Passi, restano gli “autogrill” in quota
“Decenni fa, se avessimo ascoltato i negozianti non avremmo mai chiuso i centri storici alle auto. Adesso non facciamoci condizionare dai pochi, da chi ha gli esercizi turistici in cima ai passi. Occorre chiuderli anche per un’ora al giorno, per dare un segnale”. La proposta di Helmut Moroder, esperto di mobilità, al Comune di Bolzano come a Bologna, arriva dal convegno ospitato al Muse di Trento sulla candidatura alle Olimpiadi 2026 e i progetti infrastrutturali. Tra cui il treno delle Dolomiti lungo la val Gardena, che appare però un sogno destinato a rimanere tale. E anche sullo stop al traffico in quota non c’è molto entusiasmo da parte dei politici presenti. Taglia corto Daniel Alfreider, assessore altoatesino alla mobilità: “Per le soluzioni serve ripartire dai territori stessi”.
Decenni fa, se avessimo ascoltato i negozianti non avremmo mai chiuso i centri storici alle auto. Adesso non facciamoci condizionare dai pochi, da chi ha gli esercizi turistici in cima ai passi. Occorre chiuderli anche per un’ora al giorno, per dare un segnale (Helmut Moroder)
Il convegno a Trento
Tradotto, auto in libertà per non dispiacere a chi lavora in alto. L’argomento dei valichi irrompe nell’incontro promosso da Transdolomites, l’associazione trentina che spinge per il treno da Trento alla val di Fassa. Un’opera però che si scontra con lo scetticismo manifestato dal neo assessore provinciale Mattia Gottardi. La politica si conferma fredda sia sugli investimenti ambiziosi sulla mobilità, che richiedono grandi investimenti, da sottrarre ad altre voci - il treno delle Dolomiti, dice Moroder, costerebbe “qualche miliardo, a fronte di una gestione in pari e un enorme bacino di utenza” - ma anche su disposizioni a costo zero come la chiusura temporanea dei passi.
La partita si è da poco riaperta con la decisione della nuova giunta provinciale leghista trentina di fare dietrofront sulla sperimentazione avallata dal precedente esecutivo. Alfreider, assessore grazie all’accordo di governo Svp-Lega, va nella stessa direzione. “Non è il problema di un ristorante, di un operatore. Le Dolomiti non sono wilderness, ci abitano e lavorano migliaia di persone. Dobbiamo metterle in condizioni di sentirsi parte delle decisioni. Da queste esigenze occorre partire per trovare soluzioni generali”.
Non è il problema di un ristorante, di un operatore. Le Dolomiti non sono wilderness, ci abitano e lavorano migliaia di persone. Dobbiamo metterle in condizioni di sentirsi parte delle decisioni. Da queste esigenze occorre partire per trovare soluzioni generali (Daniel Alfreider)
Treno delle Dolomiti, un sogno
Altro esito negativo per il treno delle Dolomiti che secondo i fautori dovrebbe collegare i territori “infra-alpini”. La candidatura alle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina, con un pezzo dell’Alto Adige, è l’occasione giusta per osare. “Alle montagne servono innovazione e collegamenti veloci, per rimediare allo spopolamento” afferma Massimo Girardi di Transdolomites. La situazione però rema contro al progetto. In Alto Adige è stato cassato da Sta per gli alti costi. E in Veneto non va meglio. Nella regione confinante si è addirittura al palo per il prolungamento della ferrovia esistente da Belluno a Calalzo di Cadore e Cortina. A causa del contrasto tra sindaci su dove far passare il treno, se in val Boite, in val D’Ansiei o in tutte e due come nella proposta di mediazione.
“Ho detto ok, approfondiamo i tre progetti ma con i soldi della Provincia di Belluno” afferma Elisa De Berto, assessora regionale ai trasporti del Veneto. “Ma sto ancora aspettando, finora abbiamo perso due anni”.
Alfreider torna sull’argomento: “I nostri bilanci non ci permettono un investimento del genere. Occorre accantonare risorse ma per questo serve la condivisione della popolazione”.
Insomma, se proprio i territori dovrebbero vincere l’assegnazione a giugno, a Cortina e dintorni ci si andrà in auto. Meglio se passando per “gli autogrill” sui passi.