontenta, e ciò è legato a quelle paure di cui accennavo e che vengono alimentate da una certa politica. Parlo della paura dello straniero, dell’immigrato, che è trasversale ai gruppi linguistici, ed ecco infatti spiegato perché Salvini ha pescato anche fra l’elettorato “tedesco”. Ma l’Alto Adige ha ben altri problemi, e molto più gravi, come quello della raggiungibilità o del traffico. 

 Non credo che gli elettori altoatesini condividano queste politiche anti-europee tanto sbandierate da Salvini e i suoi, i voti vengono piuttosto convogliati sul fattore emotivo, sulla protezione dell’identità, ma la nostra è un’identità europea. E la Lega deve spiegare in maniera molto chiara qual è la sua posizione sull’Europa, altrimenti il problema sarà serio all’interno della giunta

Prevarrà il pragmatismo e dunque la prospettiva di un filo diretto con Roma nella composizione della giunta? In altre parole: è inevitabile una “partnership” Svp-Lega?

Io credo che il voto popolare vada rispettato. Il Carroccio è il partito scelto dalla maggioranza della popolazione di lingua italiana che a quanto pare più li rappresenta. Va detta però una cosa alla Lega e cioè che deve spiegare in maniera molto chiara qual è la sua posizione sull’Europa, altrimenti il problema sarà serio all’interno della giunta.

La piccola Europa nell’Europa (il Sudtirolo nell’accezione del presidente Kompatscher) con l'alleato euroscettico accanto è un’immagine che stride, in effetti.

Non potrebbe funzionare. Bisogna fare come quando è stato battezzato il governo nazionale, intendo mettere alcuni paletti da subito visto che, almeno a parole, le visioni sull’Europa di Svp e Lega sono inequivocabilmente differenti. L’Europa va cambiata, riformata, su questo si può discutere, ma mai si possono metterne in discussione i valori, il principio di appartenenza. La compagine leghista locale, tuttavia, non mi sembra arroccata su posizioni così “spinte” come quelle del suo leader.

Sta dicendo che si può trovare una sintesi?

Credo di sì. La popolazione altoatesina ha votato la Lega dando più importanza e priorità ad altri aspetti. L’Europa non c’entra. E il futuro dell’Italia all’interno dell’Ue prevede il rispetto degli impegni presi, ne va della nostra credibilità a livello internazionale e non capirlo è inaccettabile.

Intanto la manovra economica del governo italiano è stata bocciata dalla Commissione europea, ed è la prima volta che viene presa una decisione del genere nei confronti di uno Stato membro. 

Questo accade perché l’esecutivo insiste sul fatto che la sua manovra genera crescita, ma non si può solo dirlo, bisogna anche dimostrarlo. L’economia non è una scienza esatta ma esistono leggi precise che la regolamentano e sulle cui basi si possono fare previsioni. L’Ue l’ha detto chiaramente che non è un problema fare debiti purché poi vengano pagati. La società è cambiata, l’età media è aumentata, si vive più a lungo e si lavora più a lungo, fra poco i cosiddetti baby boomer usciranno dal mondo del lavoro, e i nostri figli dovranno pagarci le pensioni, sono dati di fatto. Poi certo, si può promettere qualsiasi cosa, anche che in un anno cade due volte il Natale. 

Mi auguro che la popolazione alzi la voce e capisca che non possiamo svendere l’economia per 4 barconi di migranti in meno

Secondo i dettami egemoni della comunicazione targata Di Maio-Salvini, però, non si "arretra di un millimetro" sulla manovra.

Serve concretezza, sta tutto lì. Perché i mercati vogliono un piano tangibile. Invece si prospettano misure come il reddito di cittadinanza, che verrà erogato tramite un software, dicono, ma sono passaggi complessi, che non si possono attuare da un giorno all’altro. E intanto sui centri per l'impiego, che devono essere riformati per far funzionare la misura in questione, ancora nessun passo avanti. Vede, non è che noi imprenditori siamo per principio contrari a tutto. Ma il punto è migliorare, trovare gli strumenti giusti che generino crescita e lavoro. La legge Fornero, ad esempio, è un provvedimento che andrebbe calibrato meglio, il capitolo degli esodati per esempio è stato gestito male. In breve: servono misure corrette ma anche sostenibili.

Faccia un pronostico: che tipo di legislatura sarà quella dei prossimi 5 anni in Alto Adige?

Sono fiducioso che un compromesso sarà raggiunto per garantire la governabilità. Devo dire che sono molto più preoccupato per la situazione a livello nazionale, che è maggiormente complessa. C'è troppa propaganda, molta comunicazione verbale, fiumi di tweet e poca sostanza. Sia chiaro che non tifiamo per lo spread ma speriamo che prevalga la ragionevolezza e che chi sta al governo corregga il tiro, in fondo nessuno vuole passare alla storia per aver affossato un paese. È opportuno comprendere che gli effetti di certe politiche improvvisate possono essere anche molto gravi, e sono conseguenze che pagheranno anche i nostri giovani. Mi auguro che la popolazione alzi la voce e capisca che, come ha detto il presidente di Confindustria Veneto rivolgendosi alla Lega, non possiamo svendere l’economia per 4 barconi di migranti in meno.