Piovono pareri
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Due assessori italiani oppure uno? La never ending story prosegue. In attesa che si pronunci l’Avvocatura dello Stato, spunta l’ennesimo parere dello studio legale dell'avvocato bolzanino Daniele Simonato che dà ragione al centrodestra altoatesino. Ma andiamo con ordine.
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Come abbiamo già spiegato su SALTO, secondo il parere legale firmato dalla segretaria generale del Consiglio provinciale “lo Statuto d’autonomia e la legge elettorale vigente non lasciano alcun margine di interpretazione”. In proporzione alla loro consistenza, i 29 consiglieri di lingua tedesca sono l’82,86%, i 5 di lingua italiana sono il 14,29% mentre il ladino il 2,86. In una Giunta a 11, questo equivale a 9,11 assessori tedeschi, 1,57 italiani e 0,31 ladini, ma con l’assessore ladino si tramutano in 8,53 assessori tedeschi e 1,47 italiani. Quindi 9 a 1. Un’interpretazione non condivisa dai pareri legali di Roberto Bizzo, Luca Crisafulli e ed Eleonora Maines, quest’ultima membro della Commissione dei Sei, l’organo paritetico Stato-Provincia: interpretando la norma letteralmente, sostengono, il ladino si toglierebbe dal calcolo della Giunta (“restanti incarichi di governo”) e non dal calcolo del Consiglio (“consistenza nel Consiglio provinciale” di 35 membri). Partendo dall’82,9% e 14,3%, dunque, il calcolo su 10 assessori (11 meno il ladino) sarebbe presto fatto: 8,3% e 1,4%, quindi 8 “tedeschi” e 2 “italiani”, di cui uno risultante dal “resto” dello 0,4%, maggiore di 0,3%.
L'articolo 67Oggetto del contendere è la legge elettorale del 2017. “(…) In caso di rappresentanza del gruppo linguistico ladino nella Giunta provinciale, i restanti incarichi di governo spettano agli altri gruppi linguistici in rapporto alla loro consistenza nel Consiglio provinciale”, recita il comma 5 dell’articolo 67 della Legge provinciale n. 14/2017. Una comma che non fu oggetto di discussione durante la sua formulazione in Commissione legislativa e in aula. “La soluzione proposta nel presente parere si basa evidentemente su una interpretazione letterale delle norme di legge”, scrive Simonato. Non solo: “Quanto all’intenzione del legislatore, essa pare ridursi alla volontà di evitare che dall’applicazione di una norma di favore per il gruppo linguistico ladino possa conseguire uno svantaggio per il gruppo linguistico tedesco o italiano; la suddivisione degli incarichi di giunta residui in base ad un principio di proporzionalità (in rapporto alla loro consistenza in Consiglio) scongiura chiaramente tale rischio. In questo caso i risultati dell'interpretazione grammaticale coincidono con quelli dell'interpretazione logica”.
Simonato vs. PalermoSimonato contesta la tesi interpretativa “apparentemente sostenuta dal giurista Francesco Palermo nell’ambito di un’intervista”, ovvero il ricorso all’analogia legis utilizzando la “disciplina degli arrotondamenti” prevista per garantire la rappresentanza di genere in Giunta sempre all’art. 67, al comma precedente, della legge elettorale.
“La Giunta provinciale deve essere composta da rappresentanti di entrambi i generi. La rappresentanza del genere meno rappresentato deve essere garantita almeno proporzionalmente alla sua consistenza in Consiglio provinciale, al momento della sua costituzione, con arrotondamento all’unità inferiore in caso di cifra decimale inferiore a 50 e con arrotondamento all’unità superiore in caso di cifra decimale pari o superiore a 50”.
Secondo Palermo “l’arrotondamento al numero superiore non si può fare se il resto è inferiore a 50” e poiché al gruppo linguistico italiano spettano 1,42 assessori, non essendo il resto superiore a 50 ma limitato a 42, non sarebbe in alcun modo possibile ottenere il secondo assessore italiano. Per Simonato però “il rapporto di somiglianza fra le due fattispecie è assai debole poiché palesemente differenti sono gli elementi giuridici e di fatto alla base di esse: nel primo caso infatti la norma mira ad assegnare assessorati in un sistema a tre gruppi (linguistici) (in cui i decimali possono essere matematicamente tutti inferiori a 50) nel secondo in un sistema di genere pacificamente a due (la norma utilizza la locuzione entrambi i generi - tertium non datur) in cui il raggiungimento o il superamento di un decimale a 50 è, ovviamente, sempre possibile”. Applicando il principio sostenuto da Palermo, prosegue l'avvocato Simonato, “una Giunta ad undici, cui venisse anche assegnata una rappresentanza al gruppo linguistico ladino, sarebbe in realtà composta da ulteriori otto assessori tedeschi e un italiano. Quindi, in sostanza, la Giunta a undici si restringerebbe in una Giunta a... dieci”.
Curioso che il rappresentante più autorevole della parte politica di maggioranza ricorra ad una interpretazione quanto meno opinabile e per nulla argomentata per evitare anche il solo imbarazzo di una decisione che rimane puramente politica.
Per Simonato andrebbero infine considerate altre circostanze: il gruppo linguistico italiano è palesemente sottorappresentato in Consiglio Provinciale, l’assegnazione di un assessorato ladino è discrezionale e dipende dalla volontà politica della maggioranza cui il Presidente appartiene, il membro ladino che siederebbe in Giunta è stato eletto nelle liste del partito di maggioranza cui il Presidente appartiene. “Alla luce di quanto sopra appare curioso che il rappresentante più autorevole della parte politica di maggioranza ricorra ad una interpretazione quanto meno opinabile e per nulla argomentata per evitare anche il solo imbarazzo di una decisione che rimane puramente politica” conclude Simonato.
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Assolutamente condivisibile. L‘arroganza di questa classe politica sta raggiungendo apici che noi umani mai avremmo immaginato.
Vadano a lavorare per la res publica‼️
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Non concordo con i commenti precedenti.
Certo che devono andare a lavorare!!
Ma solo dopo che la Giunta è costituita nel rispetto delle regole.
Può capitare che non sia tutto certo e chiaro. In tal caso si aspetta il tempo necessario.
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