Politik | L'analisi

Laives è ancora un laboratorio politico

L’elettorato di lingua italiana esprime il proprio “disagio” disertando le urne — oppure votando SVP e Civica. Un segnale rivolto soprattutto al centrodestra.
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Foto: Wikimedia/Syrio
  • Si è troppo spesso abituati a colpevolizzare l’elettore per il suo comportamento. Ad esempio l’astensionismo viene stigmatizzato: “chi non vota non decide”, rinuncia a scegliere i propri rappresentanti — e perciò non avrebbe alcun titolo per lamentarsi della qualità di tale rappresentanza “residua”. In Sudtirolo tutto questo acquisisce, neanche a dirlo, una dimensione “etnica”. E così, a partire dalle elezioni provinciali dello scorso autunno, il fatto che “gli italiani” disertino le urne è visto come un deficit di consapevolezza del gruppo linguistico italiano. Eppure, a ben guardare, il messaggio dato da una parte della comunità di lingua italiana dell’Alto Adige attraverso il (non) voto — a livello provinciale così come alle recenti elezioni comunali di Laives — è chiaro e non lascia spazio a molte interpretazioni.

  • (a dx) Il sindaco facente funzioni Giovanni Seppi: la sorpresa del primo turno delle elezioni comunali di Laives. Foto: SVP Leifers
  • Per dieci anni s’è parlato di Laives come di una città “laboratorio politico”, per essere stato il primo comune in assoluto del Sudtirolo a eleggere un sindaco di centrodestra (poi appoggiato dalla Volkspartei). Ebbene, domenica a Laives diverse centinaia di voti “italiani” sono andati a Giovanni Seppi, il candidato sindaco (e sindaco facente funzioni) della SVP. Lo si è capito già durante lo spoglio: molte schede avevano la croce solo sul simbolo della Stella Alpina. Come noto, gli elettori di lingua italiana tendono ad attribuire pochi voti di preferenza e a mettere solo la x sul simbolo della lista scelta. Laives avrà così più consiglieri di lingua tedesca di quanto non sia l’effettiva “proporzionale etnica” nel comune. Questo anche a causa dell’astensionismo, con l’affluenza crollata di 14 punti percentuali al 52,4%.

  • Il precedente delle provinciali

    La sfiducia verso i partiti di lingua italiana — compreso il centrodestra di FdI e Lega, storicamente forte in Alto Adige e ora in cima ai sondaggi nazionali — spinge al non-voto oppure a preferire il partito “tedesco” per antonomasia, quello che da statuto rappresenta gli interessi “della minoranza di lingua tedesca e ladina”. L’astensione e il voto alla SVP hanno infatti penalizzato proprio il centrodestra: i segnali si erano già visti alle provinciali, quando sono stati eletti solamente cinque consiglieri “italiani”, di cui solamente tre del centrodestra, ben al di sotto delle previsioni. Nel 2018 gli eletti del centrodestra furono cinque. 

    In questo modo a Laives il consenso per la SVP è raddoppiato, quello per “Uniti” si è dimezzato. Il merito è sicuramente anche del già vicesindaco Seppi, capace di attirare consensi al di là della lingua parlata, in una cittadina più serenamente plurilingue rispetto alla “sorella maggiore” Bolzano. Ma il fenomeno non è nuovo e risponde a un’esigenza di territorialità e di autonomismo: la SVP ha sempre ricevuto voti “italiani”, gli ultimi Landeshauptmann Durnwalder e Kompatscher hanno ottenuto una fiducia trasversale, e non va dimenticato che ci sono persone di lingua italiana che votano partiti interetnici (i Verdi) o “postetnici” (Team K).

  • (da sx) Debora Pasquazzo, Angelo Gennaccaro e Simone Pellizzari: buon risultato per la Civica alle comunali di Laives. Foto: La Civica
  • A riprova di un voto sempre più territoriale c’è, ancora una volta, il risultato della Civica. Come alle provinciali Angelo Gennaccaro fu (con oltre tremila preferenze personali) il più votato del gruppo linguistico italiano (a parte Sabine Giunta dei Verdi, non eletta), i due candidati più votati della Civica a Laives, Debora Pasquazzo e Simone Pellizzari sono anche i candidati di lingua italiana che hanno ottenuto più preferenze. La Civica ha preso più voti della Lega, quasi gli stessi voti del PD e di Fratelli d’Italia e la metà dei voti di “Uniti per Laives”. Il grande risultato delle provinciali aveva già dato a Gennaccaro un potere contrattuale di non poco conto sul tavolo della maggioranza in Provincia e, secondo molti osservatori, la sua vicinanza alla SVP potrebbe facilitare la candidatura a sindaco di Bolzano nel 2025.

  • Verso Bolzano

    In vista del turno di ballottaggio delle comunali laivesotte, tra due settimane, il segnale lanciato dall’elettorato di madrelingua italiana non sembra destinato a esaurirsi. Questo spiega anche l’appello al voto “degli italiani per gli italiani” da parte del centrodestra, con in testa l’ex sindaco e assessore provinciale Christian Bianchi, a sostegno dell’aspirante sindaca Claudia Furlani. Chi ha voltato le spalle al centrodestra scegliendo SVP difficilmente si farà convincere a tornare “alla casa del padre” dall’appello al voto etnico, così come il centrosinistra (dal PD al Team K) e la Civica potrebbero appoggiare Seppi (o addirittura apparentarsi per poi formare la Giunta) pur di non restituire la città al centrodestra. 

    Nell'astensione oppure nel votare SVP non c'è nulla di “inconsapevole”: sono scelte dalle conseguenze chiare e non giocoforza “autolesioniste” come si vuol far credere. Il centrodestra, anziché appellarsi al voto utile “per gli italiani”, farebbe bene a non sottovalutare questo segnale consapevole. Anche in vista delle Comunali di Bolzano, dove ad esempio un’alleanza al centro tra SVP e Civica potrebbe scompigliare le carte nella partita a sindaco. Fatta la sindaca o il sindaco di Laives, toccherà infatti alla città capoluogo. E la gara è appena all’inizio.