Wirtschaft | La vertenza

“Non è cambiato nulla”

Una nuova protesta degli addetti alle pulizie degli uffici postali. La ditta appaltatrice continua a non pagare gli stipendi, mentre da Poste Italiane tutto tace.
Poste Italiane Logo
Foto: Hannes Prousch

Negli ultimi dieci anni quattro aziende appaltatrici che si occupano del servizio di pulizia degli uffici di Poste Italiane dell’Alto Adige sono fallite l'una dietro l'altra. Eppure per 50 lavoratrici e i lavoratori la situazione rimane sempre la stessa, con stipendi in ritardo, arretrati non pagati e una precarietà quotidiana, con l’ansia ogni fine mese di non vedersi recapitare la paga.

Le provate tutte, non ci interessa attaccare l’azienda in sé ma vogliamo dare un segnale

Per questo motivo la categoria del commercio della Cgil, Filcams, ha organizzato nel capoluogo un presidio con i lavoratori davanti al Centro postale operativo di via Resia: “Le provate tutte, non ci interessa attaccare l’azienda in sé ma vogliamo dare un segnale – spiega il rappresentante sindacale Luigi Liguori –. Non abbiamo tuttavia proclamato lo sciopero perché i lavoratori temono ripercussioni: sono diversi che oggi hanno sospeso l’attività lavorativa, ma altri hanno preferito andare comunque a lavorare, nonostante siano costretti a pagare di tasca propria gli spostamenti. Noi oggi siamo voce a chi non sopporta più la situazione”.

L’interlocuzione con l’azienda c’è, ma non porta ad alcun risultato

Gli appalti di Poste Italiane vengono gestiti da una centrale fuori regione. A venir privilegiate sono le aziende che offrono i servizi al ribasso, spesso con ripercussioni sulle garanzie sindacali del personale dipendente. I mesi scorsi, Filcams ha intentato una battaglia anche per condotta antisindacale dell’azienda, che avrebbe provato a trasferire una dipendente, con vent’anni di lavoro alle spalle, a causa della sua attività sindacale: “L’interlocuzione con l’azienda c’è, ma non porta ad alcun risultato– prosegue Liguori –. Alcune settimane fa c’è stato un incontro tra azienda e parti sindacali con la consigliera di parità. Fu in quel  momento che mi permisi di chiedere quando avrebbero pagato le retribuzioni ai dipendenti. La risposta dell'azienda era che il tema non era all’ordine del giorno. Riformulai dunque la domanda, visto che il caso era incentrato su una lavoratrice trasferita per ripicca, chiedendo quando lei sarebbe stata pagata. Ma anche in questo, nello sbigottimento generale, la risposta è stata la stessa”.
Se l’azienda ha dunque le sue responsabilità anche Poste Italiane, ribadisce Filcams, non è esente dalle proprie. "Anziché vigilare sulla regolarità dell’operato delle aziende appaltatrici, Poste Italiane si limita a chiedere ai lavoratori di fare autonomamente i propri conteggi. Noi abbiamo chiesto di intervenire e sostituirsi all’azienda ma Poste Italiane si rifiuta di fornirci risposte. A distanza di tutti questi anni, per i lavoratori non è cambiato nulla”.

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Salto User
Günther Alois … Fr., 28.04.2023 - 08:20

SKANDAL PUR,Jeder schiebt die Schuldfrage auf den Anderen und die" beschissenen" sind die an der untersten Stufe .Herr Landeshauptmann Kompatscher! Kein schlechtes Gewissen?

Fr., 28.04.2023 - 08:20 Permalink