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“Una goccia nel mare”

Secondo gli insegnanti con la delibera approvata dalla giunta provinciale viene stabilizzata solo la metà dei precari. Urzì: “È un primo passo, andremo avanti”.

Era stata approvata martedì scorso (26 luglio) dalla giunta provinciale la delibera sulle assunzioni del personale docente delle scuole primarie e secondarie che prevede nuove assunzioni - 50 in più per la precisione che andranno ad aggiungersi al numero dei posti vacanti frutto di pensionamenti e trasferimenti - a tempo indeterminato per i precettori altoatesini di lingua italiana. “Più insegnanti vedranno stabilizzata la propria posizione professionale”, aveva promesso l’assessore competente Christian Tommasini aggiungendo che “questa immissione in ruolo consentirà di rispondere alle esigenze di una scuola con numeri in continua crescita e soddisfare anche le richieste avanzate in molte occasioni da parte dei docenti precari”. Categoria, quest’ultima, che tuttavia non sembra essere pienamente appagata dalle novità in vista dal momento che il precariato, dicono i diretti interessati, verrebbe assorbito solo per metà.

“Noi insegnanti - scrivono alcuni precari in una nota - riteniamo insufficiente tale risposta al problema che più volte abbiamo posto, benché essa vada nella direzione giusta. Se non si tratta — come invece è da sperare — solo di un primo passo, rappresenta una goccia nel mare: rimane infatti la pesante discriminazione dei docenti della nostra Provincia rispetto a quelli del resto d’Italia. Ovunque in Italia, meno che da noi, gli insegnanti abilitati sono ora in ruolo, in virtù del piano di assunzioni previsto dalla legge voluta dal Governo. Tutti gli insegnanti, anche quelli che ancora non avevano prestato servizio o avevano alle spalle pochi anni di insegnamento e che ora possono, esercitando il diritto alla mobilità, precederci nell’assegnazione dei posti in Provincia, invalidando l’ordine delle graduatorie: chi ha meno punti ma è in ruolo passa avanti a chi ne ha di più ma è precario. Tra noi vi è chi ha 10, 15 e più anni di servizio e, ugualmente, non è detto che potrà beneficiare delle nuove misure adottate dalla Provincia. Continua quindi la grave lesione del nostro diritto, tutelato dalla normativa comunitaria e da quella nazionale. Si crede di poterlo in certo modo negoziare tale diritto, quando in realtà non può essere assolutamente consentito che cittadini e lavoratori di uno stesso Paese siano trattati in modo diseguale”. La Provincia non sottovaluti il valore della formazione, della continuità didattica, della cultura, della certezza del diritto, spiegano ancora i docenti.

“Non possiamo che essere contenti – dichiara Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore), intervenuto spesso a difesa degli insegnanti precari - per la conclusione del percorso avviato con l’approvazione in Consiglio provinciale del nostro ordine del giorno sulla legge omnibus. Se solo ci fosse stata la volontà politica da parte dell’assessore Christian Tommasini, il problema sarebbe stato risolto in pieno, ma gli uffici della sovrintendenza scolastica e la dottoressa Minnei hanno comunque interpretato nel modo più ampio possibile l’orientamento del nostro documento. Oggi finalmente – conclude il consigliere dell’Alto Adige nel cuore - vediamo un primo ma significativo e concreto risultato del lavoro svolto in questi ultimi mesi. Non dobbiamo però fermarci qui: solleciteremo l’assessore Tommasini a portare in Giunta con coraggio e determinazione la richiesta di ampliamento della pianta organica per poter completare il percorso di regolarizzazione degli insegnanti precari”.