Festività e sballo acustico-alcolico
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È l’ennesimo copione visto e consolidato da anni. La vigilia di Natale ‘25 è stato il consueto “casino” presso tanti bar, come riferito dai media locali. Forse sarò “old school” ma il contrasto fra quello che dovrebbe essere una giornata di riflessione prima di Natale e ciò che regolarmente si ripete presso tanti bar quasi come una “religione civile festaiola” è netto. È sintomatico di come ogni occasione di festa, religiosa o non, diventi un’occasione di sballo.
Fanno il paio con le scorribande motociclistiche sgasanti e rombanti in città con la (debole) scusante di raccolte di fondi o quant’altro ma qui tocco il tema del teppismo stradale ormai da tempo fuori controllo per averlo sottovalutato anni fa e su cui avevo già scritto in “tempi non sospetti”. Il risultato lo si vede ogni giorno e notte sulle strade bolzanine e non solo.
Torno al tema. Saranno anche un’occasione di incontro questi “festeggiamenti”, ma davvero certi eccessi, fra musica “a palo” e alcool come unico e vero motivo di sballo, davvero non si comprendono. Come il tizio vestito da Babbo Natale, che pure è stato coinvolto in selfie (i social non fanno che amplificare queste stupidaggini) e che poi si è messo a pisciare in un angolo di via Ospedale perché evidentemente “pieno come una botte” e la vescica non ha fatto sconti. Non pochi giovani poi compravano birra ed altro presso i negozi etnici. Ho visto e sentito di persona fra corso Libertà e piazza Domenicani situazioni che non abbisognano di ulteriori commenti.
È un “Natale” preso solo come pretesto per il consueto e logoro copione, fra giovani e pseudo-giovani che spesso si recano già sbronzi presso i bar con musica degna di rave party urbani. Si paga dazio ormai da anni per un concetto di divertimento che vuol dire solo sbronzarsi e ascoltare musica “stordente”. Chi abita nei pressi di queste “barscoteche” sa di cosa parlo (e ne so qualcosa pure io).
Si paga dazio anche per le scellerate scelte, prese parecchie anni fa, di trasformare i bar in “barscoteche”, casse acustiche esterne solo per fare casino e, ovviamente, solo per far “cassa”. Questi eccessi portano, però, indirettamente anche la firma di chi autorizza queste “feste”. Non prendiamoci in giro, se si parla di “musica di sottofondo”, forse negli uffici competenti qualche problema di percezione della realtà c’è. Ma poi, sarebbe questa la cosiddetta “economia della notte”?
Il 31 dicembre nel pomeriggio il copione si ripeterà tale e quale salvo che non si arrivi ad una stretta da parte degli organi competenti, che parrebbe più che opportuna, anche perché poi ci saranno feste pubbliche in piazza e durante la notte. Che almeno si vietino le casse acustiche esterne e le furbate degli altoparlanti “a palo” all’interno dei locali. Il “divertimento”, almeno per me e quindi qui esprimo solo la mia opinione personale, dovrebbe essere ben altra cosa dallo sbronzarsi e farsi stordire da musica per il “business”, solo alcolico, di pochi.
Dopodiché il dibattito deve necessariamente trasferirsi a livello politico-amministrativo. Se si dovessero tirare fuori di nuovo storie che “a Bolzano non c’è niente per i giovani”, un eventuale dibattito dovrebbe considerarsi nato morto già prima di iniziare. Quindi, “se va bene così” a quanto parrebbe, si abbia almeno il coraggio di dirlo invece di nascondersi dietro paroloni ed alibi assortiti poiché si finisce solo col difendere un modello, assai discutibile, di “business”.
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