L'“inaccettabile” senzatetto di Bolzano
Insulti ai passanti e ai clienti dei locali sulla piazza, urla a voce alta, e un bagno nella fontana che ha fatto discutere. Il senzatetto di cittadinanza germanica “stazionato” da tempo in Piazza Walther a Bolzano è nell'occhio del ciclone. Che fare? “La persona, appena arrivata sul territorio, è stata presa in carico e accompagnata, indicandole il luogo dove andare a dormire e mangiare. Nei primi giorni ha mostrato collaborazione, affermando di essere economicamente autosufficiente grazie ai risparmi derivanti dal lavoro prestato in Germania e avendo una rete di contatti sociali che permetteva tale autosufficienza”, racconta a salto.bz l'assessore alle politiche sociali Jury Andriollo (Partito Democratico).
salto.bz: Dopodiché, cosa è accaduto?
Jury Andriollo: Ha cominciato a rifiutare qualsiasi offerta, lavorativa e di assistenza sanitaria e psicologica. Ha manifestato una forte ritrosia alla collaborazione rispetto alle politiche messe in campo per lui, come per tutte le persone in stato di temporanea o di graduale fragilità. Questo si è manifestato con una certa violenza verso alcuni operatori e cittadini. Ormai la sua è una posizione di scherno evidente rispetto a chiunque si sieda nei locali di piazza Walther, soprattutto di chi mangia.
In un'intervista ha dichiarato che “per evitare fastidiose polemiche è bene che tutti sappiano che qui non siamo di fronte ad una situazione di disagio evidenziata da una persona in difficoltà”. Ci spieghi meglio cosa intendeva dire. La persona in questione non ha un evidente, forte disagio?
L'amministratore dice: abbiamo fatto il possibile, lo facciamo tutti i giorni con centinaia di persone, ma c'è un punto di caduta in cui la persona rifiuta l'assistenza. Questo va bene se mantiene di fronte alla comunità una forma di collaborazione, di rispetto di alcune regole minime. Nel momento in cui si va oltre, non solo con le forze dell'ordine ma con gli operatori e in modo particolare con le operatrici, allora devo dirle che non c'è più nessuna disponibilità. C'è una linea di confine che dev'essere rispettata da tutti, l'eccesso di solidarietà è proporzionato alla disponibilità, certo, compatibile con lo stato psicologico o di malattia e nel rispetto assoluto della persona. Qui siamo su un livello totalmente diverso. E aggiungo: c'è un dileggio del genere femminile che a me non piace.
Il fatto che tutto ciò avvenga nel “salotto buono” di Bolzano ha un peso?
Il tema non è perché sta in piazza Walther e non in piazza Don Bosco. Sono le sue reazioni a non essere più compatibili con uno stato di disagio. È un'offesa verso il prossimo a tratti anche cosciente. Le dico sinceramente: non lo accetto.
Tutt'al più alla luce delle oggettive difficoltà che descrive, andrebbero trovate altre strade per aiutare la persona... Fermo restando tutte le ulteriori complicazioni che possono comportare.
C'è un rifiuto, e soluzioni fisiche mai le userei. Ma ci sono normative che si possono applicare, ad esempio retrocedere la persona al territorio di provenienza. È responsabilità del paese d'origine riaccogliere la persona e trovare gli strumenti adeguati per poterlo aiutare a superare un momento difficile della propria vita. Qui nessuno vuole omettere il fatto che dietro a certi comportamenti ci siano delle motivazioni. Ma ci sono casi in cui tali motivazioni, anche se sussistenti, sono labili, e ci sono casi che si manifestano per un'indole, a tratti, per una propensione alla provocazione fine a se stessa.
Non trova difficile intervenire sulla base di queste considerazioni, anche giuridicamente? Lo chiedo data la sua professione di avvocato.
È molto difficile, perché il nostro ordinamento è basato su un contesto di comunità e di civiltà che è datato. Dagli anni quaranta agli anni settanta, si immagini lo Statuto dei lavoratori... Oggi ci sono delle necessità che la popolazione intravede. Se domani c'è una persona che si siede al bar con lei e la sua compagna o il suo compagno, e comincia a sputare, ridere, ruttare... è qualcosa che va oltre. La cittadinanza dice: non fate niente. È molto semplice, non è accettabile. Fatto cento che la debolezza non rappresenta di per sé un gesto di rottura verso la comunità.
Non sono obbligato ad aiutare, aiuto nel momento in cui hai deciso di farti aiutare. Ci sono casi che si manifestano per un'indole, per una propensione alla provocazione fine a se stessa.
La richiesta al Tribunale di Trento, cui ha fatto cenno ai media, è una strada percorribile?
È competente per le espulsioni, dato che si tratta di un cittadino comunitario e la competenza ricade a Trento. D'altronde, con questa visione manichea dei principi su carta scritta – quando dietro ci sono volti umani – sradichiamo famiglie inserite nella città, con i figli a scuola, per rimandarle in altri paesi. Allora siamo manichei anche noi e dico, ognuno prenda responsabilità dei propri cittadini. E la persona in oggetto ha tutti i familiari in Germania. Speriamo tutti che ritrovi la sua normalità, nell'accezione più ampia, perché non c'è una normalità. E riportandolo in un contesto familiare è più facile possa trovare un suo percorso di vita.
A Bolzano non è possibile?
È scollegato completamente, in un momento di anarchia, con una crescita esponenziale, un'escalation dei comportamenti intollerabili. Non sono obbligato ad aiutare, aiuto nel momento in cui hai deciso di farti aiutare, e se c'è un rispetto di alcune condizioni base che per noi sono principi democratici irrinunciabili. La città di Bolzano fa la sua parte, nessuno può dire di non aver trovato un tetto, certo, in una cornice di numeri accettabili – e questo è un altro tema.
Schlimm - für viele. Ich weiß
Schlimm - für viele. Ich weiß. Andererseits fragt man sich, wie ist um die Verhältnismäßigkeit und den Umgang mit bestimmten Phänomen bestellt. Wo waren z.B. all die Aufschreie und die Empörung der Bozner Salon-Linken bei den faschistischen Auftritten in der Vergangenheit, auch bei der EM mit menschenverachtenden Hetzchören gegenüber der österreichischen Ethnie und Übergriffen selbst gegenüber den Sicherheitskräften? Gleich wurde alles mit "Disagio" gerechtfertigt und entschuldigt. Ganz anders offenbar hier bei einem deutschen Nichtsesshaften, der sich schon mal im Brunnen wäscht/badest und sich nicht immer freundlich gibt.
Wenn man die Situation der Nichtsesshaften im Allgemeinen in Bozen, besonders im letzten Winter gesehen hat, darf wohl jeder der Betroffenen, der die Aussage "La città di Bolzano fa la sua parte, nessuno può dire di non aver trovato un tetto." liest, auch mal unfreundlich reagieren.
Voglio essere provocatorio:
Voglio essere provocatorio: se fosse stato di origine africana si sarebbero dette e fatte ben altre cose. Comunque è sicuro che solo a Bolzano Bozen questo soggetto può stare relativamente tranquillo. Nel resto della provincia usano atri metodi e non c'è tolleranza e pietà per chi non porta soldi.
Antwort auf Voglio essere provocatorio: von Massimo Mollica
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