Politik | L'intervista

“La mozione di sfiducia è un'arma a doppio taglio”

Enrico Lillo, coordinatore regionale di FI, sulle strategie e il futuro del centrodestra, e sui "postumi" del voto-Benko. Domani incontro fra i partiti di opposizione.

Se dovessimo utilizzare un cliché cinematografico per definire il quadro “post-Benko” in scena nel consiglio comunale bolzanino potremmo parlare di “stallo alla messicana”. Tutti che tengono sotto tiro tutti senza però azzardare la prima mossa. La mozione di sfiducia, ad esempio, proposta da Marco Galateo (Lega Nord) per “sconsacrare” Spagnolli sembra finora poco più di una minaccia che, evidentemente, al centrodestra stesso non conviene attuare. Del resto, sperano gli alfieri dell’opposizione, la maggioranza potrebbe non aver bisogno di alcuna spinta per crollare su se stessa, dal momento che il cuore di quella maggioranza, il Pd, è a sua volta spaccato in più parti, in mini-fazioni opposte: il sindaco e Mauro Randi dell’area Bizzo, bizziani e tommasiniani, chi all’interno del partito ha votato a favore e chi contro il progetto del golden boy austriaco. Sarà in grado di approfittarne il centrodestra in vista di un potenziale appuntamento elettorale previsto per la prossima primavera? Lo abbiamo chiesto a Enrico Lillo, coordinatore regionale di Forza Italia.

Lillo, avete fatto marcia indietro sulla mozione di sfiducia a Spagnolli?
Abbiamo più che altro deciso di pensarci bene, una mozione di fiducia è un atto importante che può avere ricadute altrettanto importanti. Se non dovesse passare infatti potrebbe rivelarsi un trampolino per far ricompattare la maggioranza e di conseguenza mettere in una condizione di ulteriore minoranza l’opposizione. Se dovesse passare invece vorrebbe dire tornare al voto.

Con la stessa legge elettorale.
Ecco, se così fosse cosa cambierebbe per la città? Chi dovesse succedere a Spagnolli avrebbe i numeri per governare o precipiterebbe nella stessa situazione che sta vivendo oggi l’attuale maggioranza? C’è poi un altro aspetto della questione e cioè la possibilità che venga ripresentata in consiglio la delibera sulla riqualificazione di via Alto Adige, un progetto che resta un buon investimento per la città. Non possiamo permettere che l’egoismo politico si ripercuota sul bene dei cittadini.

La segretaria del Pd Liliana Di Fede ha negato uno spostamento della maggioranza verso il centrodestra, lei escluderebbe l’eventualità delle larghe intese?
Questo dipende dal sindaco Spagnolli che dovrebbe in caso fare delle proposte precise non a una parte ma a tutto il centrodestra. Se tutta l’area moderata del centrosinistra e del centrodestra si mettesse insieme per un periodo di tempo utile ad approvare quelle riforme e quegli investimenti necessari per la città questa potrebbe anche rivelarsi una trovata positiva.

Se si dovesse tornare a votare avrete bisogno di escogitare e proporre soluzioni concrete ai problemi che riguardano la città e che vanno oltre la questione del Kaufhaus, in più servirà una leadership forte in grado di convincere gli elettori. A che punto siete?
Il bene della città è al primo posto. Sul tema del leader, invece, è troppo presto oggi per poter indicare un nome, certo è che alle prossime elezioni non possono presentarsi di nuovo nove candidati sindaco e in questo senso dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione, sia centrodestra che centrosinistra in modo da riavvicinare i cittadini alla politica.

Parliamo di Michaela Biancofiore, sembrava ci fosse stato un “ritorno di fiamma” quando entrambi all’indomani del voto su Benko avevate chiesto le dimissioni di Spagnolli, poi però Biancofiore ha proposto Alessandro Bertoldi come coordinatore regionale di Forza Italia, è l’ennesima provocazione?
Preferirei non rispondere per non riattivare i soliti discorsi di politica becera. Il coordinatore regionale viene scelto dal presidente Berlusconi sulla base di varie valutazioni, finché la norma del partito resterà questa le cose non cambieranno certo in base a suggerimenti arrivati da una parte o dall’altra.

E dell’idea di Biancofiore di accogliere Anna Pitarelli in Forza Italia cosa ne pensa?
Sono uscite indelicate. Se Pitarelli volesse cambiare partito non si può certo tirarla per la giacca. Sono cose che vanno discusse internamente e non sbandierate alla stampa, questo anche per rispetto di Pitarelli stessa.

Un’ultima domanda, lei ha definito una “vigliaccata” l’astensione dei tre consiglieri sul voto (segreto) al progetto Benko, si dice però che potrebbe essere stato uno dei suoi, Franco Murano, uno dei famigerati tre che non hanno voluto esprimersi nel merito. Resta comunque della stessa opinione?
Assolutamente sì, il gesto resta una sporca vigliaccata, un inaudito scarico di responsabilità, tanto più che i consiglieri erano coperti dal voto segreto e quindi avrebbero potuto tranquillamente dire la loro. Se anche dovesse essere stato uno dei miei spero proprio che si faccia avanti.

 

In data 30 luglio 2015 Franco Murano, consigliere comunale e vice coordinatore regionale di Forza Italia, ha contattato salto.bz per una replica:

"Ho votato secondo le indicazioni del mio gruppo, parlare di 'vigliaccheria' riferendosi a chi sul progetto Benko ha preferito astenersi, tuttavia, non mi sembra il linguaggio corretto da usare, ognuno, del resto, vota secondo la propria coscienza".