Kultur | Ritratti

Un’artista in cammino

Attrice, cantante, drammaturga, regista: la bolzanina Sandra Passarello ha fatto della poliedricità la cifra di quello che lei definisce il suo “cammino di apprendimento artistico”: un percorso fatto di studio, incontri, contaminazioni e ricerca di senso.
sandra passarello
Foto: privat
  • Da sempre Sandra Passarello si sente a suo agio in scena. D’altronde il colpo di fulmine con il palcoscenico per lei è scoccato molto presto. Ha solo otto anni, infatti, quando assiste a uno spettacolo teatrale in cui recitano alcuni suoi coetanei e decide che da grande quello sarà il suo mestiere. Ai suoi familiari appare subito chiaro che di talento la piccola Sandra ne ha da vendere. Il teatro delle sue prime esibizioni è il salotto di casa, dove, passando agilmente dal dialetto siciliano del padre al veneto del ramo materno della famiglia, intrattiene parenti e amici con le sue esilaranti imitazioni. A 15 anni entra in una compagnia amatoriale diretta dalla drammaturga e regista Virginia Trebo. Dopo la maturità si iscrive al DAMS a Bologna. Parallelamente agli studi universitari Passarello frequenta un corso intensivo di teatro organizzato dallo Stabile di Bolzano, alcuni corsi di formazione dell’attore, che la portano a entrare in contatto con diverse realtà – la Commedia dell’arte, la compagnia Tag Teatro di Venezia, – e laboratori con Marco Baliani, Cesare Ronconi e César Brie. Sono esperienze che arricchiscono il suo bagaglio artistico, ma al tempo stesso le mostrano che per emergere come attrice deve farsi notare, spesso e volentieri a scapito gli altri. Lei, però, non ama la competizione e decide di esplorare altre discipline, fino a quando – ricorda – “la mia ricerca di autenticità mi ha portato alla Scuola Popolare di Musica Ivan Illchic di Bologna”. È qui che grazie al canto trova la sua “voce”. Il richiamo del teatro però si fa sentire e, così, Passarello, folgorata dal teatro canzone di Giorgio Gaber – “da sempre uno dei miei fari” – trova la sua veste artistica ideale nella poliedricità, veicolando temi e messaggi profondi attraverso la combinazione di testi, monologhi, musica e canzoni. 

  • Attraverso testi e canzoni, gli spettacoli di Sandra Passarello veicolano temi e messaggi profondi. Foto: privat
  • Storie che fanno riflettere

    Nella carriera di Passarello canto, recitazione e performance si alternano e, in molti casi, si combinano con l’intenzione di innescare una riflessione e scuotere l’animo del pubblico. “Mettendo in scena uno spettacolo ho la possibilità di riflettere in prima persona su un tema che mi sta a cuore e posso proporre ad altre persone storie dimenticate che meritano di essere conosciute”. Le storie che catturano la sua attenzione sono spesso la fotografia di eventi collettivi drammatici, raccontate attraverso traiettorie individuali illuminate da un raggio di speranza. Come per esempio quella di Etty Hilesum, ebrea olandese uccisa nel 1943 nel campo di sterminio di Auschwitz, protagonista del reading musicale Diari 1941-1943. “Nelle pagine dei diari di Hilesum si intuisce ovviamente l’orrore del nazionalsocialismo – spiega Passarello –, ma il vero centro della narrazione è l’intenso processo trasformativo dell’amore, che portò questa giovane donna a scrivere ‛non lascerò che la morte farà morire in me la parte più straordinaria di amore per la vita’”.

     

    Le storie che catturano l'attenzione di Passarello sono attraversate da un raggio di speranza.

     

    Si inserisce in questo percorso anche il reading Ad alta voce, tratto dai diari di Antonina Atzoti, figlia di Nicola, sindacalista ucciso dalla mafia nel 1946 e dimenticato per quasi cinquant’anni. “Secondo la mentalità dell’epoca, e per i decenni a seguire, la comunità locale ha ritenuto che, rivendicando i diritti dei lavoratori, Atzoti ‛se l’era cercata’ e quindi i suoi famigliari non meritavano compassione e sostegno, ma isolamento e scherno”. Solo nel 1992, in occasione di una manifestazione a Palermo, Antonina trovò il coraggio di prendere la parola e raccontare pubblicamente la vicenda del padre. “I suoi diari sono simbolo del coraggio di una donna e, al contempo, un’incredibile testimonianza del nostro Paese e di alcune dinamiche che ne hanno caratterizzato la Storia”, riflette Passarello. 

  • Sandra Passarello e Sandra Montagnana, accompagnate dal pianista Michele Giro, si esibiscono nel reading musicale “È tutto buono”. Foto: Alessio Giordano
  • Il teatro come luogo di accoglienza

    Accanto all’attività performativa l’artista bolzanina ha sempre coltivato un grande interesse per la dimensione pedagogica del teatro, della vocalità e del canto, che considera “strumenti di accesso a sé stessi e alla conoscenza profonda della relazione che abbiamo con la vita”. A Bologna, durante gli anni di formazione si è avvicinata al Teatro Testoni Ragazzi La Baracca, dove con Gabriele Duma e Valeria Frabetti ha trasformato le arie di Verdi in canti popolari. Un’operazione simile l’ha fatta anche con il Teatro lirico di Cosenza, portando in scena tre operine ispirate ai racconti di Gianni Rodari. Anche a Bolzano è da tempo molto attiva su questo fronte. Socia fondatrice di Teathraki, è tra le prime a portare i laboratori teatrali nelle scuole della provincia e, ancora oggi, continua a stupirsi per le perle di saggezza e le piccole rivelazioni che i più piccoli sono in grado di esprimere con la purezza di chi non ha ancora filtri e rigide strutture mentali. “Durante una lettura sui sentimenti un bambino sosteneva convinto di non volere l’amore nella sua vita – ricorda. – Allora gli ho chiesto se forse l’amore gli faceva paura. Lui ha riflettuto qualche secondo, poi mi ha guardata e con il massimo candore ha risposto: ‛Eh, un po’ sì’”. 

     

    “L’arte è uno strumento di accesso a sé stessi e alla conoscenza profonda della relazione che abbiamo con la vita.”

     

    L’arte come terreno di accoglienza e confronto per Passarello si realizza anche nella relazione con gli adulti. Accade nel Corodoro, progetto di Officine Vispa ideato dalla drammaturga e attrice Lorena La Rocca, in cui è impegnata come guida vocale. L’iniziativa, rivolta inizialmente a donne straniere, si è presto allargata e – spiega l’artista – “oggi è un luogo di cura reciproca, in cui condividere le proprie fragilità all’interno di una dimensione artistica-culturale”. Il repertorio del Corodoro si sposa spesso con la causa femminista, spaziando dal Canto delle Mondine a Giulia di Fornovo, passando per canti popolari in gaelico. La vocalità, quindi, assume anche un ruolo di rivendicazione di diritti, che permette alle donne coinvolte di fare sentire la propria voce durante gli eventi pubblici e le rassegne a cui ha partecipato, come per esempio la Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne e il festival Alpsmove. 

     

  • Passarello punta molto anche sulla dimensione pedagogica del teatro. Foto: privat
  • Abbandonare l'ego

    Gli incontri e le collaborazioni con altre professioniste sono tappe imprescindibili del percorso artistico di Sandra Passarello, la quale ritiene che “anche se in provincia di Bolzano la coperta in ambito culturale è corta in termini di spazi e finanziamenti, mettendo da parte il proprio ego ciascuno può trovare il suo posto senza per forza andare a pestare i piedi agli altri”. Un approccio, quella di Passarello, che si muove secondo due direttrici: potenziamento reciproco e riconoscimento della legittimità artistica di colleghi e colleghe. “Parto dal presupposto che se due professioniste combinano le loro qualità si può creare un valore aggiunto – spiega – e poi cerco di farmi sorprendere da chi ho di fronte senza pregiudizi o etichette prestabilite”. Negli anni questa postura le ha permesso di dare vita a risultati pregevoli. 

     

    “La collaborazione con altre professioniste può creare un prezioso valore aggiunto.”

     

    Con la cantante bolzanina Greta Marcolongo – “portatrice di un’altissima qualità sul piano canoro e musicale, ma anche di intenzione artistica” – ha realizzato, tra le altre cose, il dialogo tra poesia e musica Non abbandonarti e Viste di profilo, reading musicale che accende i riflettori su figure letterarie e musicali come Wistawa Szymborska, Mercedes Sosa, Nina Simone e Carmen Consoli. In coppia con l’attrice Sandra Montagnana ha fatto emergere la sua dimensione ironica e gaberiana, come per esempio nello spettacolo E mille notti ti canterò..., gioco canoro e teatrale sulla relazione magica che si instaura fra madri e figli nel passaggio notturno dalla veglia al sonno, o in È tutto buono, un percorso tra i simboli del cibo e della fame che si dispiega su un tessuto di narrativa e canzoni. Bellum, uno dei suoi ultimi lavori, Passarello lo ha realizzato, invece, con l’attrice e regista Annalisa Legato. Lo spettacolo, che ha debuttato lo scorso dicembre a Bolzano, affronta il tema del conflitto interiore che lentamente si allarga alla famiglia e alle persone care, fino a coinvolgere la natura e la società.

  • La carriera di un’artista indipendente può essere faticosa, soprattutto in termini di autosostentamento. Anche per questo, dopo tanti anni, a Sandra Passarello capita di chiedersi se continuerà a fare questo lavoro per sempre. “Di sicuro non smetterò mai di esibirmi in ambienti raccolti, fosse anche per i miei ospiti o per occasioni speciali come gli house reading, un formato che mi dà tanto e che al contempo nutre l’ambiente e le persone che ho intorno”, dice. Quel che è certo è che l’energia e le idee per nuovi progetti in grado di aprire spazi di riflessione collettiva non le mancano: “Recentemente mi ha colpito tantissimo Lettere al mio fantasma  –  libro di Saba Anglana edito da quel tesoro sommerso che è la casa editrice AnimaMundi, –  da cui potrebbe scaturire qualcosa di interessante, poi mi piacerebbe dare una veste teatrale ai diari di Caterina Atzoti e organizzare nuove maratone di lettura con il circolo locale dell’associazione Letture ad Alta Voce (LeAV)”. Dietro le quinte e in scena, quindi, Sandra Passarello ha ancora tanto da dare a sé stessa e al pubblico, a cui non resta che continuare a seguire le tracce del suo cammino artistico, fatto di voce e musica, ricerca di senso e condivisione.