Politik | Sanità

Liste d'attesa, pressing da Roma

La Corte dei Conti ha avviato un'inchiesta a livello nazionale. Lettera del ministero: fateci sapere se avete dato sanzioni per i ritardi. L'Asl: "Nessuna multa".
  • La questione delle liste d’attesa nella sanità prende una brutta piega, non solo per i pazienti, costretti in diversi casi ad aspettare mesi o ad andare in privato, ma anche per gli assessorati alla sanità. La Corte dei Conti sta infatti indagando sugli eventuali danni erariali dovuti al mancato rispetto della normativa e quindi, in una lettera dai toni molto perentori, il ministero chiede ai direttori generali degli assessorati di far sapere entro il termine tassativo del 5 marzo se siano state date ai direttori generali delle Aziende sanitarie le multe previste dalla legge in caso di mancato rispetto delle tempistiche minime. “Al momento non ci risulta che ci siano sanzioni date …”, fa sapere il braccio destro dell’assessore Messner, Michael Mayr. Gli anni nel mirino dei magistrati contabili sono il 2021 e 2022, quando nella parte finale della pandemia al timone della sanità altoatesina c’era Florian Zerzer e assessore, fino a marzo 2022, Thomas Widmann (poi la delega è stata assunta dal presidente Arno Kompatscher). Non è però chiaro se non siano state date multe perché l’Asl ritiene di aver adempiuto ai doveri o semplicemente perché si è ritenuto di non comminare delle sanzioni. Il quesito non ha avuto ancora risposta.

    La missiva è datata 28 febbraio ed è siglata da Americo Cicchetti, direttore del Dipartimento della Programmazione, dei Dispositivi Medici, del Farmaco e delle Politiche in favore del Servizio Sanitario Nazionale ed è inviata alle Direzioni Generali degli Assessorati alla Sanità delle Regioni e delle Province Autonome Già l’oggetto è piuttosto ansiogeno: “Corte dei Conti, Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello stato - Indagini III.5/2021; III.5/2022 - Riduzione delle liste di attesa. Richiesta riscontro urgente”.

    Il nodo è questo. La legge finanziaria 266/2005, all’articolo 1, comma 282, stabilisce che le aziende sanitarie non possano sospendere le attività di prenotazione delle prestazioni finalizzate ad assicurare i livelli essenziali di assistenza sanitaria che le Regioni, compresa la Provincia di Bolzano, devono assicurare sui relativi territori. Per le violazioni la normativa prevede “a fini dissuasivi” sanzioni amministrative da un minimo di 1.000 euro ad un massimo di 6.000 euro per i direttori generali delle Aziende sanitarie.

    Corte dei Conti e ministero vogliono verificare se Regioni e Province abbiano effettivamente applicato le misure previste per la riduzione delle liste d’attesa.

    Nella lettera viene poi richiamato il Piano nazionale di governo delle Liste di Attesa, che impone ai Direttori Generali l’obbligo di adottare misure per ridurre le criticità nelle tempistiche di erogazione delle prestazioni sanitarie. Il ministero chiede quindi se siano mai state avviate azioni disciplinari o di responsabilità contabile contro i responsabili della mancata erogazione delle prestazioni sanitarie nei tempi previsti e, in caso affermativo, di specificare i dettagli (azienda coinvolta, data e tipo di provvedimento adottato). Nel mirino ci sono sempre gli anni 2021 e 2022.

    In base all’articolo 3, comma 13, del d.lgs. 124/1998, i pazienti che non riescono a ottenere nei tempi previsti le prestazioni sanitarie necessarie e devono ricorrere all’attività libero-professionale intramuraria (ALPI) non devono avere costi aggiuntivi e la differenza tra il ticket pagato dal paziente e il costo effettivo della prestazione viene suddiviso tra l’Azienda Sanitaria locale di appartenenza e quella in cui è stata richiesta la prestazione. Il ministero chiede il numero di prestazioni ALPI a carico delle aziende sanitarie e la spesa sostenuta.

    Insomma la Corte dei Conti e il ministero vogliono verificare se le Regioni e le Province abbiano effettivamente applicato le misure previste per la riduzione delle liste d’attesa e la tutela dei pazienti. Non resta che attendere gli sviluppi.